F1

Monza 1979: la più grande delle Gioie Terribili

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La folgorante vittoria di Charles Leclerc in Belgio naturalmente non può salvare il bilancio di una stagione che al momento si è rivelata alquanto deludente almeno rispetto alle aspettative.
Il weekend Monzese comunque non poteva arrivare in un momento più propizio. Sono ormai nove anni che la marea rossa aspetta di coronare il
weekend con la vittoria.

La Ferrari vanta il maggior numero di vittorie in assoluto nel Tempio della velocitàOgnuna di queste è da considerarsi memorabile in quanto vincere il Gran Premio di casa dà sempre tutto un altro sapore alla stagione in corso.
Trattasi di quella gioia terribile che tanto il Drake Enzo Ferrari tendeva sempre a ribadire, e che è se vogliamo quell’ingrediente mancante ad una Ferrari che ha bisogno di riportarsi nella retta via.

A proposito di gioie terribili: l’attuale Gran Premio d’Italia rappresenta un ulteriore riccorrenza oltre i novantennali del Gran Premio d’Italia in Formula 1 e del marchio Ferrari stesso; ma curiosamente questo è un anniversario che riguarda entrambi gli aspetti appena citati: quarant’anni fa la Ferrari vinceva con Jody Scheckter il campionato del mondo proprio a Monza.

Ferrari 312 T4, la vettura schierata dal team di Maranello per la stagione 1979

È importante considerare il quadro generale di quella stagione.Una Ferrari che aveva bisogno di ritornare al successo ormai ingolosita dai successi ottenuti con Niki Lauda fino al 1977. Sempre quel Niki Lauda che lasciò in maniera abbastanza burrascosa la Scuderia con Enzo Ferrari che non vedeva l’ora di dimostrare di poter vincere il mondiale senza di lui.
Il sudafricano, alla Wolf fino all’anno prima, fu messo sotto contratto dal Drake, facendogli fare coppia con il discusso Gilles Villeneuve che a causa dell’andamento fortemente altalenante della stagione precedente creò importanti spaccature tra media, stampa e addetti ai lavori, risultando probabilmente il pilota più divisorio presente nella griglia di allora.
In una stagione in cui a fare la differenza per la scuderia italiana non furono soltanto le vittorie colte, ma anche il minor numero di ritiri rispetto agli avversari più temibili, fu soprattutto l’esplosione definitiva dell’alfiere canadese ad attirare le folle, in quella che fu per i grandi appassionati la Febbre Villeneuve, culminata nel Gran Premio di Francia col mitico duello con il pilota della Renault René Arnoux, passato alla storia come Duello di Digione, e considerato probabilmente come il più avvincente e spettacolare di sempre nella categoria.

Gilles Villeneuve e Renè Arnoux danno spettacolo nel Duello di Digione

Arrivati a Monza in testa al campionato c’erano proprio le due Ferrari con Scheckter, momentaneamente leader, e Villeneuve separati solamente da Jacques Laffite, gran pilota della Ligier. Il sudafricano, nonostante lo stesso numero di vittorie riuscì a fare la differenza sul compagno canadese che, a differenza sua sia per errori dovuti alla nota esuberanza del l’aviatore del Quebec, sia per qualche problema tecnico, ebbe qualche ritiro di troppo. Jody poteva diventare già matematicamente campione del mondo, ma chiaramente una serie di fattori avrebbero dovuto concatenarsi magicamente affinché il sogno di coronare il sogno nella gara di casa potesse realizzarsi.
Jody Scheckter si sarebbe aggiudicato il titolo se avesse vinto e Jacques Laffite non fosse giunto secondo.
Non c’era altra possibilità e proprio per questo motivo mai come in questo caso l’apporto del compagno di squadra si sarebbe rivelato fondamentale ai fini dell’obiettivo da raggiungere. Oltretutto la Ferrari poteva fare l’en plein con il mondiale costruttori, il tutto a rendere ancora più affascinante lo scenario.

Jody Scheckter alla guida della 312 T4

Al sabato la Ferrari se la cavo’ discretamente con un terzo posto di Scheckter, con Villeneuve piazzato quinto e il diretto rivale per il titolo Laffite addirittura settimo. L’unico ostacolo era rappresentato dalle Renault di Jean Pierre Jabouille e Arnoux che avevano monopolizzato la prima fila.
Arriviamo alla domenica. Giusto per smorzare la tensione dei tifosi, poco prima del giro di ricognizione i meccanici della Ferrari si accorsero di una perdita di liquido dall’impianto frenante della vettura del leader del campionato, un problema comunque risolto sul nascere e che non avrebbe comportato poi particolari problemi in gara.
Allo start le Ferrari furono protagoniste di una partenza da sogno con Scheckter e Villeneuve in testa divisi dalla Renault di Arnoux. Proprio il francese rappresentò il principale avversario per la corsa al doppio Iride della Ferrari nella parte iniziale del Gran Premio, tant’è che al giro 12 prese la leadership, prima di ritirarsi 2 giri dopo per un problema al motore. A questo punto le due Ferrari erano in testa con Laffite che era riuscito momentaneamente a portarsi nel podio salvo poi ritirarsi anch’egli per un problema ai freni. Negli ultimi giri Gilles, nonostante avesse un passo migliore del sudafricano e che fosse comunque ancora in lizza per il titolo, fece da scorta a quello che poi fu il magnifico successo di Jody.

La coppia ferrarista nelle fasi iniziali di gara seguita da Laffite

Sembra quasi superfluo stare a raccontare del folle entusiasmo e dell’atmosfera che si respirava in quel momento nell’autodromo con Jody Scheckter Campione del mondo, con il paladino dei tifosi Gilles Villeneuve che aveva sacrificato le sue ambizioni iridate per la causa del compagno e della squadra, e con la Scuderia Ferrari a questo punto Campione del mondo Costruttori.

Per molti probabilmente si era prefigurato l’inizio di una nuova era, ma che già si spense sul nascere con la disastrosa stagione successiva e con la morte di Gilles due anni più tardi in quel tragico weekend di Zolder.
Da lì in poi passarono piloti dopo piloti, anni dopo anni, sconfitte dopo sconfitte, pugnalate dopo pugnalate, e nessuna gioia, esclusi rari casi.
Alla fine furono 21 gli anni di quel maledetto digiuno che la Ferrari si portò dietro fino all’arrivo del salvatore della patria Michael Schumacher, l’unico a non abbassarsi alla malasorte della rossa.
Se la vittoria di Scheckter rappresentò il più devastante spartiacque (in negativo) delle gioie sportive della Ferrari, potrebbe un eventuale vittoria questa domenica davanti alla marea rossa rappresentare un nuovo corso dopo anni di delusioni?
Già, quella Gioia Terribile che manca da una vita.

Post Scriptum: nella gara di Monza del 1979 ad accompagnare la doppietta Rossa sul terzo gradino del podio fu un grande ex, Clay Regazzoni, un altro grande agitatore della folla monzese. Proprio ieri, 5 settembre, avrebbe compiuto ottant’anni. A proposito di ricorrenze…

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Tommaso Palazzo

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