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Çalhanoğlu: il Dieci Atipico

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La maglia numero 10 è quella che ogni bambino sogna di indossare, quella maglia che rappresenta una sorta di investitura nei confronti di chi la porta.
Un numero che, nel mondo del pallone, significa talento, istinto, leadership, un numero che porta con sé dribbling funambolici dal retrogusto verdeoro e giocate da levare il respiro: un connubio di genialità e imprevedibilità che rende questa maglia così diversa, così unica.

Hakan Çalhanoğlu, porta sulle sue spalle, da ormai due stagioni a questa parte, la gloriosa ‘Diez’ del Milan, casacca che è stata indossata dai più grandi: Juan Schiaffino, Gianni Rivera, Rui Costa e Clarence Seedorf sono solo alcuni della corposa lista di campioni che hanno fatto la storia di questo numero e segnato, in maniera indelebile, quella dei rossoneri.
Il turco originario di Mannheim, cittadina situata nel sud della Germania, è tutto fuorché il tipico numero dieci. Penso infatti che l’epiteto ‘Atipico’ possa rappresentare al meglio il suo modo di interpretare il ruolo, quello del trequartista, e il suo modo di indossare la numero dieci.
Alle giocate strappa applausi e ai doppi passi lui preferisci i tackle, i “kilomentrici” cambi di gioco e le conclusioni dalla lunga distanza.
Un giocatore con pochi pochi fronzoli, che fa del pragmatismo e della praticità sue qualità migliori.

TURCO, MA NON DEL TUTTO

Nonostante gli oltre 2000 km che separano la sua città nativa, Mannhein, da Istanbul, principale città della Turchia, Hakan è, e si sente, turco a tutti gli effetti. Cresciuto in una famiglia emigrata in Germania, Hakan ha iniziato a muovere i primi passi con il pallone nella squadra della sua cittadina natale. Dopo tutta la trafila della gavetta arriva finalmente la grande occasione che aspettava intrepido: l’esordio con la maglia dell’Amburgo in Bundensliga datato agosto 2013. È il fautore principale della salvezza dei suoi, facendosi notare sia per le sue indubbie capacità balistiche (pregevole l’euro-gol da 42 metri con il Dortmund), ma anche per il suo saper essere leader, capace, nonostante la giovane età, di caricarsi l’intera squadra sulle spalle.Dopo una stagione d’esordio così tanto positiva quando sbalorditiva, sono molti i top-club (sopratutto di Bundes) che iniziano a drizzare le antenne e a interessarsi al ragazzo di Mannhein. A spuntarla sulla concorrenza è stato il Bayer Leverkusen, che versa nelle casse dell’Amburgo, oggi relegato in Zweite Bundesliga (la nostra Serie B per intenderci), ben 14,5 milioni di euro.

LA CESSIONE AL LEVERKUSEN:TRA MINACCE E DEPRESSIONE

La sua cessione è stata segnata da una massiccia ondata di polemiche ad altissimo coefficiente di tensione. Hakan aveva prima prolungato il suo contratto con l’Amburgo giurando amore alla squadra, poi, dopo poche settimane, ha chiesto pubblicamente la cessione provocando una ribellione di massa dei suoi oramai ex tifosi che arrivarano addirittura a minacciarlo di morte sui social network e a compiere diversi atti vandalici contro la sua auto.
Il proseguimento della vicenda vede il turco non presentarsi al ritiro di inizio stagione con la squadra presentando, via fax, un certificato medico che confermava la sua depressione causata proprio dai problemi avuto con i tifosi. Non ci furono solo i tifosi al centro dell’uragano che urtò il Diez: altro attore protagonista di questa incredibile vicenda è stato anche l’allora direttore sportivo dell’Amburgo, Oliver Kreuzer,  che arrivò addirittura a definire Hakan “un traditore”.
Questo episodio ebbe una forte ondata mediatica che contribuì a velocizzare il trasferimento del fantasista alla corte di Roger Schmidt, ormai ex allenatore del Leverkusen, ora alla guida dei cinesi del Beijing Guoan.

La prima stagione di Çalhanoğlu in Renania è molto positiva, dato che si evince dai numeri del turco: realizza 8 gol, di cui 6 direttamente da calcio di punizione, suo marchio di fabbrica, e serve 7 assist.
Nella suo anno d’esordio con la casacca del Leverkusen assaggia, per la prima volta in carriera, l’atmosfera della Champions League dove gonfia la rete per ben 3 volte.
Nelle successive due stagioni tra le fine dei tedeschi, il rendimento e le cifre statistiche di Hakan rimangono pressoché le stesse, anche se leggermente in calo rispetto al primo anno.

LA SQUALIFICA DEL TAS

Il mese di febbraio del 2017 coincide probabilmente con la pagina più triste della, seppur breve, carriera del nativo di Mannhein.Il Tribunale Arbitrale dello Sport lo squalifica per quattro mesi a causa di un pre-contratto firmato con il Trabzonspor nel lontano 2011, periodo nel quale militava ancora tra le file del Karslruhe, la sua prima squadra.
A dare un’idea della gravità dell’accaduto ci pensa Rudi Voller, ds delle “Aspirine” che dice:
“Siamo davvero dispiaciuti, per il ragazzo e per noi è un colpo durissimo da digerire. Noi non abbiamo nulla a che vedere con i fatti del 2011, eppure ne usciamo danneggiati. Nel momento cruciale della stagione verrà meno un giocatore importantissimo. “
Si conclude così, in una maniera inaspettata è sicuramente insperata, l’avventura di Çalhaunoğlu con la maglia del Leverkusen: infatti nell’estate del 2017 si trasferisce al Milan per 22 milioni di euro, avvolto da grande curiosità da parte dell’ambiente rossonero e allo stesso tempo da una buona dose di speranza da parte dei tifosi, vogliosi di ritornare ai fasti antichi.

CIALDA CROCCANTE

L’inizio dell’avventura in rossonero sotto la guida dell’areoplanino Montella è segnata da una serie prestazioni negative. Giocatore, sia fisicamente che psicologicamente, spesso sottotono, complice un difficile e lungo periodo di adattamento, appare spaesato a causa una collocazione in campo incompatibile con quelle che sono le sue caratteristiche.
La gestione Montella, per sua fortuna, si è conclusa dopo appena 14 giornate, e l’arrivo di Gattuso ha coinciso con la svolta del “Turco Dieci”.
Il giocatore lento, impacciato e deludente ha lasciato posto a un giocatore tutto cuore e grinta, pronto a sacrificarsi per la squadra. Fattore chiave di questa vera e propria rinascita è stata la bravura dell’allenatore calabrese a trovare il ruolo più adatto alle caratteristiche dell’ex Leverkusen avanzando la sua posizione in una zona più nevralgica del campo.
L’impatto di Gattuso è evidente anche nei numeri del turco: 6 degli 8 gol realizzati in campionato sono sotto la gestione della leggenda rossonera, i cui meriti, almeno sotto questo punto di vista, sono più che tangibili.
Dopo un finale di campionato in crescendo, grazie a una corposa serie di prestazioni convincenti, si è guadagnato la riconferma con i meneghini, nonostante il cambio proprietà e l’arrivo del trio Gazdis-Leonardo-Maldini a gestire l’aspetto manageriale.


Le difficoltà sono però riapparse nella passata stagione: spesso insufficiente, pare essere il lontano parente del Çalhanoğlu ammirato nella prima gestione-Gattuso. Sono solo 3 le reti messi a segno tra campionato ed Europa League, chiaro segnale di una battuta d’arresto nel processo di crescita del Diez turco.
La guida tecnica del Milan cambia ancora: arriva Giampaolo, culture del bel gioco e di un calcio i cui dogmi sono possesso palla e divertimento. Caratteristiche che sono in totale sintonia con le qualità del nativo tedesco.
L’allenatore abruzzese, nonostante le difficoltà che sta vivendo sulla panchina rossonera, ha fatto di lui una pedina imprenscindibile per il suo scacchiere di gioco.
La mezzala titolare perfetta per il suo rombo, capace di abbinare qualità e quantità. Çalhanoğlu si è fatto trovare subito pronto e ha saputo ripagare la fiducia del tecnico: gol vittoria alla seconda di campionato a San Siro contro il Brescia e rigore propiziato a Verona 15 giorni dopo.

PARENTESI TURCA

Capitolo a parte merita l’avventura del ‘Çalha’ con la maglia della Turchia. Anche con la sua nazionale non sono mancate difficoltà e polemiche, ormai un must nella carriera del 25enne nativo di Mannhein.
L’episodio che ha riscosso il maggior scalpore mediatico è stato quello che ha visto come protagonisti Gökhan Töre e il suo ex compagno ai tempi del Levekusen, Omer Toprak.
Un amico dell’attaccante in forza ora al Besiktas è entrato nella camera di hotel di Çalhaunoğlu e Toprak puntando una pistola a quest’ultimo. Una situazione ai confini della realtà.
Il c.t. turco Terim aveva dichiarato di non prendere più in considerazione la convocazione di Töre in nazionale, ma cambiò idea ben presto.  Questo spinse i due amici a lasciare la nazionale per circa un anno, con un mix di paura e delusione dopo l’accaduto.

Atipico, incostante, tormentato ma dal piede vellutato come una mousse al cioccolato: Hakan Çalhanoğlu.

La Redazione
Account redazionale Twitter: @vitasportivait Instagram: @vita.sportiva

1 Comment

  1. Giocatore completo e di livello, come questo articolo. Ha un solo problema: la squadra.

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