Atletica

Come è cambiata l’atletica nel 2020

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Il 2020 ha lasciato una traccia indelebile nella storia globale e anche il mondo dello sport non è stato risparmiato dagli eventi. Concentrando l’attenzione sull’atletica leggera, si possono individuare sei (più uno italiano) fatti che hanno cambiato l’atletica e che incideranno sul futuro di questa disciplina.

  Cancellazioni e rimandi

L’evento che ha sconvolto tutto il mondo sportivo e che non ha precedenti nella storia è stato il rinvio di un anno dei Giochi Olimpici di Tokyo. A fine febbraio 2020 Thomas Bach, il presidente del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), aveva dichiarato che i Giochi si sarebbe svolti necessariamente a fine luglio 2020. Così non è stato poiché la pandemia è dilagata in tutto il mondo e anche i Giochi sono stati rinviati a luglio 2021. La decisione è stata presa il 24 marzo, due giorni dopo l’annuncio del primo lockdown italiano. La World Athletics ha stabilito che gli atleti che hanno già ottenuto il minimo di partecipazione alle Olimpiadi rimarranno qualificati nonostante il rinvio. Attualmente vi solo circa la metà dei posti ancora liberi per l’atletica.

Le Olimpiadi non sono state l’unico grande evento che è stato rimandato o addirittura cancellato e una lista esaustiva richiederebbe un articolo dedicato. Tra le vittime illustri del rinvio vi sono i mondiali indoor, i mondiali outdoor, i mondiali di corsa in montagna. Tra gli eventi cancellati figurano gli europei di Parigi e i campionati nazionali statunitensi.

       Scarpe e regole

Negli ultimi due anni si sono susseguite innumerevoli polemiche e lamentele nei confronti dei nuovi modelli di scarpe per la corsa su strada, soprattutto per quanto riguarda i modelli Nike Vaporfly e Alphafly. Esse presentano una piastra in fibra di carbonio al loro interno e un’altezza considerevole della suola (39mm). Fin dall’inizio del 2020 si sono susseguite indiscrezioni e rumors riguardanti all’introduzione di limitazioni tecniche nelle calzature. Poco tempo dopo, tali voci di corridoio si sono tramutate un regolamento vero e proprio: divieto dell’utilizzo di prototipi in gara, limite di una piastra in fibra di carbonio (in realtà possono essere anche più di una, ma non devono sovrapporsi), limite all’altezza delle suole (per il triplo e le distanze da 800m a 10000m su pista e il cross 25mmm, per gli altri concorsi e le gare fino a 400m 20mm, mentre per le gare su strada 40mm, nessuna limitazione al trail). Già il 7 agosto vi è stata l’applicazione di tale regolamento poiché è stato invalidato il record europeo dell’ora di corsa su pista. Il record era stato realizzato dal norvegese Sandre Moen con 21131m percorsi in un’ora (2’50”/km).

Ad inizio dicembre la World Athletics ha ritrattato parte del sopracitato regolamento concedendo l’utilizzo dei prototipi di scarpe anche nelle competizioni ufficiali. Dovranno tuttavia rispettare il resto del regolamento.

Nike Vaporfly, al centro di numerosi dibattiti a causa del probabile vantaggio conferito nelle gare di endurance (©Nike)

Altezza siepi e pedana dei salti

La World Athletics ha cambiato leggermente alcune regole nel corso dell’anno appena trascorso. La prima riguarda l’altezza delle siepi nella categoria allievi (U18) che passa da 0,91m, cioè l’altezza delle categorie assolute, a 0,84m.

L’altro cambiamento è più sostanzioso poiché implica una variazione dell’inclinazione della plastilina nella pedana di salto triplo e salto in lungo ed essa passa da 45° a 90°. Questo farà si che toccare la plastilina comporterà quasi sicuramente il fatto di lasciare un segno su di essa e quindi verrà chiamato più facilmente l’annullamento del salto. Con l’inclinazione a 45° era più probabile che un atleta, anche nel caso in cui pestasse la plastilina, non lasciasse segni visibili. Inoltre, nelle competizioni internazionali dovrà sempre essere consentito l’uso della ripresa video allo stacco dei salti in estensione.

Lepre luminosa (wavelight)

A causa dell’enorme difficoltà e, a volte, impossibilità quest’anno di svolgere una normale gara di mezzofondo, si è scoperta e ampiamente utilizzata la lepre luminosa, in inglese “wavelight”. Essa è una banda luminosa sita sul cordolo della pista che può essere impostata per mantenere un determinato ritmo e viene utilizzata già da alcuni anni da una piccola parte degli atleti negli allenamenti. Il primo utilizzo durante una competizione è avvenuto ad inizio giugno e anche grazie ad essa Jakob Ingebrigtsen (NOR) ha siglato il record europeo sui 2000m, ma esso è stato solo l’inizio di una serie di record infranti con la wavelight, tutti record mondiali: 5000m uomini (Joshua Cheptegei) e donne (Letesenbet Gidey), 10000m uomini (Cheptegei) e donne (Sifan Hassan), dell’ora di corsa uomini (Mo Farah) e donne (Hassan). Numerosi dibattiti si sono scatenati nei confronti della lepre luminosa, ma tutti i record sono stati comunque ratificati dalla World Athetics. In futuro vedremo un suo utilizzo sempre più spesso e anche su distanze infiori come gli 800m? Solo il tempo saprà dircelo.

Beatrice Chepkoech e Letesnebet Gidey durante la gara del WR dei 5000m siglato da Gidey il 7 ottobre a Valencia (©Dan Vernon Photography)

     Campestre Olimpica

Da anni si discuteva di un possibile ritorno del cross alle Olimpiadi di Parigi 2024, esattamente 100 anni dopo l’ultima volta in cui c’era stato (Parigi 1924, anno in cui il percorso era di 10km e vi erano 40°C, infatti dei 38 partenti ne sono arrivati alla fine solo 15 e alcuni sono finiti all’ospedale). Nella primavera del 2020 la World Athletics aveva proposto un format a staffetta per la campestre di Parigi, ma a novembre è arrivato l’amaro comunicato del CIO in cui vi è stata la conferma che ai Giochi del 2024 non ci sarà il cross. La speranza degli appassionati rimane per Los Angeles 2028 oppure per uno spostamento della campestre alle Olimpiadi Invernali, magari proprio a Milano-Cortina 2026.

Final Three e Diamond League

Chi segue l’atletica è conscio del fatto che la Diamond League rappresenti, o almeno dovrebbe, la massima espressione della spettacolarità dell’atletica mondiale se si escludono i vari campionati. Tale circuito di gare ha sempre provato a proporre innovazioni per rendersi più attrattivo e spendibile a livello mediatico. La pandemia globale quest’anno ha permesso agli organizzatori di sperimentare nuovi e diversi approcci fino a poco tempo fa impensabili.

La grande novità è stata la “Final Three” vista per la prima volta a Stoccolma il 23 agosto. È una regola applicata solo ai salti in estensione e ai lanci che prevede il normale svolgimento della gara per le prime 5 prove di lancio/salto. Successivamente, la sesta e ultima prova viene effettuata solo dai primi tre atleti. Il podio verrà stilato solo in base al sesto salto/lancio indipendentemente dalla misura realizzata nelle precedenti 5 prove.

Nel 2020 la final three è stato solo un esperimento, ma nel 2021 verrà applicata a tutte le tappe di Diamond League. La World Athletics ha stabilito che gli organizzatori dei campionati mondiali e delle Olimpiadi potranno decidere se utilizzarla o meno.

Europei 2024 a Roma

Il 31 gennaio 2020 gran parte degli atleti italiani ha rizzato le orecchie e ha sorriso alla notizia dell’ufficializzazione della candidatura di Roma ad ospitare i campionati europei del 2024. Il 10 novembre quegli stessi atleti hanno fatto i salti di gioia poiché l’European Athletics ha deciso di assegnare a Roma gli europei, a discapito della città polacca Katowice.

Per l’Italia sarà la terza volta in cui ospiterà la rassegna continentale dopo Torino 1934, prima edizione in assoluto della manifestazione, e Roma 1974, anno in cui Pietro Mennea trionfò nei 200m. L’assegnazione degli europei coincide inoltre con il sessantesimo anniversario dei Giochi Olimpici di Roma 1960, edizione storica anche per il fatto di essere la prima in cui si sono tenuti di Giochi Paralimpici.

Nell’immagine di copertina: Letesenbet Gidey e Joshua Cheptegei dopo la gara “NN Valencia World Record Day” del 7 ottobre in cui sono caduti i record mondiali dei 5000m donne e 10000m uomini (©World Athletics).

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1 Comment

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