Atletica

Giuseppe Ottaviani: il faro del movimento Master italiano

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Da appassionato di sport e, in particolare, di atletica leggera, non posso fare a meno di ricordare Giuseppe Ottaviani, atleta master scomparso lo scorso 19 luglio a 104 anni nella sua città, Sant’Ippolito, località delle Marche conosciuta anche come “il paese degli scalpellini”.

Classe 1916, da giovane, come la maggior parte dei suoi coetanei, ha preso parte alla Seconda Guerra Mondiale, nell’Aeronautica Militare. “Beppe”, prima di andare in pensione, e dedicarsi all’atletica leggera, faceva il sarto.

Dal 1999 ha cominciato a collezionare titoli italiani, europei e mondiali in diverse specialità. Inizialmente nei lanci, poi anche nella velocità – 60, 100 e 200 metri – e nei salti: alto, lungo e triplo.

La sua bacheca conta la bellezza di 12 titoli mondiali, 2 europei e 55 italiani. Il punto più alto della sua longeva carriera viene toccato nel 2014, in occasione dei Campionati Mondiali Master indoor di Budapest, quando vince ben 10 medaglie d’oro. Nessuno al mondo è mai riuscito a fare meglio di lui.  Il portacolori dell’Atletica Fossombrone detiene attualmente 12 record mondiali e 22 europei, nelle categorie M95 e M100, oltre ad un’infinità di primati italiani.

Giuseppe, nel 2016, partecipando ai Campionati Italiani Master indoor di Ancona, diventa il primo italiano nella categoria M100 nella storia.

Poco prima di compiere i 100 anni viene invitato al Festival di Sanremo dove, in un’intervista, spiega l’importanza dello sport nella sua vita, dicendo di allenarsi tre volte alla settimana, in compagnia della moglie.

Lo scorso anno è stato insignito, dal Presidente Sergio Mattarella, del titolo di Commendatore della Repubblica per meriti sportivi.

L’atleta marchigiano rimarrà un esempio da seguire per diverse generazioni. Il suo era infatti un approccio “sano” al mondo sportivo e a quello delle competizioni: diverse volte ha dichiarato di sentirsi più in forma a novant’anni rispetto a quando ne aveva sessanta. Testimone perfetto dei benefici, fisici e non, che lo sport può dare, anche con l’avanzare dell’età, la storia di Giuseppe Ottaviani insegna che non è mai troppo tardi per iniziare un’attività sportiva, anche a livello agonistico.

 

Giuseppe Ottaviani in azione durante i Campionati Europei Master 2019 a Jesolo. ©fidal

Giuseppe, negli ultimi anni, è stato la punta dell’immenso iceberg dell’atletica master italiana. Secondo i dati FIDAL, Federazione Italiana di Atletica Leggera, sono 105454 i tesserati “over 35”: quasi il 50% del totale (217887).  Qualitativamente parlando, il movimento master del nostro Paese si classifica tra i migliori al mondo: basti pensare all’ultima edizione dei Campionati Mondiali outdoor, tenutasi a Malaga nel 2018, quando gli atleti azzurri hanno conquistato ben 95 medaglie: 30 ori, 30 argenti e 35 bronzi.

Questo vuol dire che in Italia si continua, e spesso si comincia, a fare sport quando ci si allontana da quel famoso “picco prestativo”, ravvisabile nella fascia compresa tra i 20 e i 28 anni circa. Periodo, questo, nel quale si registra il maggior numero di abbandoni a causa di impegni scolastici e/o lavorativi. Ritengo sia proprio questo uno dei motivi per cui i nostri atleti master ottengono numerosi successi. L’inizio “in tarda età” dell’attività agonistica permette di avere un fisico sano e prestativo a lungo. I migliori atleti a livello internazionale, la maggior parte delle volte, sono costretti a ritirarsi prima di poter svolgere attività master, in quanto il loro corpo e la loro mente sono stati messi a dura prova dai rigidi programmi di allenamento necessari per raggiungere un alto livello in gioventù.

Ottaviani che, come scritto in precedenza, ha iniziato a praticare l’atletica leggera all’età di settant’anni,  incarna alla perfezione questo concetto. L’allenamento, unito ad uno stile di vita sano, gli ha consentito di vivere a lungo; del resto, come ha affermato in numerose circostanze, “lo sport è vita”, anche a 104 anni.

Simone Girotti

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