F1

Gran Premio d’Ungheria F1: Ricciardo Cuor di Leone

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Era in corso la stagione 2014.

La Mercedes aveva appena dato inizio al suo dominio incontrastato nell’era V6 Turbo-Hybrid.

Nelle prime 10 gare della stagione la scuderia tedesca ha letteralmente dominato: 9 vittorie e 9 Pole Position.

I contendenti al titolo non potevano essere altro che i due alfieri della Freccia d’Argento, Lewis Hamilton e Nico Rosberg.

La Red Bull (campione in carica) e soprattutto la Ferrari, avevano deluso fortemente le aspettative. Neanche il ritorno dell’ultimo campione del mondo della Ferrari Kimi Raikkonen (in forza alla Lotus l’anno precedente) bastò per dare una svolta alle possibilità iridate per la scuderia di Maranello. Anzi le prestazioni del finlandese furono talmente negative tanto da essere surclassato dell’allora compagno di box Fernando Alonso, nonostante l’asturiano avesse ottenuto appena un podio nelle prime 10 gare e fosse stato fin da subito fuori dalla lotta per il titolo, vista la scarsissima competitività della F14-T e del deficit di potenza della sua Power-Unit (il propulsore tanto per intendersi).

Fernando Alonso nella Ferrari F14-T

Ma anche il campione in carica Sebastian Vettel (vincitore in un 2013 da record assoluto di 13 gare su 19 di cui le ultime sette vinte consecutivamente) aveva deluso non poco, non tanto per le sue prestazioni, ma quanto per la netta superiorità nei suoi confronti dell’emergente Daniel Ricciardo, pescato dalla Toro Rosso. L’australiano si trovava in quel momento terzo nel mondiale ed era stato l’unico pilota non-Mercedes a vincere un Gran Premio, in Canada, per la sua prima volta in carriera.

Già dalle qualifiche emerse il primo colpo di scena: Lewis Hamilton rompe il motore, che prende fuoco. Inutile commentare il suo stato d’animo. In gara partirà dalla pit-lane. E Rosberg? Conquista la Pole davanti a Vettel, Valtteri Bottas (che stava emergendo con la Williams), Ricciardo e Alonso. Il tedesco conquista la terza Pole Position consecutiva, la decima in totale in carriera nel mondiale.

Poco prima del via fa la comparsa sul tracciato la pioggia.

Al via Nico Rosberg, partito dalla pole, tiene la prima posizione seguito subito dopo da Valtteri BottasFernando Alonso e Sebastian Vettel. Il tedesco della Red Bull riesce però a superare nuovamente la Ferrari dello spagnolo, intanto, Hamilton al primo giro va in testacoda e danneggia lievemente l’ala anteriore della sua W05 Hybrid, ma riesce a ripartire e prosegue la gara fino a quando, nelle retrovie, Marcus Ericsson con la Caterham perde il controllo della vettura in uscita della curva 3, innescando un effetto pendolo e finendo a sbattere violentemente contro le barriere.

Ciò causa la neutralizzazione della gara da parte della Safety Car, che induce una serie di pit stop: rientrano subito diversi piloti, fra cui Daniel RicciardoFelipe Massa (approdato alla Williams dopo 8 anni trascorsi in Ferrari), Jean-Éric Vergne (della Toro Rosso), Nico Hülkenberg (pilota della Force India), HamiltonKimi Räikkönen (che in qualifica il giorno prima era stato eliminito nella prima sessione per un errore di strategia): tutti che montano le soft; un giro dopo anche Rosberg, Vettel, Bottas e Alonso optano per la mescola morbida mentre le McLaren di Jenson Button e di Kevin Magnussen rimangono in pista con le gomme intermedie. All’undicesimo giro, ancora con regime di Safety Car, va a muro anche Romain Grosjean (Lotus): ciò costringe la vettura di sicurezza a rimanere in pista per altri due giri. Alla ripartenza Ricciardo conduce, davanti a Button, Massa, Rosberg, Magnussen, Vergne, Vettel e Alonso. L’australiano viene però passato subito da Button. La gara dell’inglese è però penalizzata dal mancato ritorno della pioggia, visto che le McLaren hanno optato per gomme intermedie, senza effettuare nessun cambio degli pneumatici. Al giro 16 è costretto a montare anch’egli gomme da asciutto.

Da centro gruppo Vergne ed Alonso incominciano a recuperare diverse posizioni, tanto da arrivare dietro a Massa, in quel momento al secondo posto. Al ventesimo giro comanda Ricciardo davanti a Massa e Alonso, dopo i tre, un gruppetto formato da Vergne che tiene dietro Rosberg, Vettel ed Hamilton che, sfruttando il potenziale della macchina e la Safety Car, è risalito al settimo posto.

Al ventitreesimo giro la Force India di Sergio Pérez tocca l’erba sintetica bagnata in uscita dall’ultima curva e finisce contro il muro del traguardo: ciò necessita un secondo intervento della Safety Car, che innesca un altro giro di pit stop. Essendosi fermati Ricciardo e Massa, adesso Alonso è in testa al Gran Premio. Seguono Vergne, Rosberg, Vettel e Hamilton. Räikkönen è nono, mentre Ricciardo e Massa sono usciti in sesta e settima posizione.

Alla ripresa Alonso guadagna terreno su Vergne che riesce ancora a tenere dietro tutto il gruppo degli inseguitori. Poco dopo Vettel commette lo stesso errore di Pérez, ma il tedesco riesce ad evitare il muro per pochi centimetri e riparte, seppur parecchio attardato dalla testa della gara. Rientra quindi ai box Rosberg (al giro 33) e Hamilton riesce a superare Vergne alla curva 4. Il francese, ormai in crisi con le gomme, rientra per effettuare la sosta. Al giro 38 Alonso effettua un nuovo cambio degli pneumatici: va in testa Ricciardo, che comanda la gara fino al suo cambio gomme, al giro 55.

Ricciardo all’attacco di Hamilton

Alonso torna così primo, ma deve guardarsi dal ritorno delle Mercedes di Hamilton e Rosberg, che però si ferma per effettuare un’ultima sosta. A dieci giri dalla fine Alonso resiste ad Hamilton, ma il problema per lo spagnolo non è l’inglese, ma Daniel Ricciardo, protagonista di un furioso recupero, tanto da ingoiarsi in un sol boccone Hamilton con un sorpasso da paura all’esterno in curva 2 e Fernando Alonso pochissimi giri dopo, con la sua peculiare Ricciardo’s Move, finta all’esterno per andare all’interno, stile Mansell con la sua celebre double-fake move a Silverstone su Nelson Piquet nel 1987.

Ricciardo si appresta a passare Alonso

Per andare a vincere in questo modo, sorpassando in maniera disarmante due mastini come Hamilton (autore di una rimonta impressionate) e Alonso (che aveva pur corso con il coltello tra i denti), di fegato ce ne vuole parecchio.

La gara dopo in Belgio, a Spa-Francorchamps avrebbe rivinto di nuovo, nella corsa nota per il contatto tra Rosberg e Hamilton, segnando così la loro eterna rivalità. Sarebbe stata l’ultima vittoria in quella stagione per il pilota di Perth, la Mercedes non avrebbe più perso un Gran Premio fino alla fine della stagione.

Ma l’australiano, d’ora in avanti, sarebbe stato noto come l’unico pilota capace di battere sonoramente il campionissimo Sebastian Vettel a parità di macchina.

Onore a te, Ricciardo Cuor di Leone.

 

 

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Tommaso Palazzo

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