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NBA ’18 – ’19: Central Division, chi prenderà il trono del re?

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Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle 30 franchigie NBA.

Dopo l’Atlantic, è ora il turno della Central Division, orfana del “prescelto”.

 

CLEVELAND CAVALIERS

Il Re è andato. Dopo 4 anni, LeBron James ha (ri) lasciato Cleveland. Ha preferito le spiagge e il sole della California agli inverni freddi e bui dell’Ohio. Ma se nel 2010 con “the decision” in diretta nazionale, aveva attirato su di sè molte antipatie (ad Akron e dintorni non l’avevano presa proprio bene…..), questa volta i tifosi dei Cavs non si sono sentiti traditi e abbandonati. Hanno lasciato partire il loro figlio prediletto senza rancori, consapevoli che lui aveva fatto il possibile, e spesso anche di più, per i colori della sua città.

Dopo 4 finals consecutive, culminate con il titolo del 2016, i Cavs cercano quindi di ripartire da quel Kevin Love che per anni è stato il secondo ma anche il terzo violino della squadra. Adesso il beach boy avrà il ruolo del giocatore franchigia e non potrà sfuggire alle nuove responsabilità; cosa che non sempre è riuscito a fare con continuità dal momento in cui ha fatto il suo ingresso in NBA.

Vicino a lui il quintetto base dovrebbe essere ancora composto da Hill, Korver, JR Smith e T.Thompson. Insomma, si è visto di meglio.

Le uniche “luci” in mezzo a tate ombre potrebbero arrivare da Rodney Hood, che dopo qualche mese di apprendistato potrebbe finalmente far emergere le capacità che gli vengono riconosciute; e dal rookie Collin Sexton, autore di una ottima Summer League.

 

 

 

INDIANA PACERS

I primi candidati a prendere il trono lasciato vacante da LeBron sono gli Indiana Pacers.

I tifosi giallo-blu si aspettano una nuova grande stagione da Victor Oladipo che dopo diversi anni in cui il meglio di sè lo ha dato solo negli highlights delle partite (atleta a dir poco fenomenale), dalla scorsa stagione si è trasformato anche in go-to-guy per i compagni; nel giocatore dei tiri decisivi.

Un deciso salto in alto dell’ex prima scelta degli Orlando Magic e una sua conferma a questi livelli può davvero lanciare i Pacers in vetta alla Central Division.

Anche perchè accanto a lui oltre a solidi giocatori del quintetto base (Collison, Thaddeus Young, Turner e Bogdanovic) sono arrivati atleti del calibro di Evans, McDermott e O’Quinn che vanno a completare, e dare profondità, ad un roster di tutto rispetto.

Quindi coach Nate McMillian ha a disposizione una squadra di talento e solidità; versatile ed atletica; insomma il giusto mix per potersi confermare come una delle potenze dell’est.

 

 

 

MILWAUKEE BUCKS

Ora o mai più.

Dopo una stagione “ballerina” culminata con il doppio coach in panchina Kidd-Prunty, la franchigia del Wisconsin quest’anno non si può davvero nascondere.

In panchina è arrivata una mente di questo gioco: Mike Budhenolzer avrà il compito di creare l’amalgama giusto intorno a “The Greek Freak” Giannis Antetokounmpo.

Il fenomeno greco è alla vigilia alla stagione della consacrazione; dopo gli elogi e i consigli di Kobe Bryant, è ora di prendersi definitivamente la ribalta. Fisico, tecnica, testa sono di primissimo livello; nessun obiettivo personale gli è precluso, nemmeno il trono di MVP della stagione.

A livello di squadra i Bucks sono un gran bel mix: la grande esperienza del Jet, Jason Terry, la cattiveria agonistica di Matthew Dellavedova, l’applicazione di Snell, la leadership di Eric Bledsoe, la dedizione del nuovo arrivato Ilyasova, il talento (offensivo) di Brook Lopez e soprattutto su quel Khris Middleton che, se la sfortuna decide di dargli tregua, rappresenta la perfetta combo con Antetokounmpo.

Insomma, quest’anno, sulle rive del Michigan, credere in un posto al sole, non è affatto un sogno irrealizzabile.

 

 

DETROIT PISTONS

75 milioni di motivi per non fallire. A tanto ammonta il salario 2018-2019 del trio simbolo della squadra del Michigan: Reggie Jackson, Blake Griffin e Andre Drummond.

Dopo la trade dello scorso anno, Blake Griffin ha vissuto una seconda parte di stagione piuttosto anonima. Certo, non è la stessa cosa avere o non avere un genio come Chris Paul nel backcourt, però era lecito aspettarsi di più dal prodotto di Oklahoma; soprattutto una maggiore leadership, caratteristica che avrebbe dovuto aver affinato e sviluppato in (ormai) 8 anni da pro; una mezza stagione di ambientamento può assolutamente essere messa in previsione, ma adesso, alla soglia dei 30 anni, è il momento di prendersi la squadra sulle spalle e passare dal ruolo di mina vagante a qualcosa di più concreto.

Ad aiutare Griffin, ci saranno, oltre ai già citati Jackson e Drummond, due super veterani europei: Zaza Pachulia e Josè Calderon, e soprattutto un coach come Dwane Caisey che cercherà di portare a Detroit l’esperienza (e possibilmente anche il numero di W) che ha raccolto negli ultimi, positivissimi, anni a Toronto.

 

 

 

CHICAGO BULLS

Una serie, lunga, di SE… accompagna la vigilia della stagione dei tori di Chicago.

Se Zach Lavine oltre ad atleta clamoroso dimostrerà di diventare un vero giocatore di basket (come il suo rinnovo di contratto dovrebbe imporgli).

Se la salute finalmente accompagnerà Jabari Parker per una stagione intera.

Se Lauri Markkanen continuerà a progredire esponenzialmente come il primo anno.

Se gli intriganti rookie Wendell Carter Jr e Chandler Hutchison dimostreranno da subito un buon impatto come la Summer League fa sperare. Soprattutto il primo sembra il classico giocatore one-and-done. Magari non un fenomeno, ma giocatore affidabile e pronto subito (ricorda piuttosto da vicino il primo Al Horford).

Insomma, lo scenario nella Windy City è piuttosto nebuloso; si passa da previsioni di fondo classifica sia per quello che concerne la division che per l’intera conference, a più ottimistiche sensazioni di potersi rilevare una sorpresa. Molto, come detto, dipenderà dagli acciacchi di varia natura subiti da Jabari Parker, colpito già 3 volte in carriera da infortuni piuttosto gravi. L’età è ancora dalla sua parte (23 anni), l’ego anche e vedremo quindi che piega prenderà la stagione dei Bulls.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Marco De Girolamo

1 Comment

  1. Dritto e chiaro. Grazie GRAN MAESTRO.online pharmacy

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