Rugby

Piccole certezze ovali

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Al momento il caos è innegabile: il Coronavirus si sta insinuando in molti aspetti della nostra vita, sport compreso. Le misure per arginarlo sono molte, variegate, non sempre comprensibili fino in fondo.
Anche il mondo del rugby si trova in mezzo a questa bufera, proprio mentre uno dei momenti clou della stagione, emisfero nord, sta arrivando al suo culmine: le due giornate conclusive del torneo delle Sei Nazioni, da celebrarsi consecutivamente nel secondo e terzo fine settimana di marzo, incalzano. Con Irlanda-Italia e Italia-Inghilterra ufficialmente rimandate ci sarà un finale lungo, aperto a prospettive inedite.
Per semplificarci la vita, e lasciarci alle spalle l’inquietante figura perfettamente sferica del virus, possiamo guardare al torneo di quest’anno cercando di leggerci una forma più familiare e confortante: l’ovale. Non solo come il pallone protagonista, ma anche come l’orbita della terra, una delle cose più sicure a cui possiamo aggrapparci. Proviamo quindi a disporre i protagonisti seguendo la curva di un bell’ellisse.
Sul vertice più vicino al fuoco dove idealmente si trova il trofeo – in perielio, direbbero gli esperti – orbita la Francia, solitaria al comando della classifica; su quello più lontano, in afelio quindi, una frastornata Italia. Spostandoci verso la parte panciuta della figura, in mezzo ai due estremi, troviamo l’Irlanda e Inghilterra, ancora in corsa per il titolo, tallonate dal Galles, leggermente più indietro in classifica, ma penalizzato da assenze pesanti e da un ciclo nascente. Finalmente staccatasi dal vertice scomodo della figura, ecco la Scozia, non autorizzata, comunque, a ritenersi troppo soddisfatta del suo percorso.
Questa la linea di massima. Per capire meglio come si evolverà l’orbita delle squadre, può essere utile andare a dare un’occhiata alla situazione formazione per formazione.

 

FRANCIA

Avevamo presentato questa squadra come la mina vagante del torneo, un progetto nuovo con l’obiettivo di entrare nei primi tre posti mondiali entro il mondiale di casa del 2023. Gli enfants terrible hanno invece bruciato le tappe, vincendo tutti e tre gli incontri di questa prima parte di torneo, battendo in casa prima l’Inghilterra e l’Italia e poi il Galles a Cardiff.
Le vittorie sono frutto di un gioco offensivo creativo e sfrontato, basato su velocità di esecuzione, cambi di fronte, uso del piede e grande pressione immediata sugli avversari, insomma i principi del rugby moderno. Se vogliamo trovare un difetto, trattandosi di uno stile di gioco dispendioso e rischioso, i galletti hanno concesso molti punti anche ad avversari deboli come l’Italia, ma è altrettanto vero che con un gioco più conservativo forse non avrebbero potuto vincere con le due squadre più forti del torneo, almeno sulla carta.
Restano da disputare, coronavirus permettendo, gli incontri con Scozia e Irlanda, dove la Francia sarà chiamata a dare continuità alle ottime cose fatte vedere fino ad oggi, ma a questo punto sono seriamente candidati alla vittoria finale dimostrando che gli investimenti nei settori giovanili diffusi a livello nazionale, con staff professionali federali e strutture all’avanguardia, pagano.

INGHILTERRA

L’ Inghilterra aveva il compito di dimostrare di aver fatto il passo in più rispetto alla debacle in finale contro il Sudafrica.
L’ arma vincente del quindici della rosa, oltre al trash talking di Eddie Jones durante le conferenze stampa, è senza ombra di dubbio la touche, che conta dei saltatori di tutto rispetto come Itoje e Lawes, i quali insieme ad Underhill formano un trio di placcatori davvero difficili da superare. In fase di attacco la scelta di schierare Farrell primo centro (come doppio play maker) con Ford come mediano di apertura apre a miriadi di soluzioni sia al piede che palla in mano.
La banda di Eddie Jones fin qui non è riuscita a mantener fede alle aspettative. Al giro di boa del torneo si presenta con due vittorie ed una sconfitta. La sconfitta con la Francia durante la prima giornata del torneo, per 24-12, è figlia senza ombra di dubbio di una mole di gioco prodotta senza eccessiva finalizzazione come lo dimostreranno anche le partite successive.
Il match in terra scozzese, vinto per 6-13, è stato giocato durante il diluvio universale, gli inglesi si sono dimostrati più cinici e concreti, più ruvidi e decisi nei punti di incontro e Underhill si è dimostrato un ottimo ladro di palloni riuscendosi a portare a casa diversi palloni da ruck avversarie.
Il match in casa contro gli irlandesi, vinto per 24-13, è stato un match decisamente ostico, entrambe le squadre non si sono risparmiate il “gioco sporco”, basti pensare al gesto di Farrell su CJ Stander.
Il prossimo match potrebbe essere decisivo in chiave classifica la squadra della regina andrà ad affrontare il Galles che di certo non vorrà farsi sfuggire l’occasione di battere la sua acerrima rivale. Ultimo match del torneo vedrà l’ Inghilterra affrontare a Roma l’ Italia, in una partita che sulla carta sembra molto agevole, ma che come ben sappiamo potrebbe riservare delle sorprese.
La squadra di Eddie Jones paga senza ombra di dubbio il dazio per un’eccessiva continuità nell’ utilizzo sempre degli stessi giocatori che, partita dopo partita, non riescono a trovare tempo per rifiatare.

IRLANDA

L’ ultimo mondiale disputato non è stato per nulla soddisfacent e per la nazionale irlandese, e il Sei Nazioni doveva essere il torneo del rilancio e del riscatto. Tanta attesa per il debutto del nuovo head coach Andy Farrell e qualche novità nella formazione. Ma non tutto va come speravano gli irlandesi. Nelle prime tre giornate disputate due vittorie e una sconfitta e secondo posto in classifica, a quattro punti dalla Francia dominatrice del torneo. Il gioco non è ancora quello sperato e con la Scozia lo si è visto, la squadra ha vinto ma ha faticato più del dovuto contro una squadra ben messa in campo. Diversamente con il Galles è arrivata una bella vittoria, di squadra, con un bel gioco ritrovato al momento giusto da parte di tutti i protagonisti. E quando tutto sembrava andare bene arriva la netta sconfitta contro l’Inghilterra, nel teatro di Twickenham. Netta, già decisa dopo un primo tempo in cui gli irlandesi hanno subito decisamente la squadra di casa, salvo poi verso fine match, in cui hanno provato a salvare l’onore. Alla ripartenza dopo la sosta, ci sarebbe la sfida con l’Italia. Che darebbe una quasi sicura vittoria per continuare la rincorsa alla Francia capo classifica. Ma a causa del coronavirus, il match è stato rinviato. Per la rincorsa al primo posto bisognerà quindi aspettare l’ultima giornata del torneo in cui la nazionale irlandese sfiderà proprio i galletti. Sfida in cui non dovrà sbagliare nulla coach Farrell, provando a guidare sapientemente la squadra in campo. Alla ricerca di una vittoria che sarebbe fondamentale in attesa del recupero con l’Italia. Lì si giocherà una possibile chance per provare a vincere il Sei Nazioni. E sarebbe riscatto.

GALLES

Il Galles, da Campione in carica, rompe il ghiaccio nel Sei Nazioni 2020 demolendo la fragile Italia 42-0. Una partita a senso unico nel quale però i gallesi non sono riusciti a “testarsi” davvero, ossia ad estrapolare i pro e i contro del loro gioco.
Questo è stato possibile, invece, nel match successivo contro l’Irlanda a Dublino, dove i Dragoni sono stati sconfitti 24-14. Errori e occasioni mancate alla base della sconfitta. Hanno subito l’attacco irlandese risultando scoperti spesso sui lati. Il Galles ha trovato quindi degli elementi sui cui lavorare al fine di affrontare al meglio la Francia la giornata successiva. Quest’ultima arriva a Cardiff dopo due sorprendenti vittorie e al Principality Stadium ne otterà un’altra fantastica. La Francia non smette mai di pigiare sull’acceleratore, il Galles prova a rispondere sbagliando poco. Ne esce fuori una partita davvero spettacolare, di grande rugby. Alla fine degli 80′ il tabellino registra 23-27 per i transalpini.
Si è conclusa così la corsa al secondo titolo consecutivo dei dragoni, restano da affrontare Inghilterra e Scozia. Saranno il banco di prova per Pivac, neotecnico del Galles, il quale ha impresso una sua linea al gioco gallese senza però trarne finora grandi risultati.

SCOZIA

La squadra del Cardo è sempre un’incognita, continuamente occupata a dibattersi tra innegabili talenti e un gioco di squadra che spesso si risolve in errori marchiani di quelle stesse individualità che sarebbero chiamate a fare la differenza – una tra tutte, Stuart Hogg. Proprio queste difficoltà hanno portato la squadra del confermato Towsend, alle sconfitte di misura nelle prime due giornate, con la seconda, giocata in casa contro l’Inghilterra, inficiata anche da condizioni atmosferiche impervie. 
L’unica gioia del torneo coincide con una giornata non particolartimente fausta: la vittoria strappata a Roma, senza concedere punti, arriva al culmine di una brutta partita, all’interno della quale nessuna delle due squadre si è espressa al meglio e la paura di perdere l’ha fatta da padrone. Certo, l’aver evitato il cucchiaio di legno lascia tirare un sospiro di sollievo dalle parti di Edimburgo, ma è una soddisfazione piuttosto misera. Anche il calendario non autorizza a essere troppo ottimisti: domenica riceveranno la visita della Francia a caccia dello Slam, con l’obbligo di aggrapparsi alle mura di Murrayfield e vendere cara la pelle; il sabato successivo chiuderanno il torneo sul campo difficilissimo del Principality Stadium di Cardiff dove un Galles in cerca di conferme non sembra intenzionato a fare sconti. È il momento di cercare uno spirito di squadra capace di andare oltre la spinta dei singoli o potrebbe essere un finale di torneo piuttosto amaro.

ITALIA

La nazionale italiana si presenta al sei nazioni con un nuovo allenatore ad interim Franco Smith, l’ ex-allenatore dei Cheetas ha il compito arduo di ridare fiducia e sicurezza in questo gruppo. Gli azzurri fin qui occupano l’ ultimo posto in classifica e rappresentano la peggior difesa e il peggior attacco del torneo.
Nella prima fase del torneo, l’ Italia non è riuscita ad esprimere il proprio gioco subendo in ordine tre sconfitte da parte di Galles, Francia e Scozia.
La squadra di capitan Bigi nonostante aver disputato un ottimo match contro la Francia, non riesce a ripetersi contro la più abbordabile Scozia, nel quale match risulta sprecona e poco abile a sfruttare le occasioni.
A causa dello stop del COVID-19 non disputerà i match contro Irlanda e Inghilterra. Un occasione sprecata per la banda di Smith, la quale nonostante i ben più blasonati avversari avrebbe potuto dare più chiarezza al game plan di Franco Smith, che per la prima volta portava un doppio playmaker spostando Carlo Canna a 12 per permettere più possibilità di gioco alla 3/4 azzurra.

 

Hanno collaborato Michele Polletta, Giacomo Civino, Marco D’Onorio, Simone Bruni, Marco Ferraris.

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