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Amarcord – Internazionali BNL d’Italia, il crocevia di grandi battaglie

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“Amarcord” nasce con l’intenzione di riportare alla luce eventi, atleti, squadre e personaggi che hanno segnato la storia dello sport. Dai più noti a quelli meno conosciuti, uno sguardo all’indietro per ampliare la cultura sportiva anche di chi non ha potuto viverli in prima persona.

Tutte le strade portano a Roma, di solito. Nel tennis, pure, la capitale italiana è sede degli Internazionali BNL d’Italia, uno snodo fondamentale verso il Roland Garros, nel 2021 anche di più.

Quest’anno, infatti, gli Internazionali BNL d’Italia sono l’ultimo Masters 1000 prima dello Slam parigino, e partiranno subito dopo il Mutua Madrid Open spagnolo. il Foro Italico, inoltre, è sempre stato una bellissima cornice per alcuni dei match più spettacolari della storia del tennis, che oggi andremo a ripercorrere.

IL GRANDE SPETTACOLO

BJORN BORG – ADRIANO PANATTA, 1978.

I protagonisti sono due grandissimi tennisti della storia, il glaciale Bjorn Borg e l’italiano Panatta. Le finali erano al meglio dei 5 set, lunghe, dure e combattute. Panatta lotta in tutti i modi dopo aver subito la furia di Borg nel primo set. Il quarto è il decisivo e il più combattuto, ma alla fine vince lo svedese, semplicemente più forte. Il punteggio finale è 1-6, 6-3, 6-1, 4-6, 6-3.

IVAN LENDL – GUILLERMO PEREZ ROLDAN, 15 Maggio 1988.

Il giovane 18enne Guillermo Perez Roldan incontra Ivan Lendl in un’annata difficile per il tennista ceco-statunitense. Quell’anno, infatti, non vincerà neanche uno Slam, con Italia e Montecarlo come uniche vittorie a referto. L’argentino, invece, ha appena vinto il torneo di Monaco di Baviera e arriva a una clamorosa finale a Roma. I due se le danno di santa ragione fino al quinto set, dove a prevalere è l’esperienza di Lendl dopo ben 4 ore e 37min…  Il punteggio è 2-6, 6-4, 6-2, 4-6, 6-4.

ALBERTO CESAR MANCINI – ANDRE AGASSI, 22 Maggio 1989.

Un anno dopo un altro grande spettacolo, sempre in finale. Agassi non ha ancora perso neanche un set in tutto il torneo, l’argentino sta scalando sempre di più il ranking ATP grazie alla vittoria al Montecarlo Open e alla finale di Roma. Lo statunitense prende le redini del gioco dopo un inizio difficile e vince il terzo e il quarto set.

Al quarto set succede l’incredibile: entrambi tengono il servizio fino al 5-5 40-40 e servizio Mancini. L’argentino si dà una botta ai piedi e l’arbitro lo punisce con un warning per “abuso di racchetta”. Era già il secondo, quindi game Agassi. Lì lo statunitense si guadagna un match point ma Mancini lo annulla benissimo, poi stravince pure il tie-break, il quinto set e il torneo. Sarà il suo primo e unico a Roma, ma lo porterà a essere il numero 13 in classifica fino a raggiungere il suo best ranking a ottobre (n°8). Il punteggio è 6-3, 4-6, 2-6, 7-6, 6-1.

RAFAEL NADAL –  GUILLERMO CORIA, 8 Maggio 2005.

Si ripete la finale di Montecarlo: Rafa Nadal contro Guillermo Coria. L’argentino ha appena battuto Agassi in semifinale, lo spagnolo, invece, è alla prima partecipazione agli Internazionali d’Italia. La partita è equilibratissima, si vince un set a testa fino al quinto. La cosa che si nota subito è lo spaventoso atletismo di Nadal che risponde a tutti i colpi, possibili e non. A inizio quarto set si ferisce pure una mano e continua lo stesso.

Il quinto set si decide al tie-break con dei punti incredibili, e alla fine vince il predestinato. Il punteggio è 6-4, 3-6, 6-3, 4-6, 7-6(6) Nadal, in 5 ore e 14 min, ovvero la finale più lunga della storia di Roma. Quell’anno, con il poker Montecarlo, Barcellona, Roma e Roland Garros, Rafa Nadal dà la prima dimostrazione di essere the new king of clay.

RAFAel NADAL – ROGER FEDERER, 14 Maggio 2006.

Il punteggio è 6-7, 7-6, 6-4, 2-6, 7-6(5).

Rafa lo rifà. Un’altra battaglia di più di 5 ore. 5 ore e 5 minuti per la precisione, per sconfiggere Roger Federer e fargli perdere la più grande opportunità per vincere a Roma. Eppure sembrava il suo momento, al quinto set è arrivato a condurre 4-1, poi Nadal ha dimostrato cosa significa la mentalità vincente, portando il Re a sbagliare tutto quello che si poteva sbagliare fino al tie-break, il terzo della partita.

Lì il Re di Basilea prova a troneggiare fino al 5-3, con 2 match point. Al momento del dunque, però, sbaglia qualunque cosa. Nadal ne approfitta, ringrazia e festeggia il secondo trofeo italiano, il più giovane di sempre a difendere il titolo a Roma, sicuramente non la cosa più semplice dopo più di 10 ore di battaglia tra le due finali. Questo dimostra la grandezza di Rafa Nadal, che pian piano stava diventando the real king of clay: 26-0 il suo score di vittorie su terra rossa. Diventeranno 81 consecutive… Federer nel 2006 si accontenta di vincere 3 slam su 4, lasciando un buco tra la sua collezione di trofei che ancora oggi non è riempita.

Rafael Nadal Spain prize ceremony
Roma 20-05-2018 Foro Italico, Tennis Internazionali di Tennis d’Italia Final
Foto Andrea Staccioli / Insidefoto

MARGARET SMITH COURT – MARIA ESTER ANDION BUENO, 1962.

Si gioca al meglio dei 3 set nel femminile, ma il tie-break ancora non esisteva. Proprio a Roma la grande rivalità tra due leggende del tennis femminile si accende. L’australiana Margaret Smith Court, autentica icona e colei che da il nome a uno dei campi più importanti dell’Australian Open – il Margareth Court Arena – contro la brasiliana Maria Bueno, idolo del Foro Italico. Sono arrivate entrambe alla finale degli Internazionali d’Italia abbastanza agevolmente per un incontro attesissimo. La Court è fortissima, a fine carriera arriverà a vincere 64 grandi slam di cui 24 in singolare, la Bueno è la detentrice del titolo vinto l’anno prima a Torino, unico anno in cui la sede si è spostata da Roma per il centenario dell’unità d’Italia.

Il primo set è serratissimo, lo vince la Court 8-6. La Bueno reagisce alla grande, spinta anche dal pubblico italiano. Poi, nel terzo e decisivo set, la Court tira fuori una grande prestazione per battere una coraggiosissima Maria Bueno. Il finale è 8-6, 5-7, 6-4 per l’australiana. Il preludio di una rivalità che diventerà leggenda a Wimbledon per la brasiliana, dove vincerà il suo slam più importante.

I GLADIATORI DI ROMA

Chi sono i veri gladiatori del foro? Quando le scarpe, e non solo, si sporcano del rosso della terra romana, quando le palline da tennis viaggiano a velocità stellari frustate da racchette leggendarie, sullo sfondo della città eterna, chi rimane nella storia?

ROME, ITALY – SEPTEMBER 21: A detailed view of ‘Roma’ writing on the court as Novak Djokovic of Serbia walks over to pose for a picture after winning his men’s final match against Diego Schwartzman of Argentina during day eight of the Internazionali BNL d’Italia at Foro Italico on September 21, 2020 in Rome, Italy. (Photo by Riccardo Antimiani – Pool/Getty Images)

il foro ti trasforma

Questo è il grande esempio di Pete Sampras, un tennista dal feeling scarsissimo con la terra rossa. L’americano, infatti, ha vinto solo 3 tornei sul rosso e tra questi non figura il Roland Garros. Uno dei tre però è Roma e l’ha fatto in maniera non scontata. Il 15 Maggio 1994 va in finale al Foro Italico contro Boris Becker nella loro prima, e sarà l’unica, sfida sulla terra rossa della loro carriera. Sampras veniva da 27 vittorie consecutive e non poteva lasciarsi scappare quest’occasione. Becker vede le briciole. In una finale al meglio dei 5 set il tedesco ha solo nove turni di partita e ne perde sei… Il punteggio finale è 6-1, 6-2, 6-2. Per la serie: se devi vincere, almeno vinci dominando.

iL foro toglie, il foro da’

Il 12 Maggio 2002, Andre Agassi ha sentenziato:

Dopo gli slam, Roma è il torneo con più storia. E arrivare a un passo dalla finale e perdere così è davvero dura.

Quella finale contro Mancini non gli era proprio andata giù. La risposta però è arrivata dopo 13 anni. La sua bacheca finalmente si è potuta riempire di uno dei titoli importanti, in modo rabbioso e implacabile. A inizio anno un infortunio gli ha fatto saltare i suoi Australian Open, poi è tornato a grandi vittorie: Miami, Roma e Madrid. Nel Foro, poi, non perde neanche un set e regola in finale il povero Tommy Haas 6-3, 6-3, 6-0. Se devi vincere, vinci dominando.

the king of clay

Negli anni novanta era nato il King of clay, il solo e unico Thomas Muster. L’austriaco è stato anche n°1 al mondo e ha vinto ben 3 titoli a Roma e svariati altri nella terra rossa. Lui era l’uomo da battere nel clay. Il titolo più importante è quello che l’ha consacrato re di Roma, il terzo trofeo vinto il 19 Maggio 1996 contro Richard Peter Stanislav Krajicek nel suo momento migliore. L’olandese stava scalando la classifica ATP e, dopo gli Internazionali d’Italia, passò a numero 14 al mondo. Muster era il numero 2 e voleva dimostrare chi sedeva sul trono. In quattro set l’austriaco si sbarazzò di un coriaceo Krajicek 6-2, 6-4, 3-6, 6-3, dimostrando a tutti chi comandava sul rosso. Non che ce ne fosse bisogno: nel 1995 vinse 12 titoli ATP in the clay. Rimarcarlo però va bene.

i consoli di roma

Questi due hanno una storia meravigliosa, e non è ancora finita. Uno è spagnolo, delle Baleari, l’altro è serbo. Poi all’improvviso dal 2005 si sono trovati a comandare a Roma. Rafa Nadal e Novak Djokovic hanno combattuto, vinto e perso, e ci hanno regalato sempre grandi partite e grande spettacolo. In due hanno regnato 14 anni: 9 volte Nadal, 5 volte il Djoker. Il serbo è pure campione in carica, ma andiamo con ordine. Delle maratone di Nadal abbiamo già detto, lì ha vinto titolo numero 1 e 2. Straordinario.

Poi dal 2009 si cambia, lì arriva il Djoker e si fa tosta. Djokovic ha appena battuto Federer in semifinale e affronta in finale proprio Nadal il 3 maggio. Il mancino di Manacor vince 7-6, 6-2, e conquista per la quarta volta il Foro Italico, questa volta al meglio dei 3 set. Nel 2011 la rivincita. Djokovic ha appena battuto Nadal a Madrid in finale, che sarebbe la sua prima vittoria contro Nadal sul rosso in generale. Poi si rifà a Roma per 6-4, 6-4 in finale il 15 Maggio. Per la prima volta Nadal ha perso 2 finali sul rosso in 7 giorni, per mano del giocatore del momento: con la vittoria a Roma il record del 2011 per Djokovic è 37 vittorie e zero sconfitte…

Dal 2005 almeno uno dei due consoli arriva almeno in finale, e dal 2005 al 2015 l’hanno vinto loro. Un dominio quasi totale. Gli unici che si sono intromessi sono Andy Murray con un 6-3, 6-3 il giorno del suo 29esimo compleanno contro Djokovic. Il serbo però veniva da maratone incredibili contro Federer ai quarti e Nishikori in semifinale. Poi, l’anno dopo, si è preso la scena Alexander Zverev, vincendo il suo primo Masters 1000 all’età di 20 anni, sempre contro il serbo. Nel 2018 e nel 2019 due derby tra consoli, poi l’exploit che ha portato l’argentino Diego Schwartzman alle ATP finals 2020, battendo Nadal e il classe 1999 Denis Shapovalov, ma non Djokovic in finale.

le gladiatrici

Dal dopoguerra le tenniste italiane hanno avuto un magro bottino a Roma. 3 finaliste di cui 2 vittoriose: Annalisa Ullstein Bossi nel torneo di riapertura del 1950 e Raffaella Reggi nel 1985. L’anno dopo gli Internazionali d’Italia non si sono svolti.

Il 1987, invece, si riparte con il botto con la finale tra le giocatrici più giovani di sempre: Steffi Graff (a un mese dai 18 anni) contro Gabriela Sabatini (a un mese dai 17 anni). La tedesca vince una bellissima partita 7-5, 4-6, 6-0 e si guadagna il suo unico trofeo romano. L’argentina, invece, ha iniziato così il proprio dominio italiano che la vede trionfare 4 volte, diventando l’idolo indiscusso del Foro. Chi ha fatto meglio è Christine Evert tra la fine dei 70′ e inizio 80′. Cinque trofei a Roma e un record di 125 partite di fila vinte nella terra rossa. The Queen of Clay.

Eccoci, dunque, in uno degli svincoli più importanti della stagione: gli Internazionali BNL d’Italia. Un torneo di storia, d’importanza e di spettacolo.

 

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Marko Muca

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