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Tra fondo e tiro, alla scoperta del biathlon

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“Every Sport Is My Sport” ribadisce che ogni disciplina sportiva deve essere trattata con pari qualità e dignità, riservando loro lo spazio che meritano. È un viaggio tra più discipline possibili di cui di volta in volta ci occuperemo, guidando anche chi non le conosce bene con presentazioni, approfondimenti e delucidazioni tecniche e regolamentari. Uno spazio in cui i lettori potranno esplorare con più attenzione realtà già conosciute e scoprirne di nuove.


Il biathlon è uno degli sport invernali che gode di una popolarità sempre più crescente, in particolare in Italia, dove nell’ultimo periodo si è creata una significativa fetta di pubblico di appassionati. Tuttavia le dinamiche di questa disciplina non risultano particolarmente intuitive nell’immediato. Per questo motivo, nel nuovo appuntamento di “Every Sport Is My Sport”, cerchiamo di spiegarlo in maniera molto semplice a chi è interessato a seguire il biathlon o vuole approfondire le proprie conoscenze.

 

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La storia

La prima gara di biathlon si svolge nel 1767 tra le truppe di confine di Norvegia e Svezia che si dilettavano a correre sugli sci e a sparare ai bersagli.
Inizialmente il biathlon è parte della Federazione Internazionale del Pentathlon e rientra nel programma dei Giochi Olimpici del 1924, 1928, 1936 e 1948 come disciplina dimostrativa con le gare a pattuglie.
Il primo campionato mondiale si disputa nel 1958 a Saafelden (Austria) ed il biathlon entra nel programma olimpico ufficiale nel 1960 con le olimpiadi di Squaw Valley. Inizialmente era presente solo la gara individuale, fu a Grenoble 1968 che venne aggiunta la staffetta mentre la sprint venne introdotta a Lake Placid 1980.

Fino a quel momento il biathlon era solo uno sport maschile, la parte femminile nacque soltanto negli anni ’80 e la prima Coppa del Mondo per le ragazze prese il via nella stagione 1982-1983. Le prime Olimpiadi per le donne fuorono quelle di Albertville 1992.

Nel 1993 venne creata l’IBU che si staccò dalla Federazione Internazionale del Pentathlon anche se già prima operava autonomamente. Nelle ultime edizioni dei Giochi Olimpici sono stati introdotti nuovi format di gara (di cui parleremo dettagliatamente dopo): l’inseguimento a Salt Lake City 2002, la partenza in linea a Torino 2006 e la staffetta mista a Sochi 2014.

Breve spiegazione del biathlon

Il biathlon è uno sport che contiene due discipline: il tiro a segno con la carabina, a terra e in piedi, e lo sci di fondo. Analizziamo nel dettaglio questi aspetti.

Sci di fondo

Le gare si svolgono sulle distanze dai 7,5 ai 15 km per le donne e dai 10 ai 20 km per gli uomini, tutte le gare si svolgono con l’utilizzo della tecnica libera.

tiro a terra

Il tiro a terra prevede di sparare al poligono sdraiati su un tappetino. I bersagli si trovano ad una distanza di 50m ed hanno un diametro di 4,5 cm. In questa situazione è molto importante la giusta lettura delle condizioni meteo, motivo per cui gli atleti svolgono mezz’ora prima della gara l’azzeramento, che consiste nel regolare la diottra del fucile in base alle condizioni del vento. Un’altra curiosità che si può notare è il laccetto al braccio degli atleti che serve per agganciare il fucile nelle serie a terra e garantire una migliore stabilità.

tiro in piedi

Il tiro in piedi prevede di colpire i bersagli posti sempre ad una distanza di 50m con un diametro di 11,5 cm. In questo caso non è prevista una procedura di azzeramento.

PENALITÀ

Ogni errore al poligono comporta una penalità da scontare. Nelle prove sprint, mass start e inseguimento ogni errore costa 150m in più da percorrere, mentre nelle gare individuali per ogni bersaglio non colpito aumenta il tempo totale di un minuto. Nei nuovi format single mixed e super sprint (format non ancora visto in Coppa del Mondo) la penalità da percorrere è di 75m. Nelle staffette invece si hanno tre ricariche a sessione di tiro prima di entrare nel giro di penalità.

In questo video, una giovane Dorothea Wierer ci fa capire quanto sia impegnativo questo sport, sia fisicamente che mentalmente.

Le tecniche e le tipologie di atleti

Originariamente le gare di biathlon si svolgevano in tecnica classica, ovvero sciando dentro due solchi, praticati nella neve battuta, larghi poco più degli sci, detti “binari”; essi guidano lo sci senza bisogno che lo sciatore debba correggere la direzione, e creano una base d’appoggio efficiente per lo sci.
La tecnica classica, a partire dalla fine degli anni ottanta del secolo scorso, è stata sostituita dalla tecnica libera, o più comunemente detta skating o pattinato. In questa tecnica gli sci non procedono nel binario, ma scorrono su un terreno privo di tracce. A differenza della tecnica classica, lo sci, durante la spinta dell’arto inferiore, è sempre in movimento. Il contatto tra sci e neve avviene principalmente con lo sci piatto, o per i passi più veloci inizialmente sullo spigolo esterno e poi portato in piano. Per ottenere poi la spinta, lo sci deve essere posto sullo spigolo interno e divaricato di punta in modo da creare una superficie di appoggio sulla quale fare contrasto ed imprimere quindi la forza di spinta. Il vantaggio, in termini di rendimento, è che durante l’azione di spinta dell’arto inferiore lo sci continua a scorrere nella sua direzione consentendo così allo sciatore di mantenere la velocità anche in fase di spinta. La velocità di avanzamento, per la quale si riesce a trasferire forza anche con gli arti inferiori, risulta così più elevata rispetto alla tecnica classica, permettendo velocità in piano più elevate, inoltre gli sci risultano più veloci per l’assenza di sciolina di tenuta, tuttavia questa tecnica impone di procedere a “zig-zag”, aumentando la distanza percorsa, con un’ampiezza maggiore all’aumentare della pendenza in salita, rendendo meno efficiente questo passo nei tratti di forte salita.

Le tipologie di atleti si dividono grossomodo in due categorie:

  • Fondisti
  • Tiratori

I primi sono coloro i quali, nonostante le percentuali al tiro al di sotto dell’80% (soglia minima per un atleta di Coppa del Mondo), riescono a compensare gli errori al poligono con un passo sugli sci decisamente superiore alla concorrenza. Esempi lampanti di questa categoria sono
Liv Grete Poirée e Magdalena Neuner.
I secondi, invece, sono quegli atleti che hanno percentuali al tiro maggiori o uguali al 95%, che magari sugli sci non sono così performanti, ma al poligono sbagliano di rado. Un esempio è senza dubbio la scuola di tiro russa, probabilmente la più efficiente al mondo.

I format di gara

Sprint
  • Numero partecipanti: qualsiasi
  • Fondo: 10 km (uomini) / 7,5 km (donne)
  • Poligoni: 2 (uno a terra e uno in piedi rispettivamente)
  • Penalità: un giro di 150 m per ogni errore

Spesso la settimana/weekend di una tappa di Coppa del Mondo (più tardi vedremo di cosa si tratta) comincia con la sprint. E come si intuisce dal nome, velocità è la parola chiave di questa specialità. Ogni atleta parte a distanza di un determinato intervallo di tempo dall’altro (tendenzialmente 30″) e deve percorrere nel minor tempo possibile tre giri lunghi 2,5 km per le donne e 3,3 km per gli uomini inframezzati da una sessione di tiro a terra (tra il primo e il secondo giro) e una in piedi (tra la seconda e la terza tornata). Se è vero che in questa specialità contano molto anche doti “secondarie” come la rapidità nel posizionamento in pedana e nel rilascio dei colpi tra un bersaglio e l’altro, è altrettanto fondamentale la precisione. Un errore al tiro nella sprint non preclude esclusivamente la possibilità di vittoria nella singola gara (salvo una prestazione decisamente superiore sugli sci stretti rispetto ad avversari più precisi al poligono), ma potrebbe ripercuotersi persino sull’eventuale successiva gara ad inseguimento, per i motivi che spiegheremo proprio nelle prossime righe.

Inseguimento
  • Numero partecipanti: 60 (i migliori della sprint precedente o della gara cui si fa riferimento)
  • Fondo: 12,5 km (uomini) / 10 km (donne)
  • Poligoni: 4 (sequenza: a terra – a terra – in piedi – in piedi)
  • Penalità: un giro di 150 m per ogni errore

Partenza ad intervalli ma vince chi taglia per primo il traguardo, su circuito più breve rispetto ad una sprint ma con cinque giri e quattro poligoni. In questa specialità infatti i distacchi della sprint precedente (o di qualsiasi altra prova che si prende come riferimento) vengono mantenuti alla partenza. In questo modo il primo a partire è il vincitore della gara antecedente, poi il secondo classificato con un intervallo di tempo equivalente ai secondi di svantaggio accumulati nella prova precedente, e così via fino al 60°. Gli atleti a cui erano stati rifilati più di quattro minuti di ritardo partono insieme esattamente a 240 secondi dal primo, mentre il restante passivo viene aggiunto a gara terminata. Nel caso in cui si prendesse come riferimento l’individuale (di cui si parlerà nel paragrafo successivo) gli intervalli di partenza verrebbero dimezzati rispetto ai distacchi della gara precedente.

Le probabilità di commettere errori su venti bersagli (anziché i dieci della sprint) aumentano, soprattutto nelle sessioni in piedi dopo che gli atleti devono mantenere una forte stabilità su gambe che contano già un chilometraggio significativo. Le capacità di gestione mentale, del poligono e delle energie in corpo sono doti fondamentali per poter ambire al successo in questa specialità, anche per chi parte in testa. Non bisogna dimenticare inoltre che più si sbaglia, più metri si percorrono. Per questo motivo siamo abituati a vedere anche grandi rimonte.

Individuale
  • Numero partecipanti: qualsiasi
  • Fondo: 20 km (uomini) / 15 km (donne)
  • Poligoni: 4 (sequenza: a terra – in piedi – a terra – in piedi)
  • Penalità: un minuto per ogni errore

È il format di gara più estremo, siccome il percorso totale da completare cinque volte è nettamente più lungo rispetto a tutte le altre specialità. Per questo motivo, oltre ad essere veloci sugli sci stretti è necessaria una buona resistenza. Come già anticipato, l’unicità di questo format di gara sta nelle penalità per ogni errore al tiro, che si tramutano nell’aggiunta di un minuto al tempo effettivo anziché in un giro di penalità, punendo più severamente chi è meno preciso o troppo frettoloso. Di conseguenza questa tipologia di gara si adatta ad atleti completi. L’altra particolarità riguarda la sequenza dei poligoni, caratterizzata dall’alternanza delle posizioni prona ed eretta. Gli atleti partono a distanza di intervalli regolari e vince chi fa segnare il miglior riscontro cronometrico compresi gli eventuali minuti aggiuntivi.

Mass start
  • Numero partecipanti: i migliori 30 atleti (esiste anche una variante a 60)
  • Fondo: 15 km (uomini) / 12,5 km (donne)
  • Poligoni: 4 (sequenza: a terra – a terra – in piedi – in piedi)
  • Penalità: un giro di 150 m per ogni errore

Tutti gli atleti partono insieme, in maniera analoga alla griglia di partenza delle gare motociclistiche. Di conseguenza viene disputata con un numero limitato di partecipanti a causa delle poche piazzole di tiro disponibili contemporaneamente. Perciò nei principali eventi soltanto i migliori in classifica e gli atleti più in forma prendono parte a questa gara. Rispetto all’inseguimento, il circuito da percorrere è più lungo di mezzo chilometro, tuttavia il primo giro viene affrontato a ranghi compatti, quindi con ritmo più blando poichè è estremamente difficile fare la differenza in solitaria e si preferisce risparmiare le fatiche per le tornate finali, quelle decisive. La faticosissima tenuta mentale per tutto l’arco della gara fa sì che in questa specialità si possa assistere ad alcuni tra i più incredibili e spettacolari finali di gara di sempre.

Staffette

Tutte le staffette prevedono una partenza in linea, una sessione di tiro a terra e una in piedi per frazione (leg) e il “passaggio del testimone” basato sul semplice tocco tra staffettisti in una delimitata zona del tracciato. Una delle singolarità che rende a loro modo uniche queste gare riguarda la possibilità che viene data agli atleti di utilizzare tre ricariche per sessione di tiro (non cumulabili) per coprire eventuali bersagli mancati con i primi cinque colpi a disposizione ed evitare di effettuare giri di penalità, regola che ha influito in positivo anche sulla spettacolarità dell’evento. Tuttavia inserire la cartuccia nel caricatore, riposizionarsi e riprendere la mira può far perdere secondi preziosi (si stima un tempo medio di ricarica manuale attorno ai 10″).

Staffetta maschile o femminile
  • Numero partecipanti: squadre di 4 atleti dello stesso sesso
  • Fondo: 7,5 km a testa (uomini) / 6 km a testa (donne)
  • Poligoni: 2 per atleta (a terra – in piedi)
  • Penalità: 3 ricariche, poi un giro di 150 m per ogni bersaglio non coperto

Solitamente le nazionali decidono di mettere al lancio, cioè per primo a partire, l’atleta meno forte o meno preciso al poligono, perché è il momento della gara più ininfluente (come già spiegato nella parte dedicata alla mass start), mentre gli atleti più forti vengono inseriti tendenzialmente nella terza o quarta frazione, che rappresentano le fasi più concitate. Teoricamente il quarto frazionista dovrebbe essere colui su cui viene riposta grande fiducia.

Staffetta mista
  • Numero partecipanti: squadre di 4 atleti, due uomini e due donne
  • Fondo: 7,5 km a testa per gli uomini / 6 km a testa per le donne
  • Poligoni: 2 per atleta (a terra – in piedi)
  • Penalità: 3 ricariche, poi un giro di 150 m per ogni bersaglio non coperto

Se nella staffetta maschile e quella femminile prevalgono le nazioni con maggiore ricambio, nella mixed relay dei grandi eventi si dà possibilità anche alle squadre che portano i loro migliori esponenti tra maschile e femminile, giocandosela alla pari con le formazioni più blasonate nonostante una “rosa meno lunga”. Ne deriva una maggiore appetibilità e imprevedibilità rispetto alle tradizionali prove a squadre.

Staffetta singola mista (o single mixed)
  • Numero partecipanti: squadre di 2 atleti, un uomo e una donna
  • Fondo: 6 km per il primo a partire / 7,5 km per il secondo
  • Poligoni: 4 a testa (due sessioni con sequenza: a terra – in piedi)
  • Penalità: 3 ricariche, poi un giro di 75 m per ogni bersaglio non coperto

Finora è il format più recente ad essere stato inserito nelle principali competizioni di carattere internazionale. Presenta tre peculiarità rispetto alle altre staffette: l’impiego degli atleti, due volte alternandosi tra loro; il giro di penalità, metà rispetto a quello tradizionale, dovuto ad una distanza di gara inferiore; infine il cambio, che avviene subito dopo la sessione di tiro in piedi senza effettuare in mezzo ulteriori chilometri sugli sci stretti. Riguardo a quest’ultima caratteristica, ne deriva che il secondo atleta deve compiere 1,5 km in più dell’altro (appunto, un giro in più), quelli che portano dall’ultimo poligono della gara alla linea del traguardo.

Super sprint
  • Numero partecipanti: elevato (tendenzialmente superiore a 30)
  • Fondo: giri da 1,5 km (totale: 4,5 km qualificazioni / 7,5 km finale)
  • Poligoni: 2 nelle qualificazioni (a terra – in piedi) / 4 in finale (a terra – a terra – in piedi – in piedi)
  • Penalità: un giro di 75 m per ogni errore

Per rendere questa guida ancora utile negli anni a venire, abbiamo deciso di aggiungere anche dei format di gara finora sperimentati negli eventi di rango inferiore, che si sta pensando di portare in Coppa del Mondo. La prima delle due specialità che presentiamo è stata pensata per competizioni con un numero molto alto di iscritti (vale la pena ricordare che il biathlon è una disciplina in forte espansione a livello globale) e che dunque prevede una fase di qualificazione dove vengono decretati i migliori 30 che prenderanno parte al vero e proprio finale di gara. Il circuito è stato accorciato a 1,5 km e il giro di penalità dimezzato, per il resto la qualificazione mantiene le stesse caratteristiche della sprint e la finale quelle della mass start. Una specialità volta a non commettere errori e spingere al massimo per tutta la durata della prova.

Short individual
  • Numero partecipanti: qualsiasi
  • Fondo: 15 km (uomini) / 12,5 km (donne)
  • Poligoni: 4 (a terra – in piedi – a terra – in piedi)
  • Penalità: 45 secondi per ogni errore

La struttura è identica all’individuale, a differenza del chilometraggio (più breve) e dei secondi di penalità che vengono aggiunti per ogni bersaglio non coperto (15″ in meno).

Le principali competizioni

OLIMPIADI

Le specialità che rientrano nel format olimpico sono sei: sprint, inseguimento (distacchi in partenza basati sulla sprint di quell’edizione delle Olimpiadi Invernali), individuale, mass start, staffetta e staffetta mista. Resta ancora fuori la single mixed, che al momento spera in Milano-Cortina 2026.

Gli atleti che hanno vinto il maggior numero di medaglie olimpiche sono il norvegese Ole Einar Bjørndalen al maschile (tredici in tutto, di cui otto ori) e la tedesca Ursula Disl al femminile (nove in totale, di cui solo due ori). Le biatlete più vincenti alle Olimpiadi sono Katharina Wilhelm (Germania) e Darya Domracheva (Bielorussia), che vantano tre titoli ciascuna.

Campionati MONDIALI

I Mondiali di biathlon si disputano con cadenza annuale, ad eccezione dell’anno olimpico, e si prolungano mediamente per una settimana e mezzo. Tutte le specialità di Coppa del Mondo fanno parte del programma iridato, compresa la single mixed a partire dal 2019. Sono quindi 12 i titoli iridati in palio: sprint maschile e femminile, inseguimento maschile e femminile, individuale maschile e femminile, mass start maschile e femminile, staffetta maschile e femminile, staffetta mista e staffetta singola mista.

COPPA DEL MONDO

Come per la maggior parte degli sport invernali, anche nel biathlon si svolge tutti gli anni la Coppa del Mondo, con un calendario fitto di gare tra fine novembre e fine marzo che fa tappa nelle principali strutture in Europa, America del Nord e Asia, sotto l’egida dell’IBU (International Biathlon Union). In ogni località sono previste più gare diverse nell’arco del weekend o anche di un’intera settimana. Rispetto alla Coppa del Mondo di altre discipline invernali, in quella di biathlon vengono conteggiati anche i risultati dei Mondiali. Inoltre è previsto un sistema di scarti: vengono eliminati dal conteggio della classifica finale le due prove in cui gli atleti hanno conquistato meno punti (questa stagione eccezionalmente quattro a causa di eventuali imprevedibili assenze per coronavirus).

Anche il sistema di punteggi per ogni gara presenta qualche sostanziale particolarità: vengono assegnati punti agli atleti piazzati nelle prime 40 posizioni nelle prove sprint, inseguimento, individuale e nelle staffette; invece nella mass start, siccome gli atleti in gara sono soltanto 30, tutti vanno a punti ma con una ripartizione diversa rispetto alle altre prove.

Punteggi Coppa del Mondo di biathlon per gare sprint, inseguimento, individuale e staffette

Punteggi Coppa del Mondo di biathlon per gare mass start

Perché seguire il biathlon?

Il biathlon negli ultimi anni è diventata una delle principali discipline sportive invernali, sia grazie all’avvento di fuoriclasse assoluti come Ole Einar Bjørndalen, Martin Fourcade, Johannes Thingnes Bø, Magdalena Neuner, Darya Domracheva e Dorothea Wierer che rendevano e rendono le gare una sorta di quadro vivente, sia grazie ai vari commentatori delle emittenti sportive europee, basti pensare ai commentatori norvegesi, francesi e soprattutto italiani come Dario Puppo e Massimiliano Ambesi. Con loro il biathlon è cresciuto tantissimo ed è entrato prepotentemente nelle case anche di quegli italiani che non sapevano della sua esistenza. La loro telecronaca, precisa, puntuale e competente ha portato una svolta nel panorama dello sport in questione, rendendolo, senza ombra di dubbio, uno dei più seguiti per quanto riguarda le discipline olimpiche invernali. E i margini per crescere ulteriormente sono inesplorati.

Il biathlon in Italia

Il biathlon in Italia ha accresciuto la popolarità negli ultimi anni grazie ai risultati della nostra nazionale ed in particolar modo di Dorothea Wierer. La campionessa originaria di Anterselva nell’ultimo biennio è stata capace di imporsi due volte nella classifica generale e di conquistare tre titoli mondiali, di cui due ai Mondiali di casa.

Gli scorsi Mondiali hanno rappresentato un successo per la disciplina del Biathlon che, grazie alla trasmissione in chiaro sulla Rai. ha avuto ottimi numeri di share televisivi i quali, insieme alle imprese di Dorothea, hanno contribuito a diffondere ulteriormente la bellezza di questo sport.

Il biathlon italiano non è solo presente ma anche passato, infatti ci sono stati atleti di alto livello nel settore maschile come Andreas Zingerle, Johann Passler, PierAlberto Carrara e René Cattarinussi. Passler e Carrara ottennero due medaglie olimpiche, il primo bronzo a Calgary 1988 ed il secondo fu argento a Nagano 1998. Nella storia dell’Italia ci sono altre due medaglie ottenute con la staffetta mista a Sochi 2014 (Wierer-Oberofher-Hofer-Windisch) e Pyeongchang 2018 (Vittozzi – Wierer – Hofer-Windisch).

 

A cura di Giuseppe Greco, Lorenzo Ropa e Luca Montanari

Immagine in evidenza: © Twitter/Ibu World Cup

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