Ciclismo

Come si vince la Milano-Sanremo?

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280 chilometri di attesa prima dell’all-in sugli ultimi 15. Sei ore di gruppo compatto prima dei quindici minuti più adrenalinici di tutta la stagione. Un climax ascendente: l’infinita pianura, il mare, i capi, la Cipressa, il Poggio, il centro di Sanremo. Il desiderio di tutti, la gloria per uno solo.

La Milano-Sanremo giunge alla centotredicesima edizione, mantenendo la sua essenza primordiale, totalmente antitetica rispetto alle regole del ciclismo contemporaneo, in cui si spinge sempre al massimo dal chilometro zero e lo spettacolo può iniziare in qualsiasi momento. Sarà per questo che la Classicissima di primavera conserva un fascino particolare, dal sapore antico, che spesso produce opinioni contrastanti anche tra gli appassionati, ma non all’interno del gruppo, dove è sempre una delle corse più bramate dai grandissimi campioni. 

Il profilo della Sanremo 2022: torna il Passo del Turchino a metà gara (2019 l’ultima), non cambia l’iconico finale (© LaFlammeRouge x ProCyclingStats)

Proprio la semplicità del disegno la rende una corsa apertissima, che si può vincere in diversi modi e perdere per un’infinità di motivi. Tutti sanno che dal Poggio in poi è one shot, serve avere la gamba per fare la differenza dopo quasi 300 chilometri, ma soprattutto la lucidità e la scaltrezza per sbrogliare i giochi tattici che inevitabilmente si innescano nel finale di una corsa così bloccata e con così tanti pretendenti con caratteristiche diverse

Attraverso il ricordo delle ultime edizioni, cerchiamo di descrivere i possibili scenari che possono decidere la prima monumento dell’anno, proponendo il nome di due possibili vincitori per ogni categoria.

 

In volata ristretta: Wout Van Aert e Tadej Pogačar

Nell’ultimo decennio è questo l’epilogo percentualmente più probabile della Sanremo. La prima immagine che viene alla mente è lo spettacolare triello del 2017, con Sagan e Alaphilippe beffati di un soffio da Kwiatkowski. L’unico dei tre ancora in grado di fare la differenza sul Poggio poteva essere il campione del mondo, che non sarà però al via per la bronchite che ha colpito in maniera pesante il gruppo tra Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico.

 

L’ovvio favorito in questo scenario rimane Wout Van Aert, per caratteristiche, stato di forma e per lo squadrone che la Jumbo Visma presenterà al via, con Laporte e Roglič (all’esordio alla Sanremo) come possibili alternative o aiutanti di extralusso, anche dopo il Poggio. Il vincitore dell’edizione 2020 infatti non troverebbe più collaborazione in nessun tipo di gruppetto per chiudere eventuali buchi se non da compagni di squadra, essendo nettamente il più veloce oltre agli sprinter puri.

 

Non si può però non considerare Tadej Pogačar come uno dei principali favoriti anche per questa corsa, dopo l’inizio folgorante di 2022. Il fenomeno sloveno ha già vinto 7 volte quest’anno tra UAE Tour, Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, e ha già messo da tempo il circoletto rosso sulla Classicissima. Sicuramente sarà nel gruppetto decisivo nel finale, ma probabilmente sarà lui a prendere l’iniziativa sul Poggio, per cercare di scremare il più possibile il gruppo e di isolare Van Aert. Sulla carta non sarebbe comunque il favorito tra i due in una volata pura come quella di Via Roma, ma dopo tutto quello che gli abbiamo visto fare negli ultimi due anni, per il vincitore degli ultimi due Tour de France sky is the limit.

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Sulla carta Van Aert è nettamente il più veloce, ma nella volata per l’argento nella prova olimpica di Tokyo, Pogačar andò ad un soffio dal batterlo

 

Allo sprint: Caleb Ewan e Mads Pedersen

Quasi mai nell’ultimo decennio la Sanremo si è decisa con una volata pura tra sprinter in un gruppo numeroso. L’ultimo a riuscirci è stato Arnaud Démare nel 2016, ma da quel momento in poi quasi tutti sono stati respinti con perdite dal Poggio. L’unico ad andarci realmente vicino è stato Caleb Ewan, due volte secondo nel 2018 e nel 2021, beffato dalle azioni solitarie di Nibali e Stuyven.

 

Il tasmaniano della Lotto è il velocista più adatto per caratteristiche a superare il colle finale con i migliori. Se fosse in gruppo a quel punto diventerebbe il più grande spauracchio per tutti, perché portarselo ai 200 metri vorrebbe dire sostanzialmente consegnargli la vittoria. Dopo la sua vittoria di tappa alla Tirreno-Adriatico ha dichiarato di aver focalizzato tutta la sua preparazione invernale proprio su questa corsa, lavorando molto di più sulla tenuta in salita. Dovrà sperare comunque in un ritmo controllato sulla Cipressa e che i tentativi sul Poggio non siano troppo incisivi.

 

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Non è però l’unico velocista con grosse chance di fare bene: il capitano della Trek Segafredo sarà infatti Mads Pedersen. Il danese non sarebbe nemmeno dovuto essere al via, ma dopo l’annuncio del forfait di Stuyven è stato inserito nella startlist, vista anche la condizione mostrata alla Parigi-Nizza. Con tanti uomini forti in salita che allungano la fila e offrono la scia giusta per poter rimanere agganciati al treno dei migliori, ci potrebbe essere una chance anche per lui per sorprendere tutti in volata.

 

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Alla Cancellara: Filippo Ganna e “Mister X”

O alla Stuyven, se preferite, anche se lo scorso anno il belga della Trek fu aiutato parecchio da Søren Kragh Andersen (altro nome spendibile per questa categoria) che lo raggiunse e sostanzialmente gli tirò la volata. Se parliamo di attacchi in totale solitudine dopo la discesa del Poggio, l’ultimo a riuscirci è stato proprio Spartacus nel 2008, quando partì in contropiede poco prima dell’ultimo chilometro e non fu più ripreso.

 

Più il gruppo si allunga dopo lo scollinamento e più ci si guarderà, controllando i favoriti allo sprint e cercando di capire quale squadra prenderà in mano l’iniziativa. In questo gioco di sguardi c’è spazio per evadere, ma oltre a una grande gamba il colpo d’occhio e la sagacia tattica per scegliere il timing giusto. Proprio per questo viene da pensare che Filippo Ganna abbia delle concrete chance di conquistare la sua prima monumento in carriera. Se Pidcock non si dovesse far trovare pronto dopo i problemi fisici delle ultime settimane, sarebbe proprio lui la carta principale per il Team Ineos, dopo che l’anno scorso aveva fatto un gran lavoro sul Poggio in favore del britannico e di Michał Kwiatkowski.

Ganna non è l’unica opzione in casa Ineos: Kwiatkowski, Pidcock e Hayter hanno tutti delle chance, mentre Viviani è la carta per l’eventuale volata – ©️ Twitter @INEOSGrenadiers

Un solo attack in pianura è l’epilogo statisticamente più improbabile, ma come abbiamo visto lo scorso anno con Stuyven, in gruppo ci sono svariati corridori fortissimi che per forza di cose saranno meno controllati rispetto ai principali favoriti. Nel finale ci potrebbe essere dunque spazio per tantissimi per fare una grossa sorpresa.

Il bello della Milano-Sanremo è proprio che ogni ipotesi può essere perfettamente smentita, e che il nome buono può uscire dal nulla e ribaltare qualsiasi pronostico. 

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Giovanni Valenzasca

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