Day 12
C’è un’altra alba da accogliere con gli occhi pieni di sport, non ne abbiamo ancora mancata una. L’afflato olimpico mi tiene in piedi ben oltre ciò che la ragione suggerirebbe. Si annuncia un’altra giornata a frequenze altissime, di quelle per le quali abbiamo deciso di non curarla questa malattia. C’è tanto ad attenderci, stupore e conferme, sollievo e ansia, passioni forti e tg olimpici. Abbiamo ancora voglia di vivere tutto, perfino quello che preferiremmo non vivere.
La nottata sembra prendere subito una piega singolare, abbastanza inattesa. Durante la rassegna di presentazione delle finaliste del Salto in Lungo femminile, l’insospettabile Luca Di Bella si lancia in accenni più o meno velati sulla linea editoriale del profilo Instagram di qualche atleta. Il suo sodale Alessandrini, da par suo, non si fa cogliere impreparato e sciorina una certa conoscenza dell’argomento, allargandolo anche ad atlete italiane. “Tutto molto bello” direbbe Brunone Pizzul.
La gara richiama tutti all’ordine. Le misure non alimentano entusiasmo, i 7 metri si sfiorano soltanto, però c’è grande competizione. Non resisto alla tentazione di fantasticare su cosa avrebbe potuto essere questa finale con Larissa Iapichino presente. Sebbene non si vedano grandi picchi, è pur vero che sono sei o sette le atlete che hanno già saltato il 6,80 metri che rappresenta il primato outdoor di Larissa. Digressioni abbastanza futili, Parigi 2024 non è troppo lontana, quello conta. All’ultimo salto Malayka Mihambo decide di toccare finalmente i 7,00 metri, non un centimetro di più, e tanto basta per l’oro.
Ma all’Olympic Stadium di Tokyo il pezzo forte della mattinata arriva nel finale. C’è la finale dei 400hs, sono sveglio dalle 4.00 soprattutto per questo. La vittoria di Karsten Warholm non sembra in discussione, invece, e nemmeno la possibilità di record del mondo. Lo ha corso proprio lui un mese fa, 46”70. Non soltanto arriveranno entrambe le cose, oro e primato, ma anche tanto altro. L’intera gara entra di diritto tra le gemme della storia dei Giochi. Intorno al penultimo ostacolo l’americano Rai Benjamin sta quasi affiancando in testa Warholm. Per il norvegese è ulteriore benzina, un’altra accelerata e saluta il collega. Il cronometro dice 45”94, il precedente record mondiale non è battuto, è disintegrato. Warholm è il primo uomo sotto i 46 secondi nei 400 hs, Benjamin fa 46”16, più di mezzo secondo meglio del record che il norvegese ha appena ridicolizzato, e pure il brasiliano Dos Santos non fa meglio di soli 2 centesimi. L’ugola di Bragagna avrebbe cantato. Una gara “for the ages”, direbbero gli americani.
Fuori non è più buio e il sonno continua a darmi tregua. Mi godo Usa-Spagna, quarti di finale del torneo di basket. Gli americani andranno dove li porterà Kevin Durant, gli spagnoli salutano gli ultimi pezzi di una generazione d’oro, Pau Gasol su tutti. Poi festeggiamo la splendida medaglia di bronzo di Irma Testa. Si sente la grande emozione del telecronista Rai che ci dice: “si festeggia in Italia e anche a Torre Annunziata”. In che senso? Vabè.
Meglio il suo collega della vela che ci racconta l’oro di Ruggero Tita e Caterina Banti nella classe Nacra 17. Prende la linea quando la Medal Race è già partita da un po’ a causa dell’ennesima imperdibile edizione del tg2 e non manca di sottolinearlo. Uno di noi. C’è gloria anche per Pancani e Saligari all’Izu Velodrome, dove Pippo Ganna li fa saltare sulla sedia facendo un’altra volta il fenomeno e portando la squadra dell’Inseguimento in finale. Domani in finale affronteremo la Danimarca, che oggi ha fatto in tempo anche a speronare i britannici nella propria semi.
Ma ecco che ci siamo, è il momento più atteso della giornata. Siamo tutti pronti a seguire l’Italia del volley maschile e quella del basket che in contemporanea si giocano l’accesso alle semifinali. Un carico emotivo già di per se bello grosso, appesantito dalla necessità di capire come seguire i due match. In particolare c’è grande curiosità per come gestirà la situazione la Rai.
Italia-Argentina di pallavolo inizia prima, alle 10. Ciò non impedisce all’irreprensibile TV di Stato di perdersi l’inno italiano. Va bene dai, poco male. Il primo set procede punto a punto, e quando entra nel vivo Raidue si affida al doppio screen che annuncia l’inizio di Italia-Francia e il passaggio al basket. Allora cambio su Discovery e piazzo lì il volley, ma quando si torna a schermo pieno c’è prima la pubblicità. Al rientro il telecronista Rai azzarda un “eccoci qui, l’unica rete in cui trovate tutti i Giochi Olimpici”. Me cojoni, direbbero a Roma.
Ok, stiamo calmi. Siamo appena all’inizio, rimaniamo tranquilli. L’importante è che le cose procedano bene in campo. Il primo set lo abbiamo vinto e l’Italbasket sta giocando alla pari con la favoritissima Francia ed è addirittura in vantaggio. La Rai continua a provocare, mandando in sovrimpressione l’annuncio della cancellazione del tg2 dell’11 (me cojoni x2), ma noi rimaniamo concentrati.
Quasi nello stesso momento chiudiamo sotto di un punto il primo tempo contro la Francia e l’Argentina pareggia i conti vincendo il secondo set. Proprio in quel momento è pronta alla trave Simone Biles. Ha deciso di ritornare la fuoriclasse americana, ed è una bellissima notizia. Al termine della gara sarà bronzo e c’è anche il Presidente del CIO Bach ad applaudirla, ma ciò che conta è aver ritrovato il sorriso e un po’ di serenità.
Tornano in campo le nostre Nazionali, ma la musica è cambiata. Scappano sia la Francia nel terzo periodo che l’Argentina nel terzo set. I ragazzi di Meo Sacchetti sembrano abbassare la testa e scivolano a -14, quelli di Blengini si ritrovano sotto 2-1. Se c’è una cosa che a questa Italbasket non manca è il cuore, enorme. Pajola è uno dei miei nuovi idoli, voglio assolutamente diventare suo amico. Ricuciamo fino al pari a poco dalla sirena finale e intanto prendiamo il largo nel quarto set con la classe di Osmany Juantorena. In quel momento arriva il colpo di genio definitivo di mamma Rai, doppio doppio screen: da una parte la pubblicità, dall’altra ulteriore doppio screen con volley e basket. Apoteosi. Io mi arrendo.
Purtroppo devono arrendersi alla Francia anche gli Azzurri di Sacchetti, siamo stati bravissimi ma serviva essere perfetti oggi. Solo complimenti per questi ragazzi che un mese fa a Belgrado hanno firmato un’impresa che rimarrà eterna. Tengono botta Giannelli e compagni, che portano l’Argentina al tie-break decisivo. Ecco, ci spremeranno fino all’ultima goccia d’ansia rimasta. Di buono c’è che a questo punto la Rai non può più sbagliare scelte. Come finisce lo sapete, con una doppia delusione cocente che sembra il contrappasso per la gioia delirante dei due ori dell’altro ieri.
Questa è l’Olimpiade, gente. Montagne russe emotive che ci spingono a vedere tutto nero e subito dopo tutto rosa, senza freni, senza mezze misure. A fine giornata Bragagna mi ricorda il clamoroso quarto posto di Paolone Dal Soglio nel Getto del Peso ad Atlanta ‘96. Era oro prima dell’ultimo giro, si ritrovò quarto a un centimetro dal podio alla fine. Che colpo per il me tredicenne anche quella volta.
Allora speriamo che sia presto di nuovo tutto rosa, senza disperare troppo, godendoci sempre la grande opportunità di vivere queste emozioni che ci è stata concessa, nel bene e nel male.
Ci ritroviamo qui domani, per sfogliare la margherita e scoprire che colore viene fuori. Sempre Mentre Tokyo Dorme.
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