F1

Franco Colapinto, il rookie inaspettato

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Il 5 luglio 2024 Franco Colapinto, 2003 di 21 anni, sembra particolarmente concentrato nell’iconica Silverstone. Le telecamere si soffermano su di lui, ma non troppo, non come accade a quelli davanti, a quelli forti. Eppure, lui sa di star coronando il sogno di una vita: fare il suo esordio in Formula1.

Quando Franco Colapinto, all’età di 14 anni, giunge in Italia per correre con i kart e iniziare il suo percorso, quello era ancora solamente un sogno. Eppure, per quel ragazzino nativo di Pilar che aveva preso la scelta coraggiosissima di spostarsi di casa per vivere solo, dormire e mangiare all’interno della fabbrica di kart per cui correva, l’etichetta di predestinato – per scomodare un paragone noto e delicato – forse non era poi così impensabile. Predestinato, Colapinto non lo è però forse mai stato: pochi in realtà i successi, molta la costanza. Vincitore della F4 spagnola, a mettere gli occhi su di lui fu nientepopodimeno che Fernando Alonso, che cominciò a sponsorizzarlo sin da subito. Nel 2023 in F3 conclude il suo campionato con il 4° posto, nel 2024 conquista una sola vittoria prima del grande salto in F1, dovuto agli insuccessi a tratti disastrosi di Logan Sargeant.  Già, perché Colapinto, dal 2023, aveva firmato con gioia il contratto per entrare a far parte dell’Academy Williams, una scuderia la cui storia parla da sé. Ma lo aveva fatto pensando soprattutto a quello che poteva rappresentare per il suo paese, l’Argentina, che dal lontano 2001 non aveva più avuto un rappresentante: l’ultimo argentino a correre per la Formula1 fu Mazzacane, un pilota che non lasciò il segno nella massima serie.

Difatti, dopo la sostituzione di Sargeant, che avvenne ufficialmente il 30 agosto per il Gran Premio d’Italia a Monza, ecco che il nome di Colapinto inizia, lentamente ma nemmeno troppo, ad essere sulla bocca di tutti, soprattutto in Argentina. A Monza conclude 12°, a Singapore 11°: quel che dimostra è concretezza, sicurezza, affidabilità, capacità di guida di una macchina che, ricordiamolo, non aveva ancora mai testato se non nelle FP1 di Silverstone. Poca cosa. È comunque l’appuntamento mediano tra Monza e Singapore ad essere quello che più ha stupito: 8° in Azerbaigian, portando a casa quattro punti e posizionandosi subito dietro il suo compagno di squadra, Alexander Albon, che finalmente ha qualcuno che possa spronarlo alla competitività dopo la bellezza di zero punti guadagnati da Sargeant in ben due anni di Williams. Franco Colapinto sfiora i muri di Baku, uno dei circuiti più complessi della stagione, con la sicurezza di un veterano, lo sprezzo del pericolo di un domatore.

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Le sue prestazioni portano fama, consapevolezza, ma soprattutto soldi. Soldi argentini. Da quando il rookie si è messo in mostra, le più importanti aziende argentine sgomitano per investire su di lui e sulla F1 in senso lato. Già, in quanto in molti ad oggi – e soprattutto il ministro argentino dell’Ambiente, del Turismo e dello Sport Locale, Daniel Scioli – spingono per ristrutturare e portare a categoria 1 – il minimo per poter essere selezionabili tra i circuiti di F1 – il circuito di Buenos Aires, non sfruttato nella massima serie dal 1998 a causa delle sue pessime condizioni. Quello che Colapinto sta generando è perciò una vera e propria mania argentina: il caliente sangue albiceleste freme per il motorsport, non solo per il calcio, grazie al ragazzino di Pilar.

Eppure, la strada sembrerebbe essere tutt’altro che in discesa. In effetti, Colapinto non ha un sedile assicurato nel 2025. Nonostante le ottime prove sin qui ottenute, il prossimo sarà l’anno dei rookies e il nome del ventunenne non compare ancora nella line-up piloti futura. Olly Bearman – si cita qui solo brevemente il particolare mènage a trois di cuore che potrebbe accendere forse una piccola rivalità: la ragazza di Colapinto è da poco ri-tornata assieme a lui, dopo aver avuto una piccola parentesi proprio con Bearman – è già sicuro del sedile in Haas; Andrea Kimi Antonelli è riuscito ad ammaliare Toto Wolff, che non vede l’ora di vedere i due giovani entrambi provenienti dall’Academy Mercedes, Russell e appunto Antonelli, fare teamwork; Liam Lawson è sicuro a sua volta di un sedile, probabilmente in Racing Bulls; Jack Doohan è promesso sposo Alpine, mentre in Williams è già stata ufficializzata la coppia Albon-Sainz, in uscita da Ferrari. Vowles vorrebbe tenerlo sotto contratto per tutelarsi, perciò è già pronto a stipulare un accordo con la Stake F1, futura Audi, dove non si è certi ancora di nulla. Mattia Binotto, nuovo direttore tecnico del progetto, vorrebbe Gabriel Bortoleto, che sta facendo davvero benissimo in F2, primo nella classifica piloti: e tuttavia, impossibile è non notare il grande salto avanti fatto in queste prime prove da Colapinto.

Sei gare al termine del campionato, apertissimo e molto avvincente dopo i due successi mondiali ottenuti in nonchalance dal cannibale Verstappen. Sei gare in cui Franco Colapinto è certo di avere un sedile, sei gare in cui deve obbligatoriamente mettersi ancora in mostra. Dovesse portare ancora la FW46 a punti o anche solamente in Q3 come ha già fatto a Baku, certamente la sua notorietà, la Colapinto-mania, otterrebbe un’altra accelerazione inevitabile. Forse l’etichetta di predestinato è eccessiva, ma il rookie inaspettato, entrato nella F1 in punta di piedi, ha tutte le carte in regola per imporsi e confermare che, ancora una volta, Fernando Alonso c’aveva visto giusto.

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Mattia Piovesan

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