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Hamilton e il fascino del Rosso Ferrari

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Il ritorno di un re in Rosso

L’ultimo si chiamava Sebastian Vettel e ha abbandonato la Formula 1 con la delusione di non aver mai riportato al Cavallino Rampante un campionato del mondo. Il prossimo, si chiama Lewis Hamilton. Ferrari tornerà, a partire dal 2025, a vantare nel team un campione del mondo, forse il più grande, anche se un paragone col Keiser Michael Schumacher è ancora sensibile dalle parti di Maranello, ma di sicuro
l’unico, assiema al tedesco, ad aver vinto 7 titoli piloti nella sua carriera. Quella scintilla che è divampata in incendio ad inizio febbraio è un riscatto d’identità per Ferrari che serviva da tanto tempo, che rimette quel colore rosso nel cuore di molti nuovi fan (il profilo Instagram di Hamilton vanta 36,3 milioni di followers) e che dimostra ancora una volta che nel paddock di F1 La Rossa è ancora la macchina più ambita e sognata di tutte.

Ora la domanda sorge spontanea: Hamilton sarà la pedina che permetterà a Ferrari di ritornare quella di un tempo? La risposta, però, è troppo presto per darla. Di sicuro, John Elkann ha dato il via libera a un gran rischio. Sì, perché Sir Lewis approderà a Maranello a quarant’anni e quella in rosso sarà molto probabilmente la sua ultima avventura in F1. Proprio per questo, Ferrari potrà avere soltanto un
obiettivo per il 2025: vincere.

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Le scusanti sono finite e l’ingaggio di un campione come Hamilton alzerà ancor di più la pressione su Vasseur e tutto il team sviluppo di Ferrari, che dovrà riuscire in ogni modo a mettere fine all’egemonia di Newey e Red Bull, che anche all’alba del 2024 sembrano ancora il vero team da battere. Impresa non da poco, dunque, visti anche i continui passi avanti del team di Milton Keynes ma, come il cambio di regolamento di due anni fa ha dato ancora più spinta alla squadra di Horner, Ferrari potrebbe lanciarsi in tutto e per tutto sul 2026, anno in cui arriverà il nuovo cambio di regolamento, nella quale verranno toccate power unit e aerodinamica, con la morsa del budget cap che continua a influenzare le scelte dei vari team.

Sarà tutto da vedere, dunque, ma Ferrari ha dimostrato che, dopo aver perso con Binotto l’occasione di un totale riscatto nel 2022, ora gli occhi sono puntati interamente sul biennio 2025-2026, dove al fianco di Charles Leclerc siederà un sette volte campione del mondo e dove il cambio di regole potrebbe essere un fattore decisivo. Tutto porta a pensare ad un’era che si è aperta dalla sfida Red Bull-Ferrari, nell’attesa di una vera risposta di Mercedes alla perdita della sua stella di riferimento. Mancherà un anno, sì, ma se per Hamilton sarà l’ottavo e per Ferrari il diciassettesimo sarà tutto da vedere, ma sembra che le stelle non possano essere più allineate…

Di Anwar Defrancesco


I piloti preferiscono il Rosso

Il Rosso Ferrari è il colore più desiderato del motorsport. La Scuderia fondata da Enzo Ferrari nel 1929 è stata, è e sarà sempre la stella polare dell’espressione più alta degli sport motoristici, la Formula 1. Una stella vestita splendidamente di un rosso unico e indimenticabile e adornata da un cavallino indomito e temerario. Da sempre, la Ferrari attira gli sguardi, le ammirazioni e le mire dei migliori piloti. I più forti e coraggiosi eroi al volante sono impotenti di fronte al fascino di quel colore, di quel sedile, e di quella storia.

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Solo la Scuderia Ferrari ha partecipato a tutte le edizioni del campionato Mondiale di Formula 1, con quindici titoli piloti e sedici titoli costruttori. La sua storia comincia già nei primi anni ’30 come squadra corse Alfa Romeo tra la Mille Miglia, la Targa Florio e la 24ore di Le Mans. Da qui la scelta di Enzo Ferrari di mettersi in proprio per creare un’epopea che ha attraversato tutta la storia del Novecento giungendo fino ai giorni nostri.

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Ma la storia, si sa, la scrivono gli uomini, e tanti campioni hanno contribuito in maniera determinante a crearne il mito. Lunga è infatti la lista dei campioni del mondo: Michael Schumacher, idolo indiscusso e autore all’alba di questo secolo di un ciclo di vittorie ancora ineguagliato con cinque titoli consecutivi. Niki Lauda, di cui si ricorda soprattutto la stagione 1976 raccontata da Ron Howard nel film Rush. Alberto Ascari con due titoli mondiali. Kimi Raikkonen, ultimo campione del mondo nel 2007, John Surtess, Mike Hawthorn, Phil Hill, Jody Schekter e Juan Manuel Fangio con uno.

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Il cuore e la passione dei tifosi ferraristi però è colmo di amore anche e sopratutto per quei piloti che non hanno avuto la fortuna o la bravura di vincere, ma hanno comunque lasciato un segno indelebile: L’indimenticato Gilles Villeneuve, deceduto a Zolder nel 1982; Michele Alboreto, Jean Alesi e Gerhard Berger, Clay Regazzoni, il professore Alain Prost, il leone indomabile Nigel Mansell, la leggenda italoamericana Mario Andretti, i pluricampioni del mondo Fernando Alonso e Sebastian Vettel e gli attuali piloti Charles Leclerc e Carlos Sainz jr.

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Solo un pilota, nonostante numerosi ammiccamenti e dichiarazioni di interesse reciproco, non è riuscito ad approdare a Maranello. Il tre volte campione del mondo, e leggenda di questo sport, Ayrton Senna da Silva. Stando alle dichiarazioni degli ex team principal Cesare Fiorio e Jean Todt, Senna è stato vicinissimo alla firma in varie occasioni. La storia, purtroppo, ha preso un’altra piega.

Ayrton è stato peraltro l’idolo dell’infanzia di Lewis Hamilton, tanto che il casco dell’inglese, al suo approdo in Formula 1, riprendeva colori e grafica simile del compianto brasiliano.

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Cosa spinge allora i piloti a scegliere il rosso Ferrari? Forse la certezza di poter ambire sempre al titolo? O forse la gioia di sentire il calore e l’affetto di milioni di tifosi, soprattutto italiani e specialmente a Monza e Imola? Magari è il bisogno di scrivere il proprio nome sulle pagine di una storia lunga e gloriosa e di affiancarlo ai grandi del motorsport.

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Sicuramente tutte queste e anche molte altre. Lewis Hamilton è attualmente, a pari merito con Michael Schumacher, il pilota più vincente di questo sport. Vincere l’ottavo titolo su una Ferrari dopo moltissimi anni dall’ultimo titolo piloti, come fece il tedesco nel 2000, sarebbe la chiusura perfetta di un cerchio. L’inglese sa che può entrare nella leggenda e farlo su una rossa significherebbe conquistare il gradino più alto dell’olimpo del motorsport.

Di Matteo Festa

Immagine in evidenza: ©Mercedes-AMG F1 News, X

La Redazione
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