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L’atletica italiana in formato mondiale: cosa vedremo a Budapest 2023

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Sarà Budapest ad ospitare per la prima volta i diciannovesimi campionati mondiali di atletica leggera, dal 19 al 27 agosto. Sarà una manifestazione con un parterre di prim’ordine, con qualche defezione ma con tutte le grandi stelle pronte a splendere sotto il cielo ungherese.

L’Italia ai mondiali di atletica

L’Italia non ha mai avuto un grandissimo rapporto con i mondiali di atletica. Tante volte, soprattutto nell’ultimo periodo, abbiamo rischiato di tornare a casa senza medaglie. In alcuni casi ci siamo riusciti, lo zero di Pechino 2015; in altri, l’abbiamo scampata per poco, vedi il bronzo acciuffato in extremis da Antonella Palmisano a Londra 2017. In quest’ultimo, così come nella maggior parte dei casi, a salvarci è stato il settore della marcia. Ancora memori delle magie di Tokyo 2020, anche nella rassegna iridata di quest’anno, il tanto bistrattato tacco-punta può essere la nostra ancora di salvezza.

Obiettivamente, Massimo Stano e Antonella Palmisano, dopo i rispettivi ori olimpici, hanno avuto problemi fisici abbastanza importanti ma questo non dovrebbe in alcun modo compromettere le loro prestazioni in terra magiara. Palmisano concentrerà tutte le forze nell’amata 20km, in cui schiereremo altre due valide pedine come Eleonora Giorgi e Valentina Trapletti. Qui troveremo l’accesissimo duello tra la peruviana Kimberley Garcia e la spagnola Maria Perez, che bisseranno poi anche nella 35km.

Proprio come farà anche Stano che, in entrambi i casi, se la dovrà vedere soprattutto con la truppa dei giapponesi e dei cinesi e, nella distanza più corta, anche con il conterraneo Francesco Fortunato, in costante crescita.

La premiata ditta della nostra atletica: Tamberi & Jacobs

Una buona notizia è che nei 78 azzurri convocati dal direttore tecnico Antonio La Torre ci sono tutti i campioni olimpici del 2021. A partire da capitan Gianmarco Tamberi, che va alla spasmodica caccia dell’ultimo titolo che gli manca in bacheca. L’obiettivo è molto più che raggiungibile, anche se contro di lui ci saranno tutti i migliori altisti della piazza, a cominciare proprio dal fraterno amico Mutaz Essa Barshim (a proposito di Tokyo 2020), senza però distogliere l’attenzione dai vari JuVaughn Harrison, Woo Sang-hyeok, ecc…

E se il pensiero torna comunque sempre a quel leggendario primo agosto 2021, in Ungheria avremo anche Marcell Jacobs, nel doppio impegno 100m e 4×100. Ora, su di lui si è parlato, detto e scritto tanto, anzi troppo. Sicuramente, dopo Tokyo, la gestione dei maggiori impegni, del fisico e soprattutto della comunicazione dell’atleta poteva essere condotta in maniera più attenta. In ogni caso, Jacobs, dopo l’Olimpiade, non si è comunque smaterializzato definitivamente, e i Mondiali, proprio come le rassegne a cinque cerchi, spesso sono una storia a sé. Non è certo parte del lotto dei favoriti, così come non lo era alla vigilia dei Giochi giapponesi. Nessuno è sconfitto in partenza, anche se gli uomini che si troverà affianco rispondono ai nomi di Fred Kerley, di Zharnel Hughes, Letsile Tebogo o Akani Simbine. Occhio anche alla nuovelle vague della Giamaica post-Bolt capitanata da Oblique Seville e, perché no, a Samuele Ceccarelli, che ha già dimostrato di avere le capacità di sedersi al tavolo dei grandi.

E a proposito di velocità, avremo Fausto Desalu e soprattutto Filippo Tortu in un 200m che promette scintille, visto che l’americano Noah Lyles ha dichiarato con fare piuttosto sicuro, quasi gradasso, di voler mettere a segno la doppietta 100-200m. Gli altri, sicuramente, non resteranno lì a guardare.

Sognare non costa nulla

Nel settore dei salti, oltre all’alto con Tamberi, possiamo puntare su due giovani talenti che già hanno messo in mostra le loro qualità, entrambi nel lungo.

Larissa Iapichino, nonostante l’età, ormai è già da tempo sul grande palcoscenico internazionale e ha consolidato il suo livello con misure sempre vicine ai fatidici sette metri. L’assenza per infortunio della campionessa olimpica e bi-iridata, la tedesca Malaika Mihambo, apre le porte del podio alle altre: Ivana Spanovic, Tara Davis, Marina Bekh, Ese Brume e la stellina giamaicana Ackelia Smith, che con la quasi coetanea Iapichino puntano a buttarsi nella mischia.

Discorso simile sul versante maschile, dove schieriamo Mattia Furlani, diciottenne e fresco campione d’Europa U20 con un bel 8.24. Non sarà sicuramente facile duellare con campioni del calibro del greco Miltiadis Tentoglu o della consistente schiera degli asiatici ma, alla luce delle recenti prestazioni, sognare non costa nulla.

Così come per Zane Weir e Leonardo Fabbri. Nel getto del peso ci saranno Ryan Crouser, due ori olimpici, iridato a Eugene e detentore del primato mondiale (23.56). Joe Kovacs va a caccia del record del terzo titolo mondiale visto che, nella specialità, ci sono riusciti in passato solo lo svizzero Werner Gunthor e lo statunitense John Godina. Noi, lato azzurro, manderemo in pedana due atleti in forma come Weir e Fabbri. Se l’oriundo sudafricano è reduce dalla convincente prestazione di Vicenza (due 22.13 e un 22.15), il secondo viene dalla solida vittoria del Golden Gala, nell’affascinante cornice della sua Firenze.

Per il resto della delegazione italiana, licenza di stupire. Dai 400m ostacoli di Alessandro Sibilio, dato in buono stato nonostante recenti acciacchi fisici; alla finalista olimpica dei 5000m Nadia Battocletti; passando per Yeman Crippa, campione europeo dei 10.000m a Monaco 2022.

Bonus track dal resto del mondo: due sfide a suon di record

Oltre i nostri confini azzurri, una sfida che ci terrà compagnia in queste agostane giornate ungheresi sarà quella tra la kenyota Faith Kipyegon e l’olandese Sifan Hassan. Entrambe si contenderanno il titolo iridato sia nei 1500m che nei 5000m e sono in uno stato di forma smagliante. Basti pensare che la prima si è presa il lusso di ritoccare ben tre record del mondo in tre specialità diverse (oltre a 1500m e 5000m, anche il miglio), tutto in questo mezzo anno solare. Hassan, però, oltre a cercare di metterle i bastoni tra le ruote, miete ambizioni di tripletta, avendo prospettato la partecipazione anche nei 10.000m, la distanza più lunga della corsa in pista.

Faith Kipyegon fresca detentrice del record del mondo dei 1500m. © Olympics.com

Tra un ostacolo e una riviera, invece, Lamecha Girma e Soufiane El Bakkhali si lanciano il guanto di sfida nei 3000m siepi. L’etiope viene dal 7:52.11 con il quale lo scorso giugno a Parigi ha cancellato il record del mondo di Saif Saaeed Shaheen che durava da quasi vent’anni. Al marocchino è mancato ancora qualcosa in termini cronometrici per raggiungere quel tempo ma nelle ultime apparizioni non ci andato molto lontano. In ogni caso, loro sono i due protagonisti principali in una gara da sempre dominata dall’Africa e, in particolar modo, da colossi come Etiopia e Kenya.

Ora come ora non sappiamo chi saranno i vincitori ma una cosa è certa: sarà una settimana da vivere intensamente!

Immagine in evidenza: © La Stampa

Giuseppe Bernardi

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