Sci Alpino

Lenzerheide 2021. Uno spunto per rinnovare la Coppa del Mondo?

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Si dice che per gli specialisti delle discipline tecniche sia più facile vincere la Coppa del Mondo generale di quanto non lo sia per i velocisti. Forse è solo una percezione dovuta ai recenti anni di dominio di Marcel Hirscher e Mikaela Shiffrin, ma guardando al calendario si può intravedere un fondo di verità.

Nel calendario maschile di quest’anno erano previste 9 discese e 7 superg, contro 9 giganti, 11 slalom e 2 paralleli. Le donne, invece, hanno affrontato 7 discese, 7 superg, 9 giganti, 9 slalom e due paralleli. Si può notare uno sbilanciamento a favore delle discipline tecniche, accentuato negli ultimi anni dall’introduzione della formula dello slalom parallelo. In più, le discipline veloci sono più soggette a cancellazione perché hanno bisogno di condizioni di visibilità e neve praticamente perfette.

Quest’anno ad essere cancellati per maltempo sono state le ultime gare veloci della stagione. Il calendario delle finali è più rigido che nel resto della stagione, per questo non è stato possibile effettuare modifiche.

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Le finali a metà

Non accadeva da un sacco di tempo che i giochi per la coppa generale maschile e femminile fossero ancora aperti. Come a farlo apposta, è successo proprio quest’anno, e il meteo ha deciso di privarci di un finale al cardiopalma. Nel maschile la sorpresa Odermatt insidiava il trono del francese Pinturault dopo una stagione di continuità ed un ultimo mese di altissimo livello. 

Nel femminile, invece, era lotta aperta tra Petra Vlhova e Lara Gut-Behrami. La prima è una specialista di slalom e gigante, ma si è cimentata nelle gare veloci per inseguire il traguardo che l’anno scorso le è sfuggito per pochissimo. La seconda, invece, è stata una delle sorprese della stagione, dominando la classifica di SuperG e i mondiali di Cortina. Nel mese di febbraio si è assistito ad un botta e risposta avvincente tra le due. Vhlova allungava nei weekend di slalom e gigante, Gut si rifaceva sotto in occasione di discesa e superg.

La cancellazione di discesa e superg delle finali ha fatto pendere la bilancia verso Pinturault e Vlhova. Infatti entrambi erano già in testa alla classifica generale, e in più sono specialisti delle discipline tecniche. Giovedì, il giorno della definitiva cancellazione del superg, è diventato evidente che Vlhova e Pinturault sarebbero stati incoronati campioni nonostante mancasse ancora la certezza matematica.

Alexis Pinturault e Petra Vlhova, vincitori della coppa generale 2021. © Neveitalia.it

La polemica sfiorata

I presupposti per una polemica sono sorti nel corso della mattinata di domenica. Durante la prima manche del gigante femminile, Lara Gut-Behrami si è ritirata dopo due porte, dirigendosi subito in albergo senza dire una parola. Per tutta la mattina si sono susseguite voci diverse sulle motivazioni. Qualcuno parlava di infortunio, qualcuno di aperta polemica con la FIS. Forse per la distribuzione delle gare in calendario e la formula delle finali, o forse per la tracciatura imposta dalla FIS. I pettegolezzi sono stati diradati nel pomeriggio: la ticinese ha rivelato di essersi ritirata perché si sentiva svuotata e l’inizio della gara non era stato sufficiente per risvegliare l’adrenalina necessaria a portare a termine la manche. 

Le reazioni al suo gesto sono state diverse e abbastanza estreme. Da un lato chi difendeva la sua scelta di protestare in modo plateale, dall’altro chi le rinfacciava di non saper perdere. Ma perché una protesta sia ascoltata, il gesto dev’essere forte. Anche se l’intervista sembra aver smorzato la polemica, il suo gesto nel corso della mattinata ha portato alla ribalta il problema dello sbilanciamento della coppa generale.

 

 

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Cosa dovrebbe fare la FIS?

I quesiti sollevati sono importanti, ma non tutti sono di non facile soluzione. Ai non addetti ai lavori appare subito evidente che per una competizione più equa il numero di gare dovrebbe essere lo stesso per tutte le discipline, o che il peso di ogni gara vada normalizzato in base al numero di gare disputate di quella disciplina. Vedere che chi è specializzato in due discipline arriva comunque ad avere più vantaggio di chi si cimenta in tre è un bel colpo d’occhio. Dall’altra parte, un buon velocista può provare a cimentarsi con qualche gigante un po’ meno tecnico per cercare di colmare il gap. In ogni caso, adattarsi ad un’altra disciplina non è immediato: non tutti gli sciatori possono essere polivalenti. Giusto premiare chi lo è, o è meglio preservare l’incertezza del risultato?

Ancora più difficile è valutare se il rinvio delle gare delle finali sarebbe stato un gesto corretto nei confronti di Vlhova e Pinturault. Il fatto che si disputassero le gare veloci non era una garanzia del fatto che queste fossero vinte dagli sfidanti, ma non è comunque un bel gesto cambiare il regolamento in corsa.

Quello che è certo è che un po’ più di lungimiranza da parte della FIS avrebbe fatto sì che il problema non si ponesse nel modo in cui si è posto. Soprattutto in una stagione strana come questa, in cui è capitato che le gare venissero spostate al lunedì per ragioni di meteo, sarebbe forse stato meglio prevedere un lasso di tempo maggiore per disputare le finali. Soprattutto considerato che i bollettini meteo sono dati con un anticipo abbastanza largo e quindi si sapeva già che sarebbe stato difficile portare a termine tutte le gare.

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Giulia Picciau
1988. Sport invernali, montanara mancata, appassionata di basket, calcio e moto

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