“Osservati Speciali” sono tutti gli atleti che stanno per affrontare un bivio della loro carriera, tra chi vuole rimettersi in gioco per seguire nuovi obiettivi e chi cerca risposte definitive alle proprie perplessità
I nostri dieci Osservati Speciali, cinque uomini e cinque donne, per la nuova stagione di ciclismo su strada ormai alle porte. Segnate questi nomi sul taccuino!
Uomini
Jack Haig
Il podio alla Vuelta è il masterpiece della sua carriera e può essere il trampolino di lancio per la definitiva consacrazione del 28enne di Southport. Sarà la stagione 2022 a confermare se è veramente Jack Haig l’uomo da Tour che la Bahrain Victorious cercava da tempo insieme al nostro Damiano Caruso. Come per il suo collega e connazionale Michael Storer, l’ex Michelton Scott ha vissuto nel 2021 la sua miglior stagione in carriera, in un crescendo di prestazione che hanno portato all’urlo liberatorio al traguardo di Santiago di Compostela. Una condizione costruita in modo naturale nel percorso di avvicinamento al TDF dello scorso anno, con un quarto posto in GC alla Parigi-Nizza e un sesto posto generale al Delfinato, corse in cui l’aussie è stato spesso protagonista in positivo. La rottura della clavicola sinistra maturata durante la terza tappa della Grande Boucle è l’inizio di un filo conduttore che costituisce il tema principale della prossima stagione WT di Jack Haig, ovvero cercare il colpo grosso al Tour De France. Come detto in un Q&A su Cycling Tips, il capitano della BV si sente pronto per la definitiva consacrazione a livello mondiale sia a livello tecnico che mentale, considerandosi all’apice della sua carriera. Inoltre, sempre nella stessa occasione, Haig, che già fa della compostezza in sella e dell’equilibrio le sue qualità migliori, ha rimarcato due altri punti fondamentali: la qualità della sua squadra, inserendo la Bahrain Victorious tra i migliori organici WT in circolazione (vedasi nomi come Gino Mader, Pello Bilbao e Mikel Landa) e la sua ossessione nel day-by-day per il lavoro in galleria del vento, primo obiettivo e punto da migliorare della sua schedule 2022. Insomma, che questo monito sia premonitore dell’ultimo e definitivo step proprio nella stagione che sta per iniziare? Aspettative: Top-5 TDF 2021.
Ethan Hayter
È il campione del mondo dell’omnium, deve ancora debuttare in un Grand Tour, ma per l’allenatore della Nazionale junior britannica può diventare un uomo da classifica sulle tre settimane, sulle orme di Bradley Wiggins e Geraint Thomas. Basta questo per capire quanto sia difficile trovare dei limiti nella crescita potenziale di Ethan Hayter. Il ventitreenne londinese ha collezionato nove successi nel 2021, dimostrandosi uno dei corridori più all-around in circolazione in questa epoca del ritorno alla multidisciplinarietà: a cronometro è campione nazionale e tra i primi dieci all’ultimo Mondiale, se l’è giocata alla pari con Wour Van Aert e Julian Alaphilippe sul loro terreno preferito al Tour of Britain, ha vinto volate di gruppo e arrivi in salita di media montagna in corse Pro Tour. Nel 2022 punterà ad alzare l’asticella per iniziare a fare la voce grossa anche nel World Tour, debuttando al Giro d’Italia, in cui sarà uno dei grandi favoriti per la prima maglia rosa.
Jai Hindley
Un nuovo team, un nuovo ambiente e tante motivazioni. Il 2022 di Jai Hindley potrebbe già esser sintetizzato come tale. Dopo un’annata infelice condita da problematiche di salute, su tutte una piccola lesione al “sottosella” che ne ha divelto qualsiasi ambizione in ottica Giro e successivamente Vuelta, l’australiano sarà chiamato a confermare i numeri messi in mostra nel 2020.
Dalle prime foto condivise dalla nuova squadra, quel giovane ragazzo australiano dal viso fanciullesco parrebbe aver lasciato spazio ad un uomo, certo dei propri limiti e degli obiettivi da ricercare.
La stagione 2022 sarà dunque una prima prova della verità per l’ormai quasi ventiseienne di Perth. Una battaglia con se stesso e con i molti capitani in casa Bora-Hansgrohe, una lotta che de facto ci consentirà di comprendere se quel fanciullo che spianò lo Stelvio e il Sestriere sia stato un mero e triste fuoco di paglia.
Michael Storer
Una Vuelta 2021 con due vittorie e la maglia di miglior scalatore ci hanno presentato al 100% tutto il potenziale dell’australiano. È stato scelto in inverno da Marc Madiot per rinforzare il parco gregari di Thibaut Pinot in vista del TDF 2022 ed è uno dei corridori most improved dell’ultima stagione del WT. L’ex corridore della DSM, alla sua quarta stagione da pro’, la prima fuori dal mondo Sunweb, può provare a confermarsi tra i migliori attaccanti da lontano dell’intero circuito, non tralasciando totalmente eventuali ambizioni di classifica. Molto però dipenderà dal suo ruolo all’interno delle gerarchie del team francese. Le sue doti fisiche e aerobiche, nonché la sua struttura, lo rendono già ad oggi un uomo che può dire la sua sia nei GT per le vittorie di tappa, sia per le corse di un giorno con un’altimetria simile alle classiche delle Ardenne, dove anche lo scorso anno si è fatto intravedere. Infine, rimangono da capire e da testare le sue possibili ambizioni e potenzialità come uomo-classifica: chissà se Madiot non ci faccia già un pensiero nella prima parte di stagione per capire se l’australiano di Luino può realmente essere una valida alternativa di Pinot, anche in vista degli appuntamenti clou della stagione. Aspettative: 4/5 vittorie stagionali ed una top-20 GC.
Filippo Zana
Il ciclismo italiano sta attendendo ormai con grande ansia l’arrivo di un uomo per le corse a tappe. Nella speranza di ritrovare Giulio Ciccone, uno dei nomi su cui puntare è senza dubbio quello di Filippo Zana che sarà chiamato a svolgere il ruolo di capitano nella Bardiani CSF Faizanè. Cresciuto alla corte di Bruno e Roberto Reverberi, il 22enne vicentino ha già preso parte al Giro d’Italia cogliendo il settimo posto nella tappa di Stradella oltre a vincere la prestigiosa Corsa della Pace, trovandosi così al centro di un progetto che punta particolarmente sui più giovani coadiuvando l’esperienza nella categoria Under 23 con quella superiore. Un aspetto di non poco conto che ha consentito allo scalatore veneto di lottare alla pari con Tobias Johannessen sia al Tour de l’Avenir che al Sazka Tour, ma che dovrà esser coadiuvato ora da un netto miglioramento a cronometro per poter centrare il tanto agognato salto di qualità fra i prof.
Donne
Marta Cavalli
“La prossima stella del ciclismo italiano e uno dei punti di riferimento del WWT dei prossimi 10-15 anni”. Se una campionessa infinita, nonché la ciclista migliore in circolazione, come Annemiek Van Vleuten, alla vigilia dell’Europeo di Trento dello scorso anno si è esposta così tanto su Marta Cavalli vuol dire che le sensazioni e le aspettative sulla nativa di Cremona sono altissime. Già campionessa italiana a 19 anni, Marta Cavalli ha visto nelle ultime due stagioni una crescita e maturità esponenziale, che la collocano già a partire dalla prossima stagione nel lotto delle favorite per un piazzamento importante nelle grandi corse a tappe targate WWT. Miglior italiana della Corsa Rosa del 2021, chiusa al sesto posto nonostante numerosi inconvenienti meccanici, la lombarda è il riferimento dell’intero movimento italiano insieme a Elisa Longo-Borghini: rispetto alla medagliata olimpica di Tokyo, la co-capitana della FDJ è più scalatrice pura ed adatta a percorsi duri dove le pendenze salgono oltre la doppia cifra. Nonostante la sua struttura fisica, Marta si fa sentire anche nelle corse di un giorno, così come dimostrato dalle top-10 raggiunte in alcune delle corse più importanti del calendario femminile come Europei, Mondiali e la prima edizione della Paris-Roubaix. Inoltre, la sua polivalenza è confermata anche dagli ottimi risultati a cronometro, specialità in cui ha già fatto diversi passi in avanti ma dove può ancora limare qualcosa secondo diversi addetti ai lavori. Insieme a Marlen Reusser, sicuramente l’Under-25 più completa dell’intero panorama mondiale nonostante le “sole” 2 vittorie nel palmares (ultima vittoria datata Settembre 2019). Aspettative: 2 vittorie stagionali e Top-5 Giro Rosa/TDF Femmes.
Chiara Consonni
Il 2022 dovrà esser l’anno della consacrazione per Chiara Consonni. In grado di conquistare l’argento nell’inseguimento a squadre ai Mondiali su pista, la 22enne di Brembate Sopra avrà la grande occasione di affermarsi anche su strada complice l’addio di Elisa Balsamo alla Valcar-Travel & Service. Capace di mettersi in luce già nelle gare del Nord, la velocista orobica avrà tutta la squadra a propria disposizione non soltanto negli sprint, ma anche nelle classiche dove Consonni avrà l’opportunità di sfruttare l’esperienza raccolta sinora. La dimostrazione di saper andar forte a quelle latitudini è arrivata già a Plouay nel 2020 così come alla Ronde de Mouscron l’anno successivo. Fondamentale per la giovane azzurra sarà quindi trovare le misure con le nuove compagne di squadra dopo la rivoluzione compiuta in casa Valcar e sfruttare al meglio il legame con alcune veterane come Silvia Persico. Fantasia e talento non mancano di certo a Consonni, decisivo sarà imporre la propria “autorità”.
Juliette Labous
Il clou del 2022 al femminile sarà sicuramente il Tour de France Femmes. Tra le protagoniste attese non c’è quasi traccia di atlete francesi, ma per la classifica c’è grande fiducia in Juliette Labous. L’assenza di cronometro non la favorisce, essendo soprattutto una specialista in grado di piazzarsi sia nella prova olimpica che in quella mondiale, ma la classe ’98 della DSM è cresciuta molto anche in salita. In tutte le corse a tappe completate lo scorso anno si è piazzata in top 10, chiudendo anche sul podio al Women’s Tour ad Ottobre, compreso il Giro Rosa, in cui ha mostrato una buona costanza. Nella gara di casa avrà i gradi di leader, con l’appoggio extralusso di Liane Lippert. L’obiettivo, per il Tour ma non solo, sarà quello di avvicinarsi ancora alle migliori del mondo, e di confermarsi come il nuovo faro del movimento francese.
Liane Lippert
Il 2022 di Liane Lippert sarà oltremodo una stagione significativa. La nativa del lago di Costanza, dopo aver ottenuto notevoli risultati durante le cinque scorse stagioni da professionista, sarà chiamata a tirar le redini di quello che potrà esser il proprio futuro. In un ciclismo che si appresta a divenire orfano delle maestose dominatrici neerlandesi, giovani promesse come l’atleta della DSM dovranno imporsi pur di mettersi in mostra. La ventiquattrenne tedesca in tal senso gioverà di una maggiore libertà all’interno del proprio team. Con la partenza infatti di Coryn Labecki, alias Colin Rivera, nelle fila della DSM si aprirà una voragine che solamente un grande talento potrà colmare.
Emma Norsgaard
Con cinque vittorie e ben dieci secondi posti all’attivo nel 2021, quello di Emma Norsgaard non potrà che esser un profilo da tenere sott’occhio nel 2022. Fisico possente e tanta tanta potenza, peculiarità che fanno della ventiduenne danese il principale prospetto fra le sprinter del presente e del futuro, scettro condiviso con la coetanea neerlandese Lorena Wiebes.
Il suo 2022 si diramerà fra le amate classiche del nord e le principali corse a tappe, in un vortice di volate e atti di puro “greggismo” in favore di Annemiek Van Vleuten. L’ex campionessa danese in linea sarà dunque chiamata a mettere in mostra il grande spunto evidenziato la scorsa annata.
Hanno collaborato Leonardo Bonocore, Marco Cangelli, Pierluigi Ninni, Giovanni Valenzasca
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