La Coppa del Mondo di Mountain Bike è giunta ormai alla conclusione e con essa anche il calendario internazionale della disciplina stessa. La “CdM” è partita a maggio nella località di Nove Mesto e si è conclusa nell’uggiosa America del Nord a Mont Sainte Anne in Canada. Quella del 2023 è stata una stagione che ha visto qualche cambiamento rispetto a quella dell’anno precedente. Su tutti l’incredibile uscita dal calendario della tappa ormai storica di Albstadt seguita da quella di Petropolis in Brasile. Un’altra grossa novità quest’anno è stata l’aggiunta della prova, con annessa classifica di coppa del mondo, dello short track Under23. È stata una stagione ricca di nuove sorprese e grandi conferme (soprattutto al femminile) che hanno reso l’annata preolimpica ancora più entusiasmante.
Under 23 femminile
La stagione delle under femminile è stata caratterizzata dal dualismo di due rider che hanno tenuto accesa la contesa durante tutte le tappe.
Ronja Blochlinger
Autentica dominatrice della stagione con ben nove vittorie tra XCC e XCO e le due coppe di specialità portate a casa con largo vantaggio sulle seconde. Se nell’XCC c’è stato un dominio incontrastato con otto vittorie su otto, nell’XCO ha dimostrato una solidità incredibile non andando a podio solamente nella tappa inaugurale di Nove Mesto e nella tappa austriaca di Leogang. Una stagione così solida e vincente da poter creare qualche grattacapo al CT della nazionale svizzera in ottica Olimpiadi dell’anno prossimo.
Sofie Pedersen
Embed from Getty ImagesLo scorso maggio si pensava che potesse andare a raccogliere l’eredità lasciata dalla francese Line Burquier (passata tra le élite) andando quindi a fare da leader indiscussa del circuito. Ma dopo una partenza dominante, andando a vincere le prime quattro tappe di XCO della stagione (Nove Mesto, Lenzerheide, Leogang e Val di Sole). Dai mondiali compresi in poi però ha iniziato a subire un grande calo fisico che ha influito notevolmente i suoi risultati andando infatti a compromettere la leadership della classifica di CdM.
Samara Maxwell
Embed from Getty ImagesLa grande sorpresa della stagione è stata la neozelandese Samara Maxwell. Dopo una partenza a rilento nelle prime due tappe, ha iniziato a carburare a Leogang e in Val di Sole con i primi podi, per poi andare a vincere da vera dominatrice il mondiale di categoria a Glasgow dove ha ottenuto la prima vittoria in stagione e in carriera in CdM. Inoltre ha poi centrato anche la vittoria nel duro tracciato di Les Gets e in quello in terra americana di Snowshoe. Questo exploit le è valso la firma da professionista con il team Rockrider fino al 2026.
Sara Cortinovis
Purtroppo in casa Italia troviamo quella che può essere considerata una delle delusioni stagionali tra le under. Da Sara ci si aspettava una stagione ad alto livello dopo il passaggio di Giada Specia tra le élite. Ma dopo una discreta partenza nelle prime tappe con qualche bel piazzamento, con l’andare avanti nella stagione sono entrati in gioco molti problemi fisici e un calo della forma che hanno compromesso tutta la stagione.
Under 23 maschile
La categoria under maschile è stata più combattuta rispetto a quella femminile. La classifica generale è stata un discorso aperto fino alle ultime due tappe
Adrien Boichis
Embed from Getty ImagesIl biker francese è quello che alla fine si è rivelato il dominatore della stagione con sette vittorie tra XCO e XCC, compresa la vittoria del titolo europeo nell’XCO. Inoltre, è il vincitore delle due coppe di specialità. Tutto questo l’ha ottenuto mentre faceva anche gare a tappe su strada, corse non di primo livello, ma che per un ragazzo di 20 anni potevano essere motivo di rallentamento per la stagione di MtB. Come per la svizzera Blochlinger, le prestazioni di Boichis potrebbero essere un grosso grattacapo per il CT della nazionale francese in vista delle olimpiadi casalinghe dell’anno prossimo.
Carter Woods
Embed from Getty ImagesCon il passaggio tra gli élite del cileno Martin Vidaurre e dell’italiano Simone Avondetto, si pensava che il canadese potesse prendere in mano le redini della categoria. Adrien gli ruba la scena durante la stagione ma il canadese chiude comunque con tre vittorie e nove podi e con la consapevolezza di poter competere anche tra gli élite l’anno prossimo.
Oliver Vedersø Sølvhøj
Di grosse delusioni tra gli under maschili non ce ne sono state molte, se si vuole trovare qualcuno che ha reso meno del suo potenziale possiamo menzionare il danese Oliver Sølvhøj. Il quale dopo una prima tappa di coppa del mondo vinta davanti al favorito della vigilia Dario Lillo, passa il resto della stagione nell’anonimato dei piazzamenti in alta top10 senza mai ritornare sul podio di CdM.
Elite femminile
La stagione tra le élite femminili è stata molto bella e combattuta e con parecchie cose da menzionare.
Pauline Ferrand Prevot
Embed from Getty ImagesIn una Mountain Bike dove ogni anno vengono fuori sempre più giovani agguerrite e di alto livello, la biker francese rimane sempre la donna da battere nei grandi appuntamenti. Lo dimostra ai mondiali di Glasgow, dove prima nell’XCC e poi nell’XCO, va a vincere e convincere come solo lei sa fare andando a confermare il bis iridato dell’anno scorso ai mondiali casalinghi di Les Gets. I due mondiali di Glasgow sono rispettivamente il sesto e il settimo titolo iridato solamente nella MtB. Per chiudere il cerchio di una carriera volta alla caccia di grossi scalpi, gli rimane solamente da vincere il titolo olimpico e visto l’appuntamento casalingo a Parigi non vuole lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione.
Puck Pieterse
Embed from Getty ImagesSe la francese ha dominato senza grossi problemi il mondiale, c’è chi ha dominato in lungo e in largo per tutta la stagione della Coppa del Mondo. Puck infatti, dopo una stagione di ciclocross corsa ad altissimi livelli, si presenta ai nastri di partenza della CdM tra le élite e alla prima gara di XCO va a vincere davanti proprio a Pauline che a sorpresa si vede battuta da una “neopro” della MtB. Ma la vittoria alla prima uscita stagionale a Nove Mesto non è stato un fuoco di paglia, infatti la neerlandese vince altre quattro volte in stagione (tra cui il titolo europeo) e ottiene due medaglie ai mondiali di Glasgow, rispettivamente un argento e un bronzo. Per chiudere il cerchio di una stagione a tratti perfetta vince entrambe le coppe di specialità dopo una bella lotta finale in terra americana.
Mona Mitterwallner
Embed from Getty ImagesDopo una prima stagione tra le élite passata con qualche difficoltà, la biker austriaca esplode definitivamente nella stagione 2023. La piccola austriaca, da sempre considerata una dei più grandi talenti puri nella MtB, dopo la vittoria ai mondiali under23 nel 2021 in Val di Sole, ha fatto un’annata 2022 ad inseguire costantemente una vittoria in CdM che non è arrivata. Quest’anno ha dimostrato di poter fare lo step necessario per vincere tra le élite andando a conquistare prima il mondiale Marathon a Glasgow. Poi due tappe di CdM a Pal (Andorra) e Les Gets, i due circuiti più difficili di tutto il panorama mondiale. Chiude terza nella generale di CdM pronta a essere sempre di più il futuro della MtB.
La vecchia guardia
Parlando di delusioni tra le élite femminili bisogna menzionare tutta la “vecchia guardia” esclusa Pauline. Ovvero Anne Terpstra, Jenny Rissveds, Rebecca Henderson e Jolanda Neff. Se per Jolanda c’è stata di mezzo una milza che dopo la brutta caduta del 2019 è tornata a dare grossi problemi, per le altre tre biker è stata una stagione veramente dura e corsa ben al di sotto delle aspettative, nonostante qualche podio sporadico sul finale di stagione per Henderson e Rissveds.
Elite maschile
La stagione degli elite maschile è stata ancora più combattuta ed emozionante rispetto alla controparte femminile. Non c’è stato un vero e proprio dominatore, ma in ogni gara c’è stata una continua lotta ad armi pari tra almeno 4/5 biker.
Tom Pidcock
Embed from Getty ImagesL’inglese è sicuramente uno di quelli che ha fatto meglio durante l’anno, pur correndo poche tappe di coppa a causa delle gare su strada. Vince le due corse all’esordio a Nove Mesto e dopo un periodo dedicato alla strada, si presenta ai cancelli di partenza al mondiale casalingo e prima chiude al terzo posto nella prova di XCC, con un sorpasso nel finale ai danni del tedesco Luca Schwarzbauer da vedere e rivedere, qualche giorno dopo, porta a casa il tanto atteso titolo iridato nella prova di XCO. Con il mondiale di Glasgow è diventato a 24 anni il più giovane nella MtB ad aver vinto Olimpiade, mondiale e europeo. Nonostante un piccolo problema fisico chiude la stagione in crescendo con la vittoria nell’ultima tappa a Mont Sainte Anne.
Luca Schwarzbauer
Embed from Getty ImagesIl premio come sorpresa dell’anno va sicuramente al biker tedesco, autentico dominatore dello short track con tre vittorie ottenute a Lenzerheide, Val di Sole e Pal. Arrivando da un anno non troppo semplice, nessuno si immaginava un impatto così elevato, ma lui stesso ad inizio stagione si sentiva sicuro dei propri mezzi e convinto di poter fare una bella campagna. Al grande appuntamento di Glasgow gli è mancato quel qualcosa in più necessario per portare a casa una medaglia, ma questo non toglie nulla alla stagione più che positiva del tedesco.
Nino Schurter
Embed from Getty ImagesNon si può parlare di promossi nella MtB senza nominare Nino Schurter “Mister Mountain Bike”, che alla veneranda età di 37 anni dopo quasi 20 anni di carriera è sempre lì a lottare a prescindere dalla generazione (perchè così è) di corridori che si trova di fronte. Vince due tappe di XCO, in Val di Sole e quella in casa di Lenzerheide. Porta a termine l’ennesima stagione corsa ad altissimo livello con la vittoria della CdM in un finale thrilling in Canada. Chissà se l’anno prossimo a Parigi vorrà chiudere il cerchio della sua quasi ventennale carriera con l’ennesimo titolo olimpico.
Alan Hatherly e Vlad Dascalu
Chiudiamo con quelle che possono essere considerate le delusioni della stagione, su tutte il rumeno Vlad Dascalu e il sudafricano Alan Hatherly. Tutti e due sono stati autori di una stagione condotta ben al di sotto delle loro aspettative. Nonostante qualche bella gara, come l’europeo vinto da Dascalu ad esempio, i due biker non sono stati in grado di dare continuità ai risultati, con molti sali e scendi a livello di piazzamenti.
Casa Italia
Chiudendo con Casa Italia bisogna ammettere che non è stata una stagione molto esaltante per i colori azzurri. Oltre alla sopracitata Cortinovis, in campo maschile deludono Luca Braidot e Simone Avondetto. Il primo non riesce a ripetere la bella stagione scorsa, chiudendo addirittura con un solo podio. Simone invece pare abbia sofferto molto il passaggio da under a élite chiudendo sempre ben lontano dalla top10. L’unica nota veramente positiva della stagione è Martina Berta che finalmente ha compiuto lo step necessario per essere sempre competitiva in tutti i terreni e percorsi. Bellissimo il podio ottenuto nella tappa di casa in Val di Sole in mezzo al tripudio del proprio pubblico.
Immagine in evidenza: ©UciMountainBikeWorldSeries
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