Un’emozione per sempre è il secondo podcast narrativo prodotto da Vita Sportiva. Il racconto di alcuni ori olimpici che hanno segnato la storia dello sport italiano. Un viaggio attraverso la cronaca di quelle gare, la storia di quegli atleti e il contesto sociale di quegli anni. Emozioni che non dimenticheremo mai.
Crea sempre un certo fascino pensare a chi vive dall’altra parte del mondo. Crea sempre un certo fascino pensare a chi vive nell’altro emisfero. Figi, Samoa, Tonga e tutti quei piccoli arcipelaghi dell’Oceania dediti alla religione laica della palla ovale. Come l’Australia e la Nuova Zelanda.
Da piccoli, li immaginiamo alzarsi quando noi andiamo a letto e andare a letto quando noi ci alziamo e cominciamo le nostre giornate. Qualcuno, i bambini più fantasiosi, magari li immagina anche vivere a testa in giù. È tutta quella parte di pianeta che vive “down under”, sottosopra, anche se, è chiaro, sottosopra non vivono per davvero. Ma questo, ai bimbi più piccoli, non diciamolo ancora… A volte, un’ingenua illusione può essere un antidoto contro la secchezza della realtà.
L’Australia: terra di sogni. Infranti: quelli della popolazione aborigena decimata dai colonizzatori britannici centinaia di anni fa. E realizzati: quelli di certi atleti provenienti da tutto il mondo, pronti a partecipare ai Giochi della XXVII Olimpiade estiva. Sydney 2000.
Mentre le lire terminano la loro lunga vita passando definitivamente il testimone all’euro, tutto il mondo è sotto tensione per quello che potrà succedere allo scadere del 1999. Qualcuno preannuncia incidenti, stragi, fallimenti e crisi mondiali. In questo senso, le conseguenze del Millennium Bug saranno irrisorie. Solo computer e orologi non ancora programmati per scrivere le nuove prime due cifre dell’anno appena arrivato.
In Russia, si chiude l’era di Boris Eltsin, avviando la perdurante guida assolutistica di Vladimir Putin. A novembre, invece, George W. Bush diventa il 43esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il repubblicano, “figlio d’arte”, vince battendo di misura il democratico Al Gore.
A Roma, è l’anno del Grande Giubileo inaugurato nel dicembre ’99 da Papa Giovanni Paolo II, con l’apertura della porta santa della Basilica di San Pietro.
Il 2000 è una delle pietre miliari del rugby italiano. La nazionale italiana fa il suo debutto nel nuovo Sei Nazioni, esordendo allo Stadio Flaminio con un’impronosticabile vittoria sulla Scozia campione in carica. Nel calcio, Andrij Shevchenko è il capocannoniere della nostra Serie A ma lo scudetto va alla Lazio dei grandi talenti guidati da Sven Goran Eriksson. In campo internazionale, il golden goal di David Trezeguet a Rotterdam punisce l’Italia e porta la Francia al suo secondo titolo europeo.
Nelle sale esce “Il gladiatore”, colossale opera cinematografica firmata Ridley Scott con le magistrali interpretazioni di Russel Crowe e Joaquin Phoenix, così come le evocative musiche di Hans Zimmer, cantate da Lisa Gerrard.
Sanremo scopre un gruppo tanto artistico quanto ancora oggi sottovalutato. L’Ariston applaude il “Sentimento” della Piccola Orchestra Avion Travel. Un condensato di note dal sapore mediterraneo e un mix di musica pop, rock e jazz. Tutto sapientemente messo in scena da un gruppo di artisti veri, guidati da Peppe Servillo. Voce onirica e teatrale, dolce e spigolosa al contempo, che quasi come in un sogno premonitore canta di una barca che luccica in mare.
Nelle acque lacustri di Penrith, sobborgo a 50 km da Sydney, il “turbodiesel” di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi fa sgolare il povero Gian Piero Galeazzi, così come fanno Josefa Idem e il quattro di coppia del canottaggio. La scherma va come sempre, con il fioretto femminile sugli scudi. È l’Olimpiade dell’oro di Scampia di Pino Maddaloni e dei bis dorati di Paola Pezzo e Antonella Bellutti. Ma soprattutto, questa è l’Olimpiade che segna l’anno zero del nuoto italiano, quella da cui tutto è partito per giungere ai successi dei talenti di oggi. Fioravanti, Rosolino e Rummolo sono cognomi da incidere su pietra.
Qualunque sia lo sport, insomma, l’Italia, in acqua, resta a galla eccome.
Ma più di altri, ce n’è uno che cerca la gloria olimpica da ormai troppo tempo. La vela italiana punta in alto con i fratelli Francesco e Gabriele Bruni nella classe 49er e con Luca Devoti nella classe Finn. La coppia di fratelli affronta troppe difficoltà e chiude appena fuori dalla top ten. Devoti, invece, si difende egregiamente e conquista l’argento. Continua, imperterrita, a mancare la medaglia d’oro. Il gradino più alto del podio, quello che fa premere il tasto play dell’inno nazionale.
In realtà, un’altra carta da giocarsi, l’Italia, ce l’ha. Alessandra Sensini, maremmana di Grosseto, cresciuta a pane e vela e iniziata alla navigazione da papà Goffredo.
Classe 1970 lei, classe Mistral l’imbarcazione. Il windsurf, in parole povere. C’è la tavola; c’è l’albero su cui è armata la vela; e c’è il boma, a cui le atlete si aggrappano per compiere le manovre e affrontare il vento. La meraviglia della vela è proprio questa. Nessun motore, nessun propulsore di qualsiasi tipo. Solo il vento e l’acqua. Due elementi che possono portarti lontano, verso l’orizzonte, o che possono buttarti in acqua, fronteggiando delusione e amarezza. Solo il vento e l’acqua. Solo Eolo e Nettuno.
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