Meno di 480 giorni ci separano da Parigi 2024. Cambiano i “comandanti”, i regolamenti, gli obiettivi. Cambiano le discipline e le specialità.
Chiaro è che, i Giochi Olimpici, proprio per il loro intrinseco legame con la storia, devono necessariamente andare a braccetto con la geo-politica e con l’evoluzione (si spera) della società. È così che da competizione solo ed esclusivamente maschile, come era nell’Antica Grecia, le Olimpiadi stanno andando progressivamente verso un equo livellamento delle quote sia per uomini che per donne. Soprattutto, con l’escamotage delle gare miste.
Sia chiaro: ben vengano le staffette miste, a coppie o a squadre. Nella maggior parte dei casi, sono gare molto spettacolari e molto divertenti, in cui emerge il valore generale del movimento nazionale di un determinato sport.
La questione è laterale. Quello che ai piani superiori vogliono fare è inserire le prove miste (e ok) senza aumentare il numero di gare, il contingente degli atleti e le medaglie da assegnare. Un controsenso. Risultato? Stiamo mandando al cimitero competizioni che definire storiche è riduttivo.
Marcia o maratona?
Il casus belli qui è la marcia. Qualche giorno fa, il Comitato Olimpico Internazionale e World Athletics hanno deciso di introdurre nel programma olimpico del 2024 una nuova staffetta mista a coppie da disputarsi sulla sacra distanza dei 42.195 metri. Ora, a parte il miscuglio tra marcia e maratona e il fatto che in una gara del genere potremmo schierare nientemeno che una coppia d’oro come Palmisano-Stano, la questione è che per far spazio a questo nuovo format sia stata esclusa dai Giochi la 50 km, l’essenza più pura della marcia.
E sei poi qualcuno si chiedesse il perché di questo colpo di genio, la risposta che arriverebbe da Losanna sarebbe: “per rendere la marcia più fruibile e più accattivante per le televisioni“. Con tutto il rispetto, è una risposta inaccettabile perché parliamo di uno sport basato sulla lunga distanza, di resistenza. Allora che facciamo, accorciamo anche la Sanremo o la Roubaix perché troppo lunghe e noiose? Ma dai…
La novità del 2026
Eppure il CIO, da poco, ha finalmente preso una decisione più che saggia. A Milano-Cortina 2026 debutterà lo sci-alpinismo, uno sport altamente spettacolare nonostante debba ancora crescere moltissimo a livello mediatico.
Peccato che, oltre alla staffetta mista, le uniche due competizioni individuali introdotte siano le due sprint. Che sarebbe come racchiudere lo sci di fondo nelle due prove di velocità quando, al contrario, parliamo di una disciplina di durata. Sa un po’ di “dai, mettiamolo dentro, ma che non prenda troppo spazio”.
Il problema non sono le novità. Anzi, introdurre e rinfrescare il programma olimpico è fondamentale, però non bisogna stravolgere la propria storia.
La questione pentathlon
Il pentathlon moderno, per esempio, è una disciplina storica perché nata quasi con le Olimpiadi moderne. Fu ideata dallo stesso Pierre de Coubertin per premiare in un ambito così prestigioso l’atleta più forte e più completo, in grado di distinguersi tirando di scherma, a nuoto, a cavallo, nella corsa e nel tiro. Il pentathlon sta purtroppo attraversando un periodo buio, diventando sempre più di nicchia. Per questo motivo è uno sport che va curato e rimesso in sesto per preservarlo col suo nobilissimo obiettivo.
E invece lo si sta grattuggiando fino a distruggerlo, per di più con motivazioni più che deboli. Dai Giochi del 2028, il segmento di equitazione verrà soppiantato da una corsa ad ostacoli stile “Giochi senza frontiere”. Caos e polemiche, tra chi è d’accordo e chi invece si indigna.
Il tutto perché a Tokyo 2020, durante la gara, la tedesca Annika Schleu e la sua allenatrice hanno ripetutamente percosso il cavallo Saint Boy, reo di essersi rifiutato di saltare gli ostacoli del percorso. Ovviamente, il finimondo, com’è giusto che sia, perché sul maltrattamento degli animali non ci sono opinioni che tengano. La questione è un’altra: perché il gesto sbagliato di un’atleta deve stravolgere in questo modo un intero sport? Allo stesso modo, d’ora in poi vietiamo i contrasti nel calcio solo perché un giorno Totti diede un “calcione” a Balotelli?
Se poi la domanda è: il pentathlon moderno si può migliorare? La risposta è sicuramente sì. In tanti modi, ma senza storpiare qualcosa che de Coubertin stesso (non il primo che passa) aveva inventato.
È normale che i Giochi Olimpici debbano rivedersi e rinnovarsi costantemente di quadriennio in quadriennio; anzi, guai se così non fosse. Alla fine, però, l’importante non è vincere ma non snaturarsi mai e restare sempre fedele a se stessi.
Immagine in evidenza: © Getty Images
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