Calcio

Calcio, un gioco da ragazze

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La stagione di calcio femminile italiana è giunta ormai quasi alla conclusione. Domenica ci sarà la finale di Coppa Italia che metterà la parola fine alla stagione a livello di club e aprirà invece la preparazione ad un intensissimo mese di Giugno. Infatti dal 7 Giugno al 7 Luglio in Francia si disputerà il mondiale. Competizione iridata a cui prenderà parte, dopo 20 anni, anche la nostra nazionale.
L’annata appena conclusa è stata caratterizzata da un campionato davvero equilibrato, con una grandissima ed appassionante lotta per il titolo tra Juventus, Fiorentina e Milan. Una competizione decisa solo all’ultima giornata in favore della Juventus di Rita Guarino. Ma andando oltre all’aspetto strettamente sportivo, quella appena passata, è stata una stagione molto importante per la crescita e lo sviluppo del movimento femminile in Italia.

Un movimento in crescita
Lo confermano le statistiche, con il numero di tesserate Figc che sale fino a 23.903 unità e un tasso di crescita del 79% negli ultimi 5 anni( con l’obbiettivo di arrivare a 100mila tesserate in 5/6 anni). Ma anche con la crescita della percentuale di bambine e ragazze che si affacciano a questo sport. In particolare si può notare, che il numero di ragazze, tra gli 11 e i 12 anni è in grande crescita. Attualmente sono 2.664, ovvero lo 0,5 % della popolazione. Anche il seguito del pubblico, verso il settore rosa, continua a salire. I dati televisivi dicono che ultimamente lo share per le partite di calcio femminile è più alto di quello della Serie B e della Premier League. Dati quindi che confermano un interesse medio in crescita per il calcio al femminile, come si era già potuto notare in occasione dell’ultimo Europeo del 2017 giocato dall’Italia. Le tre partite dell’Italia generarono un audience di 378mila spettatori, con uno share dell’ 1.4%. In generale possiamo dire che il livello del campionato di Serie A sta salendo. Lo confermano l’approdo di diverse giocatrici straniere di grande valore da campionati molto competitivi. Per esempio Emma Lipman che dal Manchester City è arrivata alla Roma, oppure le giocatrici del Liverpool Zelem e Brazil approdate rispettivamente alla Juve e alla Fiorentina.

Che cosa sta contribuendo alla crescita?
Sicuramente il buon rendimento della nazionale, coronato con la qualificazione al mondiale dopo 20 anni, ha aiutato moltissimo nella crescita del movimento. Mondiale che sarà una vetrina importantissima per tutte le giocatrici della nostra nazionale, ma soprattutto un occasione per tutto il settore rosa di mostrarsi al grande pubblico. Non è casuale infatti la decisione di Sky Sport Italia di acquisire i diritti e trasmettere tutte le partite del Mondiale in diretta. Come d’altronde sta già facendo, con la trasmissione della partita delle 12.30 di Serie A sui propri canali. Un’iniziativa, quella dell’emittente di Murdoch, che permette di dare grandissima visibilità al settore e che conferma la grande crescita e ascesa del settore. Oltre a Sky sicuramente a far accrescere il movimento ci hanno pensato differenti iniziative di successo in questo 2019. A cominciare per esempio dall’iniziativa dell’ As Roma di presentare la squadra femminile in piazza Di Spagna, con le giocatrici accompagnate dai calciatori della squadra maschile. Oppure la disputa della partita tra Juventus e Fiorentina nella splendida cornice dell’ Allianz Stadium davanti a 40mila spettatori. Oppure ancora l’organizzazione in Italia, più precisamente a Coverciano, del Fifa Coach Mentorship Programme. Il raduno di 42 allenatrici provenienti da tutto il mondo, voluto e organizzato in prima linea da una delle più grandi giocatrici italiane, come Patrizia Panico. Sicuramente però il momento della svolta c’è stato nel 2016. Anno in cui vengono introdotti , l’obbligo per ogni club professionistico di introdurre un settore giovanile al femminile e la legge che permetteva ad ogni club professionistico di rilevare il titolo sportivo dei club dilettantistici femminili. Inoltre significativa è stata l’acquisizione della Federcalcio, dopo una dura lotta con la Lega Nazionale Dilettanti, della sezione calcio femminile con il compito di organizzare i campionati di A e B a partire dalla stagione 2016/2017.
Quanto detto fin ora può assolutamente far ben sperare, però bisogna anche essere sinceri e dire che la crescita richiederà tempo e molta pazienza. Ad oggi infatti siamo solo all’inizio di un percorso e non possiamo affermare sicuramente di essere già al livello dei più grandi paesi. Per intenderci, Usa, Germania, Svezia, Giappone ecc. Anche perché gli ostacoli alla crescita non sono mancati e non mancheranno.


I principali ostacoli alla crescita
Prima di tutto partiamo da un problema di mentalità e convinzioni da sradicare. Ovvero l’idea diffusa che il calcio femminile non sia spettacolare e di qualità. O addirittura alcuni dicono non essere adatto alle donne. Il vero problema però è che queste idee non sono solo sviluppate in persone non competenti nel campo, ma anche in coloro che questo movimento dovrebbero farlo crescere. Non sono mancati in passato infatti, episodi di sessismo e dichiarazioni fuori luogo da parte di uomini che ricoprivano ruoli importanti in federazione. Come non citare le dichiarazioni di Carlo Tavecchio, presidente della Figc, che definì le donne Handicappate nello sport oppure del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Belolli: “ Basta con queste 4 lesbiche ”. In secondo luogo c’è un problema di fondo di mancati investimenti nel passato. Il sistema calcistico femminile fino a soli 3 anni fa era ancora legato ad un’assurda legge del 1981. La legge n.91 che riconosceva il professionismo solo al maschile, non il calcio femminile quindi. Questo non permetteva alle calciatrici di avere uno stipendio alto e le costringeva a fare in parallelo un altro lavoro. In questo modo le ragazze giovani, pur appassionate di calcio, non erano incentivate a giocare per i troppi sacrifici da fare e il sistema non riusciva mai a crescere. Di conseguenza c’erano poco merchandising e pochi ricavi per le società , generando così un totale disinteresse verso il campionato femminile da parte del pubblico.

Finalmente però qualcosa sembra muoversi in positivo, quindi non resta che aspettare. Nel frattempo auguriamo alle azzurre di poter fare un grande Mondiale in Francia; cosa che sicuramente aiuterebbe molto la crescita del movimento rosa.

 

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Simone Caravano
Simone Caravano 22 anni, laureato in Scienze delle Comunicazioni presso l'università degli studi di Pavia. Attualmente studente della laurea magistrale in giornalismo dell'università di Genova. Credo che lo sport sia un mondo tutto da scoprire e da raccontare, perché offre storie uniche ed emozionanti. Allora quale modo migliore esiste per fare ciò, se non attraverso la scrittura.

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