F1

Gran Premio d’Inghilterra a 360°

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ALTA TENSIONE

Queste due parole rappresentano il modo migliore per descrivere l’evolversi della rivalità tra le due scuderie contendenti del mondiale, Ferrari e Mercedes.

Un mondiale che comincia già a meno di metà stagione a manifestare le prime scintille.

Arrivati all’atto conclusivo di un estenuante (ma affascinante ed emozionante per il pubblico) trittico di tre gare in altrettante settimane (Francia, Austria e Inghilterra), c’erano tutte le premesse per vedere una Mercedes dominante a Silverstone, dopo la sonora bastonata austriaca.

Ma già dal venerdì di prove libere si delinea già un sostanziale equilibrio, con Mercedes appena più performante nella simulazione di qualifica e Ferrari più costante e veloce nella simulazione del passo-gara.

Ma è la terra di Lewis! Nessuno può batterlo in casa sua.

E’ nella sua tana che il pretatore ti aspetta e ti sbrana!

Già dal mattino di sabato, nel corso delle prove libere del venerdì, non si era messa nel migliore dei modi la situazione per la scuderia italiana: poco dopo essere entrato in pista, il suo alfiere e leader del mondiale Sebastian Vettel accusa forti dolori al collo; la cause sono molteplici, forse è andato in maniera troppo aggressiva su un cordolo? O forse il suo collo è stato vittima delle numerose sconnessioni dell’asfalto (fattore di non si era lamentato non poco Hamilton)?

Non si sa, fatto sta che Sebastian ha rischiato di non disputare delle qualifiche che sarebbero risultate veramente cruciali in vista della gara o, se volete, del campionato.

Ma ce la farà! E non artiglierà la Pole Position per appena 44 millesimi, mentre il suo compagno Kimi Raikkonen la mancherà per 98 millesimi (che nelle interviste post-qualifiche ha sostenuto di aver sbagliato l’approccio in curva 13, perdendo la Pole in tal maniera). Quindi c’è Lewis Hamilton in Pole, con un giro da paura.

Nel frattempo, all’interno dell’autodromo, i tifosi inglesi guardano attraverso maxi-schermi la partita della Nazionale inglese contro quella svedese, con la prima vincente per il punteggio di 2 a 0, e raggiungendo così una semifinale che mancava da tantissimo tempo, potendo così finalmente ambire seriamente al Mondiale.

Il pubblico è in estasi!

Si è venuto a creare un alone di tale perfezione e positività da dare il beniamino di casa Lewis non per favorito, ma per strafavorito.

Ma già dalla qualifica, con la Pole mancata da entrambi i piloti “per un quarto di soffio”, si stava muovendo qualcosa, lasciando presagire che quella domenica, sarebbe stata la giornata non degli inglesi, non della Mercedes, non di Lewis, ma della Ferrari!

Siamo alla domenica, sono le 15.12, sono tutti posizionati in griglia. Pronti via, Hamilton fa pattinare le gomme e fa cilecca alla partenza, alla seconda curva Raikkonen praticamente lo affianca, ma in staccata di curva 3 Lewis approfittando della parte esterna della pista stacca profondissimo, Kimi si fa ingolosire e sbaglia la staccata, centrando l’inglese.

Da qui hanno inizio tutte le teorie complottistiche possibili, che sfocieranno definitivamente dopo la gara, con tanto di botta e risposta velenosissimo tra Toto Wolff (e James Allison, ex progettista Ferrari tra l’altro) Maurizio Arrivabene.

Il resto della gara ha messo in luce l’estrema competitività della Rossa di Maranello in un tracciato storicamente non alleato alle caratteristiche della vettura italiana per via dei curvoni veloci, ma soprattutto, un evidente progresso del propulsore, che ha pure permesso a Sebastian (grazie anche all’ausilio del DRS) di passare in maniera chirurgica, astuta e coraggiosa il pilota della Mercedes Valtteri Bottas, che senza dubbio lui non aveva niente da perdere a differenza di Sebastian. Per non parlare dei progressi fatti con le discusse gomme ribassate di 0,4 millimetri, ma è meglio non ritornare sulla questione, anch’essa molto pesante all’interno del paddock.

Il tedesco della Ferrari ha saputo gestire al meglio la situazione dopo la Safety Car essendosi ritrovato in seconda posizione (dopo il passagio alle gomme Soft) dopo aver dominato (nonostante il passo velocissimo di Bottas) nella prima parte di gara. Curioso è il fatto che Vettel ha aspettato qualche giro prima di attaccare definitivamente il finlandese della Mercedes, consentendosi di prendere le misure necesserie e di intuire eventuali cambi di direzione difensivi dell’avversario. A testimonianza nuovamente delle doti da “sorpassatore” del teutonico.

Hamilton del resto ha dato veramente tutto per artigliare la seconda posizione, approfittando anche della Safety Car. Certamente la sua gara è stata compromessa dal contatto con Kimi (poi penalizzato con 10 secondi dalla direzione gara), ma la sua partenza è stata comunque decisiva per le sorti del suo Gran Premio.

L’uomo più discusso del Gran Premio, Kimi Raikkonen, nonostante la penalità, è riuscito ad artigliare un bel podio al termine di una gara pimpante e combattuta, condita da ottimi sorpassi all’esterno ai danni di Daniel Ricciardo, Max Verstappen (con il quale ha ingaggiato un duello d’altri tempi) e quello decisivo negli ultimi giri su Bottas, quarto al traguardo, prezioso nel lavoro nel lavoro di scudiero di Hamilton, ma che ha dovuto soccombere alla mescola di svantaggio nei confronti dei due piloti della Ferrari.

Quinto Daniel Ricciardo, che porta punti molto importanti alla Red Bull nonostante il deficit di potenza del motore Renault in una pista dove questo fattore influisce pesantemente nelle prestazioni. Anche se, ancora una volta l’australiano non ha certo brillato (come ormai accade da qualche gara a dire la verità), a differenza del compagno olandese che dopo aver duellato con Raikkonen e avendolo sorpassato in maniera a dir poco clamorosa nel tornante di curva 7 all’esterno, è stato costretto al ritiro, molto probabilmente per problemi ai freni. Una prova leonina per Max che dopo aver dato mezzo secondo a Ricciardo in qualifica, prosegue il suo periodo più che positivo (d’altronde, per un pilota come lui che nel futuro prossimo ambisce anche alla lotta per il mondiale, questo è il minimo).

Sesto troviamo Nico Hulkenberg, ormai una sicurezza per la Renault, che conserva il suo status di prima guida ai danni di un Carlos Sainz costretto al ritiro per un incidente molto pericoloso con la Haas di Romain Grosjean (che strano, c’è sempre lui di mezzo).

Settimo al traguardo arriva Ocon dopo una solidissima prestazione con una Force India non certo ai livelli dello scorso anno, davanti a un tenace Fernando Alonso, alle prese in un infuocato duello con Kevin Magnussen, nono al traguardo, che come al solito si porta sulle spalle tutta la Haas, soccombendo alla stagione disgraziata del compagno francese. Va a chiudere la top-ten l’altra Force India di Sergio Perez, protagonista alla partenza di un testacoda, andando paradossalmente quasi a colpire le due Williams appenta uscenti dalla pit-lane

Grossa delusione pure per Alfa Romeo-Sauber, che aveva un’ottima possibilità di cogliere un superlativo sesto/settimo posto con un altrettanto straripante Leclerc (ancora una volta approdato in Q3), sfumata per un’errore nel fissaggio di uno pneumatico alla sosta ai box, mentre il compagno di team Marcus Ericsson è stato vittima di un botto alla curva 1 (non aveva chiuso il DRS in entrata di curva, causando così una perdita di carico areodinamico), che avrebbe dato vita all’elettrizzante finale.

Queste ultime due gare ci hanno insegnato ulteriormente che l’imprevedibilità (e anche l’errore umano) è il sale della Formula 1, uno spettacolo da goderselo fino all’ultimo respiro!

Appuntamento tra due settimane ad Hockenheim, in Germania, non solo casa della Mercedes, ma anche di Sebastian Vettel!

Tommaso Palazzo

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