Calcio

Guida alla Copa Libertadores 2020

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Capi indiani, delfini, diavoli, aviatori, indios, piemontesi e genovesi. Potrebbe sembrare l’inizio di una favola di Sepulveda ma in realtà sono i gironi della prossima Copa Libertadores che prenderà il via nella notte tra martedì e mercoledì.

Favorite:

FLAMENGO

L’eroe dei due mondi, così è stato definito Jorge Jesus dopo aver conquistato l’ultima edizione della Copa alla guida del Flamengo. Ma nell’impresa della Rubonegra c’è poco di eroico, il successo di novembre è stato determinato da un’organizzazione quasi maniacale e da un sistema che fonde la tradizione carioca con le accortezze del vecchio continente. I campioni in carica sono riusciti a resistere alle offerte che sono arrivate dall’Europa e trattenendo tutti i loro migliori giocatori – Rodrigo Caio, De Arrascaeta, Gabigol, Everton – aggiungendo Pedro e Thiago Maia, flop in Europa ma che in Sudamerica sono nella loro dimensione ideale. Il sistema di gioco di Jesus, che prevede continui cambi di posizione tra i quattro attaccanti, sarà arricchito dai centimetri di Pedro, che andranno a costituire un’ottima alternativa alle corse di De Arrascaeta ed Everton sulle fasce. A portare esperienza ci penserà la coppia di terzini Filipe Luis, Rafinha.

BOCA JUNIORS

Tempo di rivoluzione in casa xeneize: il ritorno di Riquelme come vicepresidente ha reso il Predio de Ezeiza un luogo molto movimentato, anche più di quanto ci si potesse aspettare da una squadra che sta cercando una sua identità e dovrebbe ricostruire. Il mercato del Boca non ha visto grandi botti ma la dirigenza ha puntato di più sullo sfoltimento della rosa e sul rafforzarsi nelle zone del campo più carenti; la rescissione di contratto di De Rossi rientra nella prima categoria così come il trasferimento di Alexis Mac Allister al Brighton – anche se quest’ultima operazione è stata monetizzata e, nella migliore delle ipotesi, si sarebbe conclusa comunque il prossimo giugno – l’acquisto di Zambrano invece è stato attuato per allungare la rosa in difesa, reparto carente per il Boca. Dalla metà campo in sù Miguel Angel Russo ha l’imbarazzo della scelta potendo schierare due nazionali colombiani come Campuzano e Villa, e avendo a disposizione dei giocatori simbolo del calcio albiceleste come Tevez, Salvio, Zarate e Abila. Forse l’unica cosa che manca alla delantera del Boca è un centravanti, non a caso la nuova dirigenza appena insediata era andata all’assalto di Guerrero, che però non ha voluto muoversi da Porto Alegre. 

GREMIO

Delle grandi favorite è senza dubbio quella meno abituata a stare tra le migliori del continente, anche se la semifinale della scorsa edizione sembra smentire l’assunto. Gaucho ha a disposizione un mix di esperienza e entusiasmo giovanile che potrebbe rivelarsi la miscela giusta per riportare la Copa a Porto Alegre. La difesa è composta da giocatori di sicuro rendimento come Bruno Cortez (31 anni), Kannerman (27 anni), Pedro Geromel (34 anni) e David Braz (31 anni). Alzando il baricentro troviamo, Luciano, Everton, Pepe e Matheus Henrique di cui parleremo più avanti. Cosa manca al Gremio per fare un ulteriore salto di qualità? Lo stesso elemento che manca al Boca. Infatti anche per i nerazzurri il problema più grosso non sembra costruire il gioco quanto finalizzarlo: André non da nessuna certezza sotto porta e Ferreira è ancora troppo giovane per sostenere da solo il peso dell’attacco di una squadra che punta alla vittoria finale.  

Tevez con uno dei migliori talenti del Boca, Agustin Almendra

Cenerentole:

Una delle caratteristiche di questa competizione è l’imprevedibilità, lo dimostra il fatto che nelle ultime cinque edizioni la finale è stata disputata da squadre di cinque paesi diversi e, in questi cinque anni, solo una squadra ha giocato finali multiple (il River Plate nel 2015, 2018, 2019, ndr). Vediamo quindi quali sono le possibili sorprese di questa competizione: 

INDEPENDIENTE DEL VALLE 

I campioni della Copa Sudamericana iniziano questa manifestazione con un’etichetta ben visibile: ammazza grandi. La squadra si fonda su Cristian Pellerano, il volante, l’uomo di prima costruzione, un giocatore che fa della semplicità e delle giocate intuitive il suo punto di forza, per capirci un Sergi Busquets cresciuto a mate e asado. Con la visione di Pellerano Landazuri e Jhon Sanchez devono solo presentarsi davanti alla porta. L’unico reparto dove Los Rayados del Valle si sono indeboliti è la difesa cedendo Fernando Leon all’Atletico San Luis. 

INTERNACIONAL 

L’acquisto più importante della sessione invernale è stato la conferma di Paolo Guerrero al centro dell’attacco e l’aggiunta al suo fianco di Gabriel Boschilia, reduce da stagioni difficili in Francia. A completare l’attacco c’è El Cabezón Andres D’Alessandro che deve rispondere all’ultima chiamata per riportare a casa la Copa dieci anni dopo l’ultima vittoria. 

NACIONAL 

Se si parla di Libertadores non si può non parlare di Uruguay. Quest’anno sono tre le squadre charrua qualificate per i gironi: Peñarol, Estudiantes di Montevideo, Nacional. La vera porta bandiera per questa edizione sarà senza dubbio quest’ultima, allenata da una bandiera del calcio celeste come Gustavo Munua. Con una delle età medie più basse della competizione e forte di una tifoseria tra le più calde del continente il Bolso mette una seria candidatura come cenerentola della competizione. Anche qui troviamo due facce conosciute – Bergessio e Barrientos. 

Da tenere d’occhio:

Poi ci sono dei giocatori che vanno tenuti d’occhio con particolare attenzione ma anche giocatori e squadre che non chiedono molto a questa competizione e la useranno per farsi conoscere anche da chi mastica poco calcio sudamericano. Partiamo dai giocatori di cui – si spera – risentiremo parlare.

Tra i talenti da cerchiare in rosso troviamo: Agustin Almendra (Boca Juniors/Argentina), centrocampista centrale classe 2000; molti rivedono in lui la capacità di proteggere il pallone e di lanciare le punte di Riquelme, ma Almendra aggiunge a queste doti anche un ottima fase difensiva e un buona falcata per spezzare i raddoppi a centrocampo. Lucas Martinez Quarta (River Plate/Argentina), difensore centrale, 1996; molto forte fisicamente ma anche abbastanza veloce, Martinez Quarta rappresenta il prototipo di difensore centrale moderno, duro nei contrasti ma anche in grado di impostare la manovra dal basso, per certi versi ricorda José Maria Gimenez per come interpreta la fase difensiva spesso anche ai limiti del fallo. Matheus Henrique (Gremio/Brasile), centrocampista centrale, 1997; 175 centimetri di garra, corsa e tackle. Matheus Henrique è il classico giocatore che – letteralmente – si suda la paga, è impossibile vederlo riposarsi in una zona del campo per più di due minuti consecutivi, lo si può trovare in difesa a recuperare il pallone o nell’area avversaria per finalizzare un contropiede. Il paragone che viene più facile da fare è quello con Lucas Torreira. Matias Viña (Palmeiras/Uruguay), terzino sinistro, 1997; stacco di testa proprio dei grandi caudillos del calcio charrua e progressione di uno sprinter prestato al futbol con un ottimo senso dell’anticipo. A Viña non manca proprio nulla, potendo giocare sia terzino sinistro che difensore centrale il paragone che salta subito alla mente è quello con il primo Caceres, quello che nella Juventus di Ferrara prima e Zaccheroni poi, era diventato un punto fermo grazie ai suoi gol di testa e alla sua duttilità. Preoccupa un po’ la tenuta fisica visto che nel 2020 ha già subito due infortuni. 

Per ogni giovane giocatore che sogna l’Europa ce ne uno che ha fatto il percorso inverso. La Libertadores pullula di ex conoscenze del calcio europeo – e sopratutto italiano – come: Diego pochi ricordi felici alla Juve, ora più un simbolo che un giocatore per i tifosi del Flamengo. Gerson, la foto con la maglia numero 10 della Roma appena sbarcato a Fiumicino purtroppo non ha segnato un esperienza felice nella capitale e dopo un anno da dimenticate a Firenze è tornato in patria dove è uno dei migliori giocatori della squadra. Il Palmeiras è forse la squadra con più ex serie A in rosa visto che può schierare Gustavo Gomez, Vitor Hugo, Felipe Melo e Luiz Adriano insieme a Ramires che dopo aver guadagnato i milioni cinesi è tornato a casa per chiudere la carriera. Ci sono poi giocatori che hanno trascorso molte stagioni in Italia diventando idoli dei tifosi come Gargano, adesso al Peñarol; Carmona e Mati Fernandez, compagni al Colo Colo e Zarate e Tevez, che formano l’attacco del Boca. E per ultimi, ma per puro caso, gli incompiuti, tra cui: Pato, centravanti del San Paolo, Quintero, diez del River e Pratto, compagno di squadra di Quintero che pur avendo segnato un solo gol in Serie A è entrato comunque nella storia (chiedere a genoani o doriani). L’acquisto più clamoroso dell’ultima sessione di mercato però lo ha messo a segno una squadra che non è – più – tra le grandi del continente. La decaduta Olimpia Asuncion è riuscita ad acquistare Emmanuel Adebayor che è il primo giocatore africano a vestire a giocare nel campionato paraguayo. 

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Niccolò Frangipani

1 Comment

  1. Copa Libertadores, una competizione sempre interessante. Bell`articolo, grazie!

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