Calcio

Giampaolo: pensiero ed estetica della rivoluzione rossonera.

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Il primo istante o la fase iniziale di un fatto, di un’azione che si estende nel tempo“. Questa frase non è altro che la definizione attribuita dal dizionario italiano al termine “Inizio“. All’interno dell’immaginario collettivo l’avvio di un determinato capitolo della nostra vita, piuttosto che di un libro, riecheggia nella mente portando con sè consistenti dosi di positività e di fiducia, utili a farci riemergere dal recente passato. Probabile e in qualche modo realistico che tale ragionamento sia stato concepito anche negli uffici ai piani alti di Via Aldo Rossi, luogo di collocazione di Casa Milan.

La stagione appena conclusa dai rossoneri è stata caratterizzata da un finale ricco di scorie negative. L’amarezza e le perplessità che arieggiavano intorno all’ambiente, derivate dalla mancata qualificazione alla Champions League – seppur con appena un punto di distacco – dai ribaltoni in panchina e nei quadri dirigenziali, senza dimenticare l’esclusione dalla prossima edizione dell’Europa League – anche se ampiamente prevista e concordata – rischiavano seriamente di contaminare e probabilmente di compromettere almeno inizialmente una buona parte del nuovo corso. L’addio di Gennaro Gattuso ha inevitabilmente creato un solco importante da riempire obbligatoriamente nel più breve lasso di tempo possibile. Ma dalle esigenze possono talvolta nascere possibilità. Da qui l’idea forte di ricondurre la squadra meneghina sulla strada abbandonata ormai da diversi anni. L’impossibilità di arrivare a Maurizio Sarri ha indirizzato la scelta su un profilo molto simile a quello del nuovo allenatore della Juventus. Il nome è ovviamente quello di Marco Giampaolo, autore di tre ottime stagioni alla guida della Sampdoria all’insegna del bel gioco e della fantasia.

 

L’allenatore abruzzese durante la sua prima conferenza stampa tenutasi nella giornata di martedì, è stato in grado di infrangere elegantemente gli stereotipi attribuitogli in maniera preventiva e critica da diversi addetti ai lavori nel corso dell’ultimo mese. La sua figura ampiamente motivata e concentrata, come dimostrano gli appunti annotati tra una risposta e l’altra, ha già brillantemente donato un’identità ben precisa a quelle che dovranno essere le peculiarità della sua creatura.

I due reparti di fondamentale importanza per il credo del nuovo allenatore saranno senza ombra di dubbio la difesa e il centrocampo. La linea difensiva dovrà accompagnare l’intera manovra: i centrali di difesa saranno coloro che riceveranno il compito di liberare i terzini e il regista dalla marcatura, originando così l’azione. Il centrocampo sarà il cuore e la mente della squadra: scambi stretti e rasoterra nel tentativo di mantenere ordine e velocizzare il ritmo, realizzando così il famoso rombo che ha caratterizzato e legittimato il disegno tattico dell’ex tecnico blucerchiato. Non può risultare una pura coincidenza che si tratti infatti della zona di campo su cui la nuova dirigenza – guidata autorevolmente da due colonne del “Milanismo” come Paolo Maldini e Zvonimir Boban – sta lavorando attivamente sul calciomercato; con un focus molto dettagliato più sulle singole caratteristiche piuttosto che basandosi esclusivamente sui nomi – insegnano in quest’ottica gli acquisti di Bonucci prima e di Higuain poi.

 

Lo slogan “Testa alta e giocare a calcio” non sarà assolutamente fine a sè stesso ma anzi, si rivelerà esattamente il messaggio che il “maestro” profetizzerà ai suoi giocatori nell’arco dell’intero percorso. La prima seduta di allenamento sul campo esterno del Centro Sportivo di Milanello, di fronte a circa 4000 tifosi entusiasti, ha totalmente confermato tale teoria applicandola alla pratica. La classica partitella di debutto – valida quasi esclusivamente ad allietare i presenti – ha infatti lasciato ampio spazio al possesso palla: ricerca del triangolo stretto, gioco a due tocchi, densità in zona palla e recupero immediato della stessa. Insomma, prime indicazioni ben precise di un certo tipo di filosofia che vedrà come protagonisti principali gli stessi calciatori; i quali con le loro qualità tecniche daranno vita ed espressione alla visione stilistica di Giampaolo.

 

L’obiettivo da perseguire è il seguente: ottenere nuovamente riconoscibilità calcistica attraverso un gioco organizzato e piacevole agli occhi ma soprattutto fruttuoso in termini di risultati sportivi.

Unire l’utile al dilettevole”. Diktat necessario per consentire al Milan di muovere i primi passi in direzione dei livelli occupati in passato, nel corso di un’intera e trionfante generazione.

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La Redazione
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