Ciclismo

Cos’è successo in questa prima settimana del Tour de France?

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Abolita la noia della prima settimana nel Tour de France.

Se ci aspettavamo un inizio di Tour de France all’insegna della noia e della monotonia ci siamo sbagliati di grosso. Tanti i fattori e gli episodi che hanno reso vivace questa prima settimana, dieci giorni per la precisione, di corsa. A partire da un percorso disegnato perfettamente da Christian Prudhomme e compagni, ispirati anche dalla tecnologia, visto che il percorso dell’ottava tappa è stato tracciato affidandosi ai dati e alle indicazioni del social network Strava.

Un Tour aperto senza un vero e proprio favorito alla vittoria finale e partito nel segno dell’imprevedibilità con la prima maglia gialla conquistata da Mike Teunissen, anziché dai puri e grandi velocisti. La maillot jaune torna così sulle spalle di un olandese dopo trenta anni, quando a vestirla fu Erik Breukink. Successivamente la cronosquadre ha evidenziato il miglioramento di molte squadre nella lotta contro il tempo, ma ha sorpreso il divario in positivo della Jumbo-Visma su tutte le altre, Ineos compresa. Dopo il dominio della squadra olandese, di cui parleremo meglio dopo, entra prepotentemente nella scena Julian Alaphilippe. La maglia a pois del 2018 infiamma i tifosi francesi tra le vigne di Epernay, città dello champagne, con una grande azione in solitaria nel finale. Conquisterà tappa e maglia che terrà per altri due giorni, dove assisteremo alla vittoria Elia Viviani, prima, e di Peter Sagan, dopo, in volata.

Giunti così alla sesta tappa, molto mossa con ben sette G.P.M. e che promette i primi veri movimenti in classifica generale con l’arrivo a La Planche des Belles Filles. In realtà la tradizionale frase “oggi non capiremo che vincerà il Tour, ma chi lo perderà” non è sembrata valida, visto che tutti i big sono giunti al traguardo alla pari. Questa cima dei Vosgi, con arrivo inedito vista l’aggiunta di un ultimo strappo sullo sterrato con picchi al 24%, come negli scorsi anni, ha regalato gioie italiane. Prima Nibali nel 2014, poi Aru nel 2017 ed ora un altro nome che va ad aggiungersi al grande talento del siciliano e del sardo. Lui non proviene delle isole, ma dalle colline dell’Abruzzo e il suo nome è Giulio Ciccone. Non solo diviene protagonista della fuga con un secondo posto finale, battuto negli ultimi metri da Dylan Teuns, ma va a prendersi anche la maglia gialla. Gli abbuoni guadagnati al passaggio in testa sui G.P.M. sono risultati preziosissimi, visto che balza in testa alla generale per soli 6″ di vantaggio su Alaphilippe. Grande gioia per un ragazzo che inizia a farci sognare in grande. Terrà la maglia e riceverà il tradizionale leoncino anche il giorno successivo, che viene caratterizzato dalla vittoria di Groenewegen allo sprint. Alaphilippe non tarderà a riprendere la posizione di leader della generale e lo farà nel giorno di un azione memorabile di Thomas De Gendt partito in fuga dai primi 200m di tappa e giunto in solitaria al traguardo. A Saint-Etienne vedremo realizzarsi le dichiarazioni pre-Tour di Vincenzo Nibali, che si stacca sull’ultima salita perdendo più di 4′ dagli altri big.

Per il 14 Luglio, festa della repubblica francese, un galletto torna a vestire la maglia gialla e nel frattempo giunge all’arrivo un’altra fuga, col trionfo del campione sudafricano Daryl Impey. L’ultimo giorno di corsa prima del riposo con arrivo ad Albi ha regalato ancora spettacolo. La crociata albigese sembra ripetersi, con il vento che stabilisce vincitori e vinti di questa prima settimana. Wout van Aert irrompe definitivamente nel ciclismo su strada agli occhi del grande pubblico, bruciando Viviani nella volata finale. Classifica rivoluzionata nell’ultimo giorno e tanta attesa per i duelli sui Pirenei, difficile far previsioni. Ci saranno solamente tante emozioni!

A cura di Marco D’Onorio

 

Il dominio giallonero

La squadra più sorprendente (e vincente) di questo primo spicchio di Tour è senza dubbio la Jumbo-Visma. Sono già quattro le vittorie di tappa per la squadra olandese, con Teunissen, Groenewegen e van Aert, oltre la cronosquadre, il tutto arricchito dalla prima maglia gialla di Mike Teunissen, difesa per tre tappe. Ma la forza dei gialloneri non si limita ai successi parziali: il capitano designato per la generale, quel Steven Kruijswijk, protagonista assoluto al Giro d’Italia 2016, è riuscito a limitare le perdite, trovandosi in quarta  a 1’27” dalla maglia gialla Alaphilippe, con appena 15″ di svantaggio da Thomas. Dopo un 2018 da incorniciare, con il 5° posto al Tour (corso, va ricordato, da gregario di Roglic) e il 5° alla Vuelta, un podio potrebbe non essere così lontano: le salite adatte a lui arriveranno nelle prossime tappe. Inoltre, avrà dalla sua due ottimi gregari in montagna come Bennett e De Plus.

Ma oltre a Kruij, menzioni per i vincitori di tappa: Teunissen bravo a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, Groenewegen ha vinto una tappa al Tour per il terzo anno consecutivo affermandosi come uno dei velocisti più forti degli ultimi anni; Van Aert è il nuovo che avanza, una prima stagione con la squadra olandese da incorniciare: tre successi stagionali e una lunga serie di brillanti piazzamenti, dal terzo posto alla Strade Bianche al 6° alla primissima Sanremo.

Infine, impossibile non citare Tony Martin: il tedesco si è presentato ai nastri di partenza con una condizione smagliante, trascinando la squadra nella cronosquadre in maniera impeccabile: venti secondi dati al team Ineos non sono pochi, specialmente in ottica generale.

A cura di Giacomo Gieda

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