Calcio

A ruota libera 1 – L’Italia del Bar Sport

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Non è più l’Italia dei bar sport. Purtroppo. Diciamo “purtroppo” perché onestamente un po’ ci manca quel sapore nostalgico in cui la spesa di quell’euro e cinquanta del cappuccino con il cornetto in orario colazione o dei due euro per i due prosenchini da sorseggiare in orario aperitivo abilitava chiunque a sparare nel mucchio la propria castroneria a tema sportivo.

Non è più quell’Italia e un po’ ci dispiace, anche perché ora i discorsi da bar ora si sono trasformati in discorsi da social, e la differenza è che mentre prima il pubblico dei cabarettisti erano i soliti due amici e l’affaticato barista, ora invece una sentenza sparata nell’oceano blu di Facebook può potenzialmente finire con l’essere letta da migliaia di persone. E almeno prima si usciva di casa e si respirava un po’ d’aria pulita.

Questa riflessione iniziale serve a delineare lo sfondo di una riflessione ben più ampia nata da alcuni eventi accaduti realmente negli ultimi sette giorni. La settimana sportiva ci ha regalato infatti vari spunti per gioire con soddisfazione e vantarsi di essere italiani. Primo: la Nazionale Italiana di calcio, guidata da Roberto Mancini, ha giocato due buone partite contro Finlandia e Liechtenstein. In totale ha segnato 8 gol e ne ha subiti 0. Hanno segnato due esordienti come Kean e Sensi, c’è stato il primo gol di Pavoletti e il meraviglioso gol più anziano della storia della Nazionale messo a segno da Fabio Quagliarella, per cui continua a valere il detto che “la quaglia vecchia fa il brodo ancora più buono di quello della gallina”. Secondo: Dorothea Wierer ha portato a casa la Coppa del Mondo di biathlon consegnando (finalmente) alle pagine di cronaca il racconto di uno sport spesso sottovalutato e bistrattato da molti. Che poi vai a vedere e le volte in cui l’hanno visto sono pari al numero di gol presi dall’Italia in queste prime due uscite. Terzo: a Torino per Juventus-Fiorentina c’erano 39.000 persone. Normale? Sì, in un futuro probabilmente. Ma per ora il fatto che a vedere 22 ragazze giocare e contendersi lo scudetto ci fosse così tanta gente è un segnale bellissimo per tutto il movimento (e qua ci giochiamo il secondo “finalmente” tra parentesi del pezzo).

Ecco, parallelamente a questo bellissimo weekend riportiamo però alcune delle frasi che si sono lette tra i commenti del social più popolato del pianeta nel pre, durante e post di questi eventi. Pronti? Via. “Quagliarella è troppo vecchio per questa Nazionale” “Dorothea Wierer vince solo perché è bella” “A Torino c’erano così tante persone solo perché il biglietto era gratis. E comunque il calcio femminile fa schifo” “Kean è troppo nero per giocare nell’Italia” “Le donne dovrebbero stare in cucina, non su un campo di calcio” “Dorothea Wierer è troppo austriaca per essere italiana” “Dorothea Wierer probabilmente è Kean” “Dorothea Wierer potrebbe tranquillamente giocare nella Fiorentina femminile. O forse in Nazionale Italiana”. Alcune delle frasi che avete letto sono state liberamente inventate, ma la maggior parte sono assolutamente vere e non sospettereste mai quali sono le une e quali le altre. Mentre ci ragionate noi andiamo a ragionare sul perché quest’Italia non si sappia mai, ma proprio mai, godere nulla di quello che le succede.

Hasta luego

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