Biathlon

Alla scoperta del biathlon: le gemelle del poligono Wierer e Vittozzi

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L’ascesa delle ragazze che stanno portando l’Italia sul tetto del biathlon mondiale.

Il biathlon è uno sport semplice: due sci da fondo, una carabina, un poligono e vince chi somma meglio velocità sugli sci e percentuali al tiro.

Nella storia della Coppa del Mondo di Biathlon mai un atleta italiano, maschio o femmina, è riuscito a vincere la Sfera di Cristallo.

Mai, prima di quest’anno. Dopo 6 tappe su 10 complessive, tra cui i Mondiali di Östersund, in vetta alla classifica generale femminile si trovano due ragazze italiane. Dorothea Wierer da Anterselva e Lisa Vittozzi da Sappada.

Mondiali di Östersund appunto, dove le due italiane avranno la ghiotta occasione di collezionare medaglie pesanti prima del rush finale di Coppa.

Complici la cattiva forma di alcune big che, dopo la stagione olimpica, hanno staccato la spina, come Dahlmeier, Kuzmina e Mäkäräinen e il ritiro di Domracheva, le due italiane si sono dimostrate sin da subito capaci di lottare per le posizioni che contano nella generale.

Un eccezionale dicembre per Wierer e un fantastico gennaio per Vittozzi hanno portato le nostre portacolori ad avere un vantaggio rassicurante sulle inseguitrici.

Dalla norvegese Olsbu-Roiseland alle slovacche Fialkova e appunto Kuzmina, mai in grado di essere costanti nell’arco della stagione.

Risultati a dir poco straordinari per le nuove stelle del biathlon italiano, che, qualche anno fa, anche il più ottimista faceva fatica ad immaginare.

Vittozzi ad Oberhof, l’Università del biathlon, centra un back to back storico, risultando la prima italiana ad ottenerlo e risultando la prima a vincere in una gara ad inseguimento.

Inseguimento vinto da Wierer ad Anterselva che completa il Career Grand Slam, riuscendo nell’impresa di vincere in tutti e quattro i format di gara individuali previsti.

Ed il fatto di riuscire a compiere tale impresa, vincendo nella gara di casa, mette Dorothea sotto una luce differente. La luce che solo i grandissimi sanno di avere addosso.          

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Giuseppe Greco
24 anni, studio lettere moderne ma ho lo sport nelle vene e il cinema nel cuore. Nel tempo libero amo le donne, viaggio, ascolto jazz, leggo e sogno. Scrivo perché le parole sono fatti, e una volta messe nero su bianco non si può tornare più indietro. Racconto di imprese con le lamine sulla neve e con le due ruote a pedali lungo i tornanti.

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