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Un film con VS: “Glory Road”

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“Glory Road”, film diretto diretto da James Gartner, racconta la stupefacente storia della stagione 1966 dei Texas Miners, una squadra universitaria militante nel campionato NCAA.

Don Haskins, ex allenatore di un liceo femminile, viene assoldato dalla squadra di basket del Texas Western College di El Paso (i Miners, appunto). Gli obiettivi sono alquanto limitati, l’università non ha il prestigio di centri quali Duke o Kentucky e i fondi a disposizione sono pochi. Pertanto, il coach sceglie di puntare su giovani che abbiano poche o nulle possibilità di studiare, ma abbastanza talento da poter offrire prestazioni quantomeno sufficienti. La ricerca si estende ai playground di tutti gli Stati Uniti, riuscendo a mettere insieme un gruppo di giocatori di colore, da affiancare ai bianchi già presenti in squadra.

L’impatto dei nuovi arrivati con il profondo Sud degli Stati Uniti non è facile. Sono anni in cui il razzismo è ostentato e socialmente accettato dalla popolazione bianca. Aggressioni verbali e fisiche, intimidazioni e minacce non risparmiano né i giocatori (anche i bianchi), né lo stesso allenatore. Tuttavia, tale situazione contribuisce a rinsaldare il rapporto tra giocatori e coaching staff.

© Disney Enterprises, Inc. and Jerry Bruckheimer, Inc.

Il senso di accerchiamento alimenta la voglia di rivalsa che, unita alla bravura di giocatori e allenatore, porta i Miners a vincere partite in serie. I risultati valgono la chiamata alle fasi finali del torneo NCAA. I Miners eliminano progressivamente le avversarie, arrivando all’epilogo conclusivo in cui dovranno affrontare la favorita Kentucky. Quest’ultima, allenata dall’esperto Adolph Rupp, è squadra composta di soli bianchi e lo stesso Rupp non nasconde pregiudizi razziali.

A questo punto coach Haskins sorprende tutti. Stanco di quanto subito nel corso della stagione, decide di mandare in campo soli giocatori di colore, cinque titolari e due riserve. Una conclusione da film di una storia reale.

Credits: Frank Connor
© Disney Enterprises, Inc. and Jerry Bruckheimer, Inc.

 

E proprio per l’incredibilità della vicenda, “Glory Road” risulta piacevole e coinvolgente. Nonostante il cast sia privo di stelle, gli attori riescono a impersonare egregiamente i protagonisti della storia. Lo spettatore si sente costantemente immerso nelle situazioni affrontate da giocatori e allenatore, condividendone gioie e frustrazioni.

Ciò che rende speciale “Glory Road”, in particolare, è la possibilità di essere apprezzato anche da chi è estraneo al mondo della pallacanestro. Anzi, lo scopo del regista consiste proprio nel prendere spunto da un evento popolare per portare al grande pubblico temi sociali di una certa rilevanza.

La storia dei Texas Miners evidenzia come lo sport sia parte integrante della politica e della società. Esso ha la capacità di coinvolgere un ampio pubblico, influenzare processi e farsi promotore di istanze sociali. E nell’Italia attuale, dove il razzismo è stato sdoganato e riecheggia in modo preoccupante anche in stadi e palazzetti, l’impegno degli sportivi è tanto utile quanto auspicabile.

 

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Mauro Saccol
Cresciuto con Del Piero, "High Fly" Williams, Valentino Rossi e le partite di Basket e Pallavolo in onda al Sabato pomeriggio su RaiTre. Ora cerco di tramutare in parole questa grande passione.

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