Calcio

Higuaìn e quella voglia di tornare protagonista

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Siamo nel pieno del calciomercato estivo, e la situazione in casa Juventus sembra tutt’altro che statica.
L’arrivo di Ronaldo ha scosso gli animi dentro e fuori Torino, e sembra che il Pipita Gonzalo Higuaìn sia già pronto per la partenza. La destinazione? Un posto dove tornare protagonista.

Sì, perché uno come lui non riesce ad essere una comparsa, non riesce a sopportare l’idea di essere uno dei tanti.
La rottura con la Juventus sembra ormai inevitabile, anzi, si dice che la rottura tra l’argentino e la società (in particolare Allegri) sia già avvenuta mesi fa, durante il campionato.
Infatti già a Gennaio si percepiva un certo malumore tra l’attaccante e l’allenatore, testimoniato dalle parole di Higuaìn nel post partita contro il Chievo Verona:

Visto? Se gioco vicino alla porta faccio gol. Seguo l’allenatore, ma da regista offensivo perdo energie per segnare“.

Ma non solo: sembra che l’esclusione del Pipita dall’undici iniziale in finale di Coppa Italia sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Quello tra Gonzalo e Allegri è un amore mai sbocciato completamente: Allegri pretende dai suoi giocatori un tipo di gioco, mentre il Pipita vuole essere il centro della squadra, il protagonista assoluto.
Ma questo, nella Juventus, non puoi esserlo a meno che il tuo cognome non sia Platini, Buffon, Del Piero o Ronaldo (forse).

Eppure quando arrivò alla Juventus nell’estate del 2016 sembrava destinato a rimanere nella storia, non solo come uno dei trasferimenti più costosi della storia del calcio italiano, ma anche in quella bianconera. Non bastano i 55 gol segnati in due anni, da Gonzalo si pretendeva di più. Si pretendeva un carattere più forte, soprattutto in Champions League, dove nelle partite che contano lui non c’è mai, si nasconde.

Lo dimostra il fatto che le uniche partite che si ricordano di Higuaìn in Champions sono una semifinale contro il Monaco, e un ottavo di finale contro il Tottenham. Un po’ poco per uno come lui, attaccante della Juventus.
E lui lo sa, e ne soffre. Non è il classico argentino tutto garra e cuore (alla Tevez, per intenderci), bensì è un argentino diverso, più europeo. Durante gli anni napoletani, soprattutto nella stagione dei 36 gol, ha dimostrato a tutti gli scettici che nel giusto ambiente e nella giusta squadra non è secondo a nessuno in quel ruolo lì.

Il valore che lo contraddistingue da molti altri attaccanti è la voglia di riscatto: a Madrid era semplicemente un panchinaro, qualcuno da inserire nei secondi tempi per far rifiatare i titolari.
Eppure a Madrid segnò tanto, ma nessuno credette in lui. E Napoli era l’occasione giusta per esplodere, soprattutto perché la squadra giocava con lui e per lui.

Ma nel momento in cui sei circondato da altri giocatori del calibro di Dybala, Mandzukic, Douglas Costa & company, splendere diventa difficile: gli obiettivi, soprattutto quelli europei, sono diversi, il clima è diverso, l’allenatore è diverso.
E proprio parlando di allenatori, sembra che il destino ci stia mettendo lo zampino: se la trattativa andasse in porto, a Londra (sponda Chelsea) Gonzalo ritroverebbe Maurizio Sarri.

Un arrivo a Londra che profuma di ritorno a casa per Gonzalo: Sarri per lui non è stato solo un allenatore, ma anche un padre.
E grazie a lui potrebbe ritrovare tutti quegli stimoli che l’hanno reso uno degli attaccanti più forti del mondo.

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La Redazione
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