Triathlon

Jan Frodeno, l’ultimo ballo del re del triathlon

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10 settembre 2023, una data che tutti gli appassionati di triathlon non si dimenticheranno tanto facilmente. Questo giorno segnerà l’addio al triathlon di quello che è considerato l’atleta più forte di tutti i tempi in questo sport. Jan Frodeno, infatti, correrà l’ultima gara della sua gloriosa carriera nel palcoscenico forse più importante di tutto il panorama del triathlon: i mondiali di Ironman, che per l’anno corrente si svolgeranno a Nizza.

Cos’è l’Ironman?

Per i meno avezzi alla disciplina prima di dire cos’è stato Frodeno e cosa sarà, è doveroso spiegare il contesto in cui ci troviamo e perché i mondiali di Ironman sono considerati un palcoscenico così importante. La cosiddetta distanza Ironman è una distanza di ultraendurance del triathlon ed è considerata come una delle corse più dure di tutto il panorama sportivo. E’ composta da 3 frazioni così suddivise: 3.8km a nuoto, 180km in bici, 42,195km di corsa (equivalente della maratona). Per una durata che va tra le 7h30min e le 8h per i primi uomini e tra le 8h30min e le 9h per le donne.

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I mondiali nello specifico nascono nelle isole delle Hawaii, più precisamente tra le isole di Ohau e di Kona, dove si sono tenute tutte le edizioni, esclusa quella del 2021 e quella di quest’anno. Il mix tra location spettacolare e il fatto che più che una gara sembri una vera e propria fatica di Ercole ha aiutato questa competizione a raggiungere la miticità che ha nei giorni nostri. Tant’è che sempre più amatori si cimentano in questa gara anche solo per dire “ho completato un Ironman”.

Questo mondiale a Nizza sarà quindi l’ultima gara nella carriera di Frodeno che, come ha dichiarato qualche settimana fa, vuole lasciare il triathlon da “Undisputed” (così vorrebbe farsi chiamare una volta ritirato). Tant’è che arriva all’appuntamento finale con la leggerezza di chi è consapevole che il suo l’ha già dato, ma anche con la fame di vittoria che lo ha sempre caratterizzato e uno stato di forma visto poche volte durante la sua decennale carriera. Insomma, tutto apparecchiato per un finale di carriera epico degno di un film da oscar.

I primi passi verso la leggenda

Ma chi è Frodeno? Com’è arrivato ad essere considerato il tanto acclamato G.O.A.T (greatest of all time) del triathlon? Jan Frodeno arriva dalla più grande culla del triathlon europeo, la Germania, nazione capace di sfornare sei vincitori dei mondiali di Ironman nelle ultime otto edizioni.

Come per la stragrande maggioranza dei triatleti, Jan inizia a praticare questa disciplina arrivando dal nuoto nel 2002 e soprattutto inizia la sua storia da triatleta nella distanza olimpica (distanza che viene appunto proposta poi ai Giochi): 1500mt a nuoto, 40km in bici, 10km di corsa.
In poco tempo entra nel giro della squadra olimpica, dando immediatamente una bella impressione agli esperti del settore, tant’è che nel 2007 vince il titolo nazionale e ottiene il pass olimpico per l’Olimpiade a Pechino.

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L’Olimpiade di Pechino rappresenta quello che è il punto più alto della sua prima parte di carriera, perché partecipando da assoluto underdog, arriva a vincere il titolo olimpico. Al termine di una volata finale che sembra infinita, si aggiudica la prima e finora unica medaglia d’oro per la Germania nel triathlon olimpico. Nel successivo quadriennio c’è la prima flessione della sua carriera e nonostante l’alto livello, dovuto ai propri mezzi fisici fuori dalla norma, continua a mancare il colpo grosso in tutti i grandi appuntamenti.

L’esplosione della Frodeno mania

In cerca di nuove sfide, decide di abbandonare la distanza olimpica per dedicarsi esclusivamente alle distanze lunghe, l’Ironman e il mezzo Ironman (o 70.3 per via delle miglia totali che si percorrono in gara). Quest’ultimo, come si evince dal nome, ha le distanze dimezzate dell’Ironman completo. I risultati arrivano subito, impreziositi dal secondo posto nel primo Campionato europeo di Mezzo Ironman.

La sua prima apparizione ai Mondiali hawaiiani è sorprendente. Si è sempre pensato che gli “esordienti” al Mondiale hawaiiano facciano una fatica enorme, perché gareggiare alle Hawaii è una cosa completamente diversa da tutte le altre gare. Frodeno però sorprende tutti chiudendo in terza posizione.

Il momento in cui si inizia a pensare che il triatleta tedesco sia un fenomeno generazionale è il 10 ottobre 2015, quando diventa il primo triatleta uomo/donna nella storia a vincere un titolo olimpico e un Mondiale Ironman (attualmente solo lui e il norvegese Kristian Blummenfelt sono stati in grado di fare una simile impresa).

L’arrivo vittorioso di Frodeno al suo primo mondiale Ironman

Da quel momento in poi nel mondo del triathlon esplode la Frodeno-mania e si sente parlare di lui ovunque. Rivince il Mondiale Ironman altre due volte, la prima nel 2016 e la seconda nel 2019. Della vittoria nel 2019 divenne iconica, quasi leggendaria, la sua esultanza al traguardo, frutto di una enorme liberazione di rabbia e sofferenza, che lo ha accompagnato per mesi a cavallo tra il 2018 e il 2019 a causa di un brutto infortunio.

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Il covid rallenta la sua ulteriore ascesa nell’Olimpo del triathlon, ma questo non lo ferma dal timbrare nel luglio del 2021 il miglior tempo al mondo su una distanza Ironman: 7:27:53. Un tempo battuto solamente dal norvegese Blummenfelt un anno dopo.

Il buio prima della rinascita

Il 2022 però rappresenta quello che è stato l’anno più buio della sua carriera. A causa di un incidente in bici a fine 2021 inizia ad avere grossi problemi all’anca. Difficoltà che dopo un po’ di studio assumono connotati precisi: lesioni di Morel-Lavallèe.

Ci vogliono ben 3 operazioni per sistemare l’anca di Frodeno, tant’è che ritorna alle corse dopo parecchi mesi. Il rientro alle gare non è per niente fortunato: si lesiona il tendine d’achille durante la frazione di corsa del Challenge Roth, una delle gare più importanti al di fuori del mondiale. Un infortunio che lo costringe a rinunciare ai mondiali Ironman del 2022 e che lo porta alla pesante decisione di annunciare il ritiro a fine 2023.

Come una fenice

Messi alle spalle i brutti infortuni, si presenta ai cancelletti di partenza alla prima tappa a Ibiza del PTO (Professional Triathletes Organisation), una sorta di circuito indipendente per atleti professionisti formato da tre tappe: Ibiza, Milwaukee e Singapore. La gara di Ibiza verrà per sempre ricordata come la prima e unica sfida tra gli ultimi tre campioni olimpici: Frodeno, il già citato Blummenfelt e Alistair Brownlee (vincitore sia a Londra che a Rio). Jan, nonostante sia al debutto stagionale chiude quarto, ma con ancora tanta fame per le successive gare della sua ultima stagione. Poco dopo la gara di Ibiza annuncia che farà ancora solo due gare prima di ritirarsi: la tappa di Milwaukee del PTO e il mondiale Ironman a Nizza.

Ai nastri di partenza della tappa di Milwaukee si infiamma la rivalità tra il tedesco e il norvegese con qualche intervista oltre le linee. La gara di Frodeno è un’autentica marcia trionfale. Uscito tra i primi nel nuoto, nella frazione in bici prende in mano le redini della gara senza mai lasciarle e andando a vincere come solo lui sa fare.

Vedendolo gareggiare tutti si sono chiesti come sia possibile che un’atleta ancora così dominante sia alla sua penultima uscita della carriera. Adesso siamo a ridosso di quella che è la sua ultima gara e Frodeno ci arriva più in forma che mai, pronto lasciare il segno anche nel sua uscita di scena. Il mondiale è apparecchiato, rimane da capire solo se ci sarà un saluto al triathlon da “Undisputed” e con il quarto titolo mondiale in tasca, oppure se sarà una semplice passerella di un atleta che ha dato tantissimo a questo sport e che una volta ritirato avrà ancora molto da dare. Non ci resta che scoprirlo a breve.

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Matteo Salina

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