Triathlon

Lucy Charles-Barclay, finalmente sul tetto del mondo nel triathlon

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Nella notte tra il 7 e l’8 ottobre si è spezzata quella che era considerata una vera e propria maledizione. Lucy Charles-Barclay, dopo ben quattro secondi posti consecutivi ai Mondiali Ironman, riesce finalmente a tagliare per prima il traguardo di Kona. La britannica riesce ad essere così incoronata regina delle Hawaii e del triathlon endurance. Il coronamento di questo traguardo è il frutto di un lungo percorso, fatto di parecchi imprevisti, che hanno portato ad etichettare la mancanza della vittoria mondiale come una vera e propria maledizione. Nel 2017 e nel 2018, alle sue prime due apparizioni sull’isola hawaiiana, arriva seconda dietro alla svizzera Daniela Ryf, nel 2019 viene battuta dalla tedesca Anne Haug, mentre l’anno scorso si arrende alla statunitense Chelsea Sodaro.
Ma come ci è arrivata sul tetto del mondo una donna che non era mai salita su una bici da corsa prima dei 19 anni?

Gli inizi tra le acque

Lucy nasce come nuotatrice e fin da subito mostra delle spiccate doti per la disciplina, in particolare nelle acque libere. A 16 anni inizia ad assaporare l’idea di partecipare alla rassegna a cinque cerchi di casa, a Londra. Ad un mese dalle olimpiadi arriva addirittura a battere Keri-Anne Payne, colei che un mese dopo, in una 10km in acque libere, gli avrebbe soffiato lo slot olimpico. La delusione è enorme e Lucy decide di lasciare il nuoto. Un anno più tardi si iscrive alla sua prima gara di triathlon.

“Saltare le olimpiadi casalinghe mi ha scoraggiato. Mi ha fatto venire voglia di trovare qualcosa di diverso da fare.”

L’esordio nel triathlon

L’inizio non è dei migliori, soprattutto per quanto riguarda la bici. Non avendo mai pedalato in vita sua parte assolutamente da zero: nelle prime gare si presenta con la mountain bike e in molti iniziano a dubitare delle sue capacità di adattamento. Il talento però c’è ed è cristallino; oltre al nuoto, anche la corsa non rappresenta un grosso problema per Lucy. Fin da subito mostra quanto è portata anche per questo nuovo sport, in cui punta forte sulla sua disciplina e si difende egregiamente nelle due rimanenti. Ad un anno dalla sua prima gara di triathlon, non solo si qualifica per il mondiale di mezzo Ironman, ma coglie addirittura il successo nella categoria U23.

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Lo sbarco nel professionismo

Da lì la strada si fa in discesa, arrivano i primi sponsor di alto livello e Lucy diventa a fine 2015 una triatleta professionista. Per la prima vittoria bisogna attendere due anni, quando vince nella dura gara di Lanzarote. Il 2017 sembra essere il suo anno e arriva ai suoi primi Campionati mondiali con i favori del pronostico. Non tradisce completamente le attese, ma chiude seconda dietro alla esperta Daniela Ryf. Famosa ormai la sua intervista a fine gara, nella quale ammette che fino a tre anni prima non riusciva neanche a stare su una bici da corsa. L’anno dopo si ripresenta ai mondiali di Kona con l’unico obiettivo di vincere. Dopo una strepitosa frazione a nuoto, dove va a segnare il miglior tempo all-time, viene inesorabilmente ripresa e battuta, sempre dall’elvetica Ryf.

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La definitiva esplosione

Il 2019 è l’anno della definitiva esplosione di Lucy Charles nel mondo del triathlon professionistico. Vince la Challenge Roth, la gara distance più importante al di fuori del circuito Ironman, e il campionato europeo, facendo segnare il personale sulla distanza. A fine anno però arriva il terzo secondo posto consecutivo al mondiale Ironman, questa volta dietro alla tedesca Anne Haug. Dopo questa gara inizia a balenare l’idea che Lucy non riesca a performare ad altissimi livelli nelle competizioni più importanti. La delusione per l’ennesimo posto d’onore e lo scoppio della pandemia di Covid-19 portano Lucy alla decisione di prendersi un anno sabbatico, un periodo di allenamento per preparare esclusivamente i mondiali 70.3 e quelli di Ironman.

Il primo grande squillo

La pausa dà effetti più che positivi, portandola al successo nella Collins Cup, un evento in cui si sfidano singolarmente atleti europei contro atleti americani e del resto del mondo. Molto più di rilievo è però l’affermazione nel mondiale 70.3, svoltosi a St. George. Il suo primo titolo mondiale sulla distanza arriva grazie alla gara perfetta: Lucy Charles rimane in testa alla gara dalla prima bracciata sino alla linea del traguardo.

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Dopo la vittoria, rimarca in un’intervista quanto tutti i dubbi che si erano creati su di lei e sulle sue capacità di vincere ad alti livelli le abbiano dato solo più forza per arrivare a centrare questo obiettivo:

“Credo che mi sarei sentita infastidita qualora non avessi vinto il mondiale, soprattutto per tutto il lavoro fatto quest’anno… Mi sento come se ci fosse stato sempre in discussione qualcosa sulle mie gare, oggi sono finalmente appagata e posso dire che non c’è più niente da mettere in discussione”

L’off-season, a cavallo tra 2021 e 2022, le riserva però una brutta sorpresa; a febbraio le viene infatti diagnosticata una frattura da stress all’anca, che la tiene ai box fino ad agosto. A tre mesi dal rientro si presenta per la quarta volta ai nastri di partenza dei mondiali Ironman di Kona. Dopo una coraggiosa gara di testa, a 10km dal traguardo è costretta ad arrendersi a Chelsea Sodaro, che la rimonta e si va a prendere il successo. Per Lucy è ancora una volta secondo posto ai Mondiali. La delusione è talmente enorme che la britannica decide di non rilasciare interviste ai giornalisti.

La chiusura del cerchio

Quest’anno arriva finalmente il tanto agognato successo ai Mondiali Ironman. Dopo un’anno investito sull’esclusivo appuntamento mondiale, Lucy Charles taglia il traguardo della Big Island con le braccia alzate. Per l’ennesima volta la Sirenetta, così soprannominata per le sue spiccate abilità natatorie, esce con gran vantaggio nella frazione di nuoto, aumenta il gap dalle rivali nella bici (miglior tempo di frazione anche qui) e nella corsa gestisce il vantaggio accumulato sulla tedesca Haug.

Highlights del Mondiale Ironman 2023

Questo mondiale non rappresenta un punto di arrivo della carriera di Lucy, ma è il punto di svolta, l’ostacolo che bisognava assolutamente valicare. Sembra molto più probabile che questo “turning point” possa essere l’inizio di una nuova era nel triathlon femminile endurance, l’era di Lucy Charles-Barclay!

Immagine in evidenza ©Ironman.com

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Matteo Salina

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