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La Roma e quel modello da seguire

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Da ormai 7 anni in Italia abbiamo una vera e propria egemonia, quella bianconera.

La Juventus, che piaccia o no, ha costruito il suo successo nel corso del tempo con grande intelligenza, seguendo un modello, quello del Bayern Monaco, ma andiamo ad analizzare nel complesso i 3 punti cardine del successo torinese.

INFRASTRUTTURE – Fin da subito la Juve ha puntato sulle infrastrutture, costruendo uno stadio di proprietà e dando molto credito al settore giovanile, migliorando strutture e facendo della Serie B un ‘parco giochi’ per i giovani della primavera juventina. Gli esempi più lampanti sono quelli di Kean, che ha fatto benissimo al suo primo anno in Serie A nonostante la retrocessione, Mandragora, che a Crotone è diventato un giocatore imprescindibile, sia in Serie B che in Serie A, Lirola, prestato e poi ceduto al Sassuolo, mantenendo però il diritto di ‘recompra’, Orsolini, in prestito a Bologna fino al 2019, Mattiello, che si è fatto 2-3 di esperienza in Serie A, insomma, potremmo andare avanti all’infinito.

BUSINESS – Sicuramente avrete già sentito parlare di Juventus come brand, che per l’occasione ha cambiato anche stemma, mettendo da parte la storia del club, inserendo però uno stemma molto più identificativo. Ma cosa intendiamo esattamente con la parola business? Non solo il merchandising, ma anche molto, molto di più. Ad esempio, una cosa per la quale i club italiani sono molto indietro, la vendita dei diritti tv. La Juve infatti ha molti, moltissimi introiti da questa vendita, che non porta solo un ricavo monetario, ma anche tanta notorietà all’estero. Ed infine come non parlare delle beneamate plusvalenze? Gli esempi si sprecano; Pogba, Vidal, Bonucci, Zaza, Llorente oppure, se vogliamo, anche Carlos Tevez, acquistato per 12 milioni pagabili in 3 anni, ma se andiamo ad analizzare quello che ha dato alla Juve, fra cui una Finale di Champions, possiamo comunque parlare di plusvalenza.

DISCIPLINA – Non scopriamo di certo adesso la superlativa gestione tecnica, fin dai tempi di Maradona, che guarda caso rifiutò i bianconeri, la società torinese ha costruito le sue vittorie attraverso una grande disciplina dentro ma soprattutto fuori dal campo. A tal proposito potremo parlare per ore e con svariati esempi, i più lampanti sono sicuramente quelli di Vidal, Bonucci e, se vogliamo, anche Caceres, giocatori che hanno dato tanto, tantissimo alla causa bianconera, ma per motivi disciplinari sono stati venduti, anche al ribasso.

 

 

Ed è proprio questo il filone che sta seguendo la Roma ormai dall’anno scorso, grazie all’arrivo nella capitale di Monchi. Come prima cosa la società giallorossa ha subito investito sul settore giovanile, cosa che sta facendo tutt’ora, mandando tra l’altro molti giocatori in prestito, oppure direttamente in prima squadra, alcuni ben figurando, ad esempio Antonucci.

Inoltre, sempre su consiglio di Monchi, la società ha spinto e sta spingendo tanto per avere uno stadio di proprietà, la situazione attualmente è in fase di stallo, ma l’approccio sembra essere quello giusto.

Ed infine parliamo del fattore disciplina, la tanto criticata cessione di Radja Nainggolan all’Inter è avvenuta pressocchè per questo fatto. Egli infatti era stato già ‘avvisato’ dalla società, che lo ha spedito in panchina dopo i fatti di Capodanno, già noti. Purtroppo per i tifosi della Roma la situazione non è migliorata e il belga ha ‘pagato’ lasciando la città capitolina.

Tuttavia c’è un altro fattore da aggiungere, ovvero il fatto che la Roma sta crescendo molto come brand e rischiare di avere altri smacchi come quello già citato sarebbe stato un danno all’immagine non da poco. Possiamo comunque parlare di plusvalenza, sia per quello che ha dato, sia per il guadagno, ma anche per gli arrivi di Zaniolo, uno dei talentini più cristallini del nostro calcio, e quello del criticatissimo Santon, che però non dimentichiamoci andrà a fare la riserva, potendo però giocare sia a destra che a sinistra, dote che gli permetterà di essere un tappabuchi perfetto per la nuova Roma di Eusebio Di Francesco.

 

A cura di Alessio Beoni.

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1 Comment

  1. Davvero un bell’articolo, innovativo ma mai stancante, scritto con tanta passione…

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