Calcio

Milan ed Inter, due squadre sempre rivali o forse no?

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Sabato sera a San Siro andrà in scena il derby, tra Milan ed Inter, numero 224 considerando tutte le competizioni, numero 171 in Serie A. Una sfida ormai secolare, che incarna e sintetizza perfettamente la rivalità tra le due facce di Milano. Da una parte i nerazzurri, che storicamente rappresentavano la borghesia cittadina e venivano infatti soprannominati dai cugini milanisti baùscia( termine milanese che significa sbruffone). Mentre dall’altra parte i rossoneri, in passato soprattutto sostenuti dalle classi popolari e infatti identificati da tutti gli interisti con il termine casciavìt. Ovvero cacciaviti, per indicare l’estrazione operaia e popolare dei tifosi milanisti. Certo in un derby globale e internazionale, come quello di oggi, forse questi appellativi non si conoscono ed usano quasi più; ma la rivalità è rimasta uguale a quella del passato. La stessa del primo derby in assoluto giocato tra le due compagini, il 10 Gennaio del 1909 al campo Milan di Porta Monforte; vinto dai rossoneri per tre reti a due. Passando per le sfide scudetto degli anni 50’ e 60’, quelle degli anni 70’ e 80’ con protagonisti del calibro di Mazzola, Trapattoni, Rivera e i fratelli Baresi. Poi ancora gli scontri spettacolari di fine anni 80’ e anni 90’ giocati dagli olandesi del Milan, da Ronaldo, Simeone, Baggio e tanti altri campioni. Quelli di inizio e metà anni 2000 con Vieri, Shevchenko, Martins, Kakà , Ibrahimovic . Fino a giungere agli ultimissimi, non più decisivi per il titolo, ma comunque emozionanti e spettacolari. Insomma una vera e propria epopea, lunga ormai più di un secolo, che ha visto di fronte due fazioni antagoniste e mai unite fra loro, o forse no? Può sembrare strano o un paradosso, ma in realtà qualche volta nella loro storia Milan ed Inter sono state unite fra loro. Le due compagini nemiche di Milano hanno infatti giocato nel XX secolo, seppur amichevoli, non uno ma ben 22 match unite sotto un unico nome, un’unica bandiera ed un’unica maglia. La prima volta risale al 20 Settembre 1926, quando la rappresentativa milanese superò una rappresentativa tedesca per quattro reti ad una. Lo stesso accadde nel 1949,per celebrare i 50 anni del Milan. In quell’occasione infatti il MilanInter affrontò l’Austria Vienna, sfoggiando una maglia bianca che univa una fascia su petto i colori sociali di entrambi i club. La partita stavolta però non andò bene e la compagine milanese venne sconfitta per quattro reti a tre.

Un’ altra sfida di grandissimo rilievo fu quella del 13 Ottobre del 1965. Data in cui la selezione meneghina fu allenata dalla coppia Herrera-Liedholm e scese in campo con una maglia crociata biancorossa che richiamava le insegne comunali. Il match si disputò contro il Chelsea, sotto lo sguardo del principe Filippo di Edimburgo, e si concluse con le dichiarazioni particolari di Herrera che disse: “ Buen equipo, Milan ed Inter insieme stanno bene, proprio bene “. Tutto ciò però si concluse ad inizio anni Ottanta, quando furono le due tifoserie a mostrare la loro contrarietà a questo tipo di eventi.

L’ultima sfida del MilanInter fu infatti disputata nell’ Aprile del 1982 contro la nazionale peruviana, nell’ambito della preparazione al mondiale. La partita si concluse sul 2-0 per la selezione peruviana e, come detto in precedenza, questo match fu l’epilogo delle sfide della squadra mista del MilanInter. Un’unione per certi versi paradossale e strana, seppur valevole solo per incontri amichevoli, che però c’è stata e che in pochi conoscono. Mostrando dunque che anche i più acerrimi avversari possono in un certo senso collaborare e dialogare tra loro.  Detto ciò, l’unione e la collaborazione tra le due milanesi sono un qualcosa di curioso, ma a rendere così bello il calcio sono le rivalità come questa. Quindi viva le rivalità sane, è sempre meglio sottolinearlo, e sia santificato il derby della madonnina.

 

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Simone Caravano
Simone Caravano 22 anni, laureato in Scienze delle Comunicazioni presso l'università degli studi di Pavia. Attualmente studente della laurea magistrale in giornalismo dell'università di Genova. Credo che lo sport sia un mondo tutto da scoprire e da raccontare, perché offre storie uniche ed emozionanti. Allora quale modo migliore esiste per fare ciò, se non attraverso la scrittura.

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