Arti marzialiSport individuali

UFC 249: Ferguson vs Gaethje

0

Il 1 aprile Chabib Nurmagomedov comunica a Dana White che, per via delle misure restrittive relative al COVID-19, non sarà presente per l’incontro di UFC 249 del 18 aprile contro El Cucuy, Tony Ferguson. Qui bisogna aprire una piccola parentesi: l’incontro tra i due artisti marziali è, per così dire, maledetto. Infatti dall’ottobre del 2015 i match che vedevano Nurmagomedov e Ferguson l’uno contro l’altro sono stati annullati per ben 5 volte. Seppur la comunicazione di Chabib abbia mandato in tilt la UFC e Dana White, dall’altra parte ha dato un campanello d’allarme alla compagnia americana di mixed martial arts, relativa alla poca attenzione data agli atleti che per competere l’uno contro l’altro devono – ovviamente – arrivare al contatto fisico.

Quest’ultimo rinvio dell’incontro tra il russo e il messicano-statunitense lascia però con l’amaro in bocca. Se da una parte abbiamo un Chabib Nurmagomedov inarrestabile per qualsiasi altro avversario (fin’ora), dall’altra le caratteristiche tecniche e fisiche di Ferguson possono mettere in seria difficoltà The Eagle. Difatti quest’ultimo predilige uno stile di combattimento che porti l’avversario allo sfinimento e al conseguente bisogno del confronto a terra nella quale Chabib eccelle (l’ottimo curriculum di vittorie ne è la dimostrazione più ovvia). Ma l’attitudine di Tony Ferguson nel saper gestire l’incontro, e la sua capacità nello stare nella gabbia riuscendo a rimanere lucido per l’intero arco di tempo che lo vede di fronte al suo avversario, lo rendono per Chabib il nemico pubblico numero uno, il Mesrine dell’ottagono.

Dana White, alla fine, si è visto costretto a rimandare l’evento. L’emergenza COVID-19 e l’esigenza nel dover trovare una soluzione al forfait di Nurmagomedov, hanno fatto sì che l’evento venisse rimandato al 9 maggio. Ma se da una parte Chabib si era tirato indietro da quello che era il main event di UFC 249, El Cucuy confermava la sua presenza e la voglia di combattere. D’altronde, al weigh-in, Ferguson ha dimostrato quanto potesse realmente infastidire il russo: non solo nel combattimento, ma anche (e soprattutto) mentalmente.

Il weigh-in tra Chabib Nurmagomedov e Tony Ferguson

Così, il 6 aprile 2020, White annuncia il nuovo sfidante di Tony Ferguson a UFC249 che si terrà a Jacksonville, in Florida: Justin Gaethje.

Se avete voglia di sfogliare tra i video di YouTube sotto il nome di The Highlight, potreste rimanere piacevolmente sorpresi della quantità di contenuti che avrete a vostra disposizione. Lottatore completo, è riuscito ad affinare con il tempo – e con l’esperienza – il suo stile di combattimento. Se prima affrontava l’avversario con uno stile aggressivo e il costante uso del low kick per portarlo alla resa, oggi Gaethje può vantare di un bagaglio tecnico da vero striker (21 vittorie, 18 per knockout). È assolutamente tra i miei atleti (e non lottatori) preferiti. Justin Gaethje è difatti, oggi, l’atleta che per bagagliaio tecnico, stile e approccio all’incontro si avvicina di più al Cucuy, Tony Ferguson. L’uso costante del trash talking e il carisma che lo contraddistingue fanno di Gaethje l’artista marziale che piace a Dana White.

Una playlist video sui combattimenti di Justin Gaethje

È doveroso, però, fare un’osservazione: negli unici due incontri persi (consecutivamente) prima con Eddie Alvarez a UFC 218 e in seguito a UFC on FOX (29) contro Dustin Poirier, The Highlight ha sofferto costantemente l’aggressività avversaria e la capacità da parte degli sfidanti nel riuscire a controllare l’incontro rimanendo a debita distanza (Dustin Poirier), tanto che per due volte, quest’ultimo, ha subito due colpi agli occhi.

La Fight of the Night tra Dustin Poirier e Gaethje a UFC on FOX

Questo, quindi, potrebbe essere uno svantaggio per Gaethje nel face to face con Ferguson, imbattuto dal 2013 (UFC 166). L’incontro, però, ha molto da dire. Mette di fronte due lottatori capaci di fronteggiarsi sia nella lotta in piedi che in quella a terra, con il nuovo sfidante che può tentare di limitare di andare a terra contro l’avversario grazie all’impeccabile uso dello sprawl and brawl e tentare di mettere – a sua volta – a terra Tony Ferguson con l’uso delgrappling (di cui fa spesso e volentieri uso). Dalla parte opposta del ring, però, Tony Ferguson è (come Alvarez e Poirier) la kryptonite del giovane sfidante americano: l’uso costante di una pressione che spinge l’avversario verso la parete della gabbia, o che lo porta a muoversi velocemente nel ring per liberarsi dalla presenza dell’avversario potrebbe rendere l’incontro di Gaethje un replay di quelli persi.

El Cucuy è obiettivamente il lottatore che tutti preferirebbero evitare nell’ottagono. I suoi match, spesso, sono un déjà-vu: nel primo round studia l’avversario. Nel secondo, invece, se ha capito come – e dove – deve colpire tende a mettere pressione sul rivale per spingerlo all’errore sulla difesa, così da tentare il KO tecnico. Se il match si spinge oltre tendere a stancare l’avversario portandolo a terra e cercando di sovrastarlo attraverso il ground and pound. Ferguson altro non è che un lottatore a 360 gradi, completo nella lotta a terra, che si è perfezionato (con il tempo e l’esperienza) con il combattimento in piedi. L’incontro contro Donald Cowboy Cerrone (UFC 238), è un chiaro esempio di come Ferguson approcci al match: non si tira indietro dal corpo a corpo, accetta e incassa i colpi e cerca continuamente un buco nella difesa avversaria per, appunto, prendere il sopravvento nello scontro. L’estrosità, però, è anche il più grande “limite” del messicano-statunitense. Sempre contro Cerrone – per prendere in mano le chiavi del match – è stato ampiamente criticato (e fischiato) per aver colpito l’avversario subito dopo il suono della campana.

L’incontro tra Ferguson e Cowboy Cerrone a UFC 238

Queste considerazione dovrebbero, quindi, far presupporre che l’incontro tra Justin Gaethje e Ferguson non è già scritto. Entrambi i lottatori non tendono a tirarsi indietro dal corpo a corpo e sanno destreggiarsi, entrambi, nel combattimento a terra. La realtà è che l’incontro ha molto da dire e potrebbe concludersi (clamorosamente) ai punti se entrambi i lottatori reggono i colpi dell’altro. Ferguson ha dalla sua parte l’esperienza e la costante pressione messa sull’avversario che The Highlight, Gaethje, ha dimostrato di subire nei match passati. Lo statunitense, invece, chiamato ad affrontare l’avversario ad un mese dall’evento, si dovrà destreggiare nel match al fine di controllarlo e, possibilmente, di non cedere all’insistente presenza dell’avversario che tenterà di sfinirlo per buttarlo a terra. L’uso dei calci bassi e lo scontro a terra potrebbero essere due chiavi per veder uscire vincitore Gaethje dall’incontro.

Dana White ha visto lungo quando è stato costretto a dover sostituire Chabib Nurmagomedov a pochi giorni dal Main Event. Difatti il trovare un avversario in grado di dar fastidio a Tony Ferguson, tra le tante carte in tavola, era difficile. Il rinvio a maggio è stato, per così dire, una fortuna su entrambi i fronti: da una parte la UFC ha potuto rimodulare un piano per contrastare (alla meglio) il virus; dall’altra parte si potrà far fronte al vero valore di Justin Gaethje contro un avversario d’élite.

Si è così sovvertito il main event: se prima entrambi i lottatori (Ferguson e Nurmagomedov) avevano qualcosa da perdere, ora solo El Cucuy si trova davanti al rischio di poter concludere la sua strike che perdura ormai da quasi sette anni. Gaethje ha infatti le potenzialità per contrastare l’avversario a UFC 249. Quest’ultimo ha i mezzi per mettere in seria difficoltà il rivale poiché ne è anche il lottatore più simile in circolazione (come già detto in precedenza) e capace di rendere il Main Event orfano dell’assenza di The Eagle, Chabib, ancora interessante. E forse anche di più.

            
La Redazione
Account redazionale Twitter: @vitasportivait Instagram: @vita.sportiva

Comments

Comments are closed.

Login/Sign up