Calcio

Un fiore su Kiev: Sudakov e la resistenza della nazionale ucraina 

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Le urla delle sirene sono diventate ormai tragiche compagne di vita. Quasi è impossibile ricordare quando in Ucraina questi sconcertanti rumori non erano all’ordine del giorno, eppure è trascorso poco più di un anno dall’inizio di una delle più catastrofiche pagine della recente storia europea.

Quelle sirene non sono soltanto compagne, ma per certi versi un simbolo di salvezza, destinate ad avvisare gli abitanti del pericolo di attacchi aerei da parte dei caccia russi che costantemente solcano i cieli del paese. In quei momenti tutto si ferma, pure il tempo che sembra prendersi una pausa dal suo scorrere inesorabile per lasciare spazio al pensiero legato al sinistro presagio che accompagna le giornate in riva al fiume Dnepr.

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Un soldato controlla la difesa di Odessa

Mentre le notti ad Odessa continuano ad esser funestate dal costante lancio di missili sul porto affacciato sul Mar Nero, mentre sul cielo di Kiev le stelle appaiono offuscate dalle scie degli arei nemici, un vento di speranza si alza forte dall’Ucraina diretto verso l’Occidente, vera dimostrazione che il futuro è tutto da costruire, tutto da conquistare. 

Un esempio di tutto ciò arriva dallo sport e in particolare dalla Nazionale di calcio che qualche settimana fa ha centrato la semifinale agli Europei Under 21, venendo surclassata per 5-1 dalla Spagna. Poco importa il risultato, seppure storico vista la qualificazione centrata per le Olimpiadi di Parigi 2024; poco contano gli aspetti tecnici considerata la fucina di talenti che porta in dote la squadra di Ruslan Rotan, ciò che conta veramente è la pervicacia di questi ragazzi che non hanno mai smesso di combattere sul campo e di voler restituire un briciolo di gioia a chi deve far i conti tutti i giorni con le bombe.

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Georgiy Sudakov impegnato contro l’Inghilterra agli Europei Under 21 2023

Il simbolo di questa nazionale è sicuramente Georgiy Sudakov, trequartista dello Shakhtar Donetsk ricercato da mezza Europa complice le sue prodezze messe in mostra sui campi di Georgia e Romania. Fra queste tutti ricordano la doppietta messa a segno contro la Francia e che ha lanciato l’Ucraina direttamente alla final four.

Eppure solo qualche mese fa doveva far i conti con i boati degli ordigni che lo hanno costretto a rifugiarsi con la moglie in un bunker. Una situazione descritta con grande commozione dal suo ex allenatore Fernando Valente.

“Sudakov è stato il più grande talento che abbia allenato nella mia vita. Ha 20 anni, è un membro della nazionale ucraina e ha recentemente rinnovato il suo contratto fino al 2026. È un essere umano fantastico in attesa di diventare padre, insieme alla moglie Lisa. Questa guerra insensata. Piango e prego per questa coppia e per tutti i giovani giocatori e amici che ho lasciato in Ucraina che mi hanno reso felice per due anni. Il mio cuore è triste”. 

Di storie come queste ve ne sarebbero moltissime, considerato che tutt’ora il campionato ucraino è ostaggio dei bombardamenti che costringono le squadre a giocare senza pubblico, pronte a fuggire negli spogliatoi non appena scatta l’allarme aereo. Il tutto attendendo spesso per ore la ripartenza di un match, rigorosamente accompagnati da militari, nell’ansia che i propri cari stiano bene e nessuno venga coinvolto nei combattimenti.

Eppure se c’è la speranza che un fiore possa in futuro nascere nuovamente a Kiev è perché questi ragazzi non hanno mai smesso di seguire la loro passione e mostrare a tutto il mondo come lo sport sia vita e resilienza. 

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Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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