L’emozione per la partecipazione a un Mondiale di calcio è sicuramente indescrivibile dall’esterno e difficilmente raccontabile pure per chi, almeno una volta nella vita, ha modo di prendere parte alla manifestazione sportiva più importante del globo. Un sentimento così profondo e puro da far dimenticare tutto, pure di portarsi con sé le divise necessarie per scendere in campo e rappresentare nel migliore dei modi la propria nazione, come accaduto ai giocatori del Ghana alla vigilia di Qatar 2022.
Una notizia curiosa, quasi frutto di qualche burlone pronto a prendersi beffe degli altri, ma che ha scatenato l’attenzione sia dei media che dei ragazzi del CUS Statale che hanno voluto andar incontro alla formazione africana. L’organo sportivo dell’Università degli Studi di Milano ha infatti inviato in Medio Oriente alcune loro divise sociali al fine di risolvere questo “impasse” in vista dell’esordio nel girone H con il Portogallo.
“L’idea è venuta compiendo una sorta di brain storming fra di noi, come spesso capita. Di fronte alla notizia, l’allenatore della nostra squadra di calcio ha infatti proposto scherzosamente di inviare uno dei set di magliette che ogni anno realizziamo – racconta Matteo Fontanesi, responsabile di CUS Statale -. In compagnia di Roberto Sergio abbiamo preso in parola la proposta e abbiamo deciso di realizzare un pacco da inviare in Qatar che contenesse venticinque magliette utilizzate durante i Campionati di Facoltà e riguardanti gli Studi Umanistici visto che presentano il bianco su stampo nero, colori sociali del Ghana. Siamo quindi andati a DHL e abbiamo spedito la confezione”.
In pochi si sarebbero tuttavia aspettati di aver un così grande risalto a livello mediatico, frutto in particolare dell’appoggio offerto dalla pagina social “Calciatori Brutti” che ha rilanciato immediatamente l’iniziativa dell’ateneo meneghino rendendo il tutto virale. Un aspetto che non è passato inosservato ai ragazzi della Statale che ora sono alle prese con l’effetto che la notizia ha avuto anche sul mondo universitario.
“Ci aspettavamo che la questione potesse ottenere risalto nel caso in cui qualche calciatore si fotografasse alla consegna e pubblicasse il tutto sui social, tuttavia ciò è stato anticipato dal lancio di ‘Calciatori Brutti’ – spiega il tecnico milanese – Siamo stati contattati da numerosi media nazionali e ciò ci ha consentito di aumentare il nostro seguito sui social, tuttavia ci accorgiamo che, anche in occasione degli eventi che stiamo proponendo in università, siamo ricordati proprio per le maglie donate al Ghana”.
La speranza è ora quella da una parte di veder il Ghana scendere regolarmente in campo con la tradizionale divisa, ma al tempo stesso di ricevere un feedback da parte dei calciatori africani in merito all’effettiva consegna del pacco.
“Abbiamo individuato l’indirizzo dell’albergo dove erano alloggiati gli atleti su un portale locale, Ghanaweb, e così abbiamo deciso di inviare direttamente là la confezione – conclude Fontanesi -. Il pacco è arrivato in Qatar il 22 novembre e in questo momento è sottoposto a tutte le varie operazioni di controllo doganale. Stiamo controllando con attenzione tutto il processo a cui sta andando incontro e ci auguriamo che presto possa esser fra le mani dei calciatori”.
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