Basket

Un triplete da MVP: Schio si gode la sua fuoricLaksa

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“A differenza di Grigalauskyte, Laksa potrà rimanere con noi tutta la stagione ma con una possibilità di uscita anticipata a dicembre”.

Paolo De Angelis, GM del Famila Wuber Schio, definiva così la situazione contrattuale e le prospettive di Kitija Laksa al momento della presentazione dello scorso luglio. A posteriori sappiamo che quella possibilità non si è mai concretizzata, e che dalle parti del PalaRomare la si vorrebbe trattenere il più a lungo possibile. Che la lettone fosse una giocatrice di spessore era cosa nota già da tempo, ma difficilmente si pensava che potesse diventare un pezzo importante di storia della squadra più titolata d’Italia. Le è stata sufficiente una sola memorabile stagione, conclusa con tre titoli, con annesso triplo MVP nel giro di sette mesi.

© Fiba EuroLeague Women

Porte girevoli

Classe 1996, fin da giovanissima è stata sempre vista come una promessa del basket baltico, tanto da far parte del roster della nazionale lettone già per Eurobasket 2013. Nel 2015 lascia Riga per vivere l’esperienza del college con South Florida. Il suo quadriennio in NCAA si conclude anzitempo con un infortunio al legamento del ginocchio, ma le porte dell’America non sono del tutto chiuse. Dopo una stagione di ritorno al TTT Riga, viene scelta al primo giro del draft WNBA 2020 con l’undicesima chiamata dalle Seattle Storm. Tuttavia, la franchigia che vincerà il titolo al termine di quella stagione opta per il draft and stash, e Laksa ritorna per la terza volta a vestire la maglia di Riga per la stagione 2020-21. Dopo un training camp negli States la scorsa estate viene però tagliata dalle Storm, senza riuscire mai a debuttare in WNBA, prima di sbarcare in Italia.

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© Joe Veyera (Twitter)

La stagione del riscatto

Dietro un grande scorer c’è sempre un pizzico di istinti innati, grande fiducia nel proprio tiro e tanta etica del lavoro. C’è tanto di tutto questo nella breakout season di Kitija Laksa, che ha raggiunto un equilibrio tecnico ed emotivo davvero notevole. Trovare spazio in una lega in cui c’è posto solo per 144 giocatrici non è semplice, ma sicuramente il taglio è stata una motivazione in più per farsi notare nella stagione in Europa.

Da ogni sua dichiarazione traspare la mentalità competitiva e la consapevolezza di dover scommettere solo su di sé per contribuire ai successi di squadra, che si riflette nel suo modo di stare in campo. In attacco, è semplicemente una delle migliori tiratrici d’Europa, in uscita dai blocchi, da scarico o dal palleggio non fa differenza; in difesa, spesso sale di intensità nei momenti cruciali. Traducendo in numeri, sono 12 punti in 29 minuti col 41.5% da 3 in Eurolega e 14 in 27 minuti con le stesse percentuali in LBF alla prima stagione in maglia orange.

I hate losing

Questo tweet del 18 aprile racchiude tutta la legacy della società che negli ultimi 15 anni ha dominato il basket femminile italiano, e che ha iniziato la stagione cercando riscatto dopo la finale scudetto persa contro la Reyer nella gara 5 del Taliercio.

Per il Famila del nuovo coach Georgios Dikaioulakos le sconfitte in questa annata sono state poche, con il primo trofeo arrivato molto presto. Il 28 settembre Schio alza la Supercoppa, vinta in casa contro Venezia, subito nel segno di Laksa, MVP delle Final Four. È stata una stagione molto complicata per tutta la LBF, con diverse partite rinviate causa covid e mai recuperate, ma Schio chiude comunque la regular season da imbattuta, presentandosi ai playoff da primo seed e da fresca vincitrice della Coppa Italia. Nelle Final Eight di San Martino di Lupari, Laksa è ancora MVP, grazie ai 26 punti con 6/8 da 3 in finale contro la Virtus Bologna.

Il successo in Coppa Italia era arrivato solo una settimana dopo la beffa di Praga in gara 3 dei quarti di Eurolega, il primo momento duro della stagione di Schio. Il secondo, la sconfitta in gara 1 di semifinale playoff in casa contro Ragusa, cui fece seguito quel tweet del 18 aprile.

Tripla corona

Per tirarsi fuori dai momenti complicati serve compattezza di gruppo e forza mentale, ma servono anche delle mani a cui affidarsi per trovare punti nei momenti chiave per cambiare l’inerzia delle partite: per questo, a Schio c’è la numero 33, in doppia cifra in tutte le otto partite di playoff giocate. Perché si, il Famila rimonta Ragusa e torna in finale scudetto, stavolta contro la Virtus.

In una squadra con giocatrici affermate come Sottana, Gruda o Mestdagh e altre in rampa di lancio come Verona, André o Keys, tutte in grado di essere delle punte offensive in determinati momenti, alla fine la migliore realizzatrice è sempre lei: 18 in gara 1, 25 in gara 2, 15 in gara 3, 21 in gara 4. In totale, fanno 19.8 di media col 63% dal campo e il 59% da 3. Numeri irreali, serie chiusa al Paladozza, undicesimo scudetto per Schio, terzo trofeo stagionale, terzo MVP per Kitija Laksa.

 

Un record personale che difficilmente verrà eguagliato nei prossimi anni nel campionato italiano, culmine di una stagione che ha attirato parecchi occhi anche da oltreoceano, sollevando delle perplessità sulla decisione del board dirigenziale di Seattle. I limiti ci sono, specie nel playmaking e nell’attaccare il canestro, ma sono già stati in parte limati in questo primo anno in Italia. In ogni caso, una tiratrice di questo calibro merita un posto a roster anche in WNBA, anche se di certo non sarà in questa stagione, iniziata nel weekend della celebrazione tricolore al PalaRomare. L’estate sarà lunga, ma per il momento solo Schio si può godere Kitija Laksa, la tripla MVP di un triplete memorabile.

 

 

Giovanni Valenzasca

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