Calcio

Die Dampfwalze: il clamoroso cammino del Bayer Leverkusen

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Se qualche anno fa dalle parti della Vestfalia avessero predetto che il Bayer Leverkusen sarebbe arrivato a nove giornate dalla fine della Bundesliga da imbattuto e con un vantaggio di +10 sul Bayern Monaco, sarebbero scappate soltanto risate. Oggi, Xabi Alonso e giocatori stanno con tutta probabilità per portare al termine un’impresa colossale, che porta innegabilmente la firma dell’ex mediano di Liverpool, Real Madrid e appunto, Bayern. 

Sì, perché per quanto negli ultimi decenni le Aspirine si siano sempre confermate ai vertici del calcio tedesco, in Germania sono sempre stati considerati come gli “eterni perdenti” e chiamati in maniera canzonatoria Bayer Neverkusen. Ad alimentare questa aurea di piazzati è l’iconica stagione 2001/2002, passata alla storia per le tre competizioni (Bundesliga, Champions e DFB-Pokal) perse ad un passo dal traguardo. Oltre al tabù Meisterschale, mai vinto in tutta la storia, nel palmarès del Bayer si trova solo una Coppa di Germania (1993) e una Coppa Uefa, conquistata nel lontano 1988.

Ora, dopo aver portato avanti una stagione corale e da imbattuta in tutte le competizioni, il primo titolo in patria sembra a pochi passi, senza considerare la semifinale di Coppa di Germania e i quarti di finale di Europa League conquistati in modo pazzesco contro il Qarabaǧ.

Insomma, numeri alla mano, il Bayer Leverkusen è senza dubbi la squadra più in forma d’Europa, un Dampfwalze, un autentico rullo compressore.

Passo dopo passo ripercorriamo il capolavoro di Xabi Alonso che, alla sua terza esperienza da allenatore, sta per portare a casa una delle conquiste più grandi della sua carriera. 

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Il crollo Seoane e l’avvento di Xabi Alonso

Ottobre 2022. Il Bayer Leverkusen è nelle profondità della Bundesliga. 5 punti ottenuti in campionato e penultimo posto. La Coppa di Germania, da sempre uno degli obiettivi più papabili per il club, è già un ricordo dopo l’eliminazione al primo turno per mano dell’Elversberg, ai tempi in terza divisione tedesca.

All’esonero di Seoane, viene ingaggiato Xabi Alonso, che fino a poco tempo prima poteva vantare di aver allenato soltanto le giovanili del Real Madrid e il Real Sociedad B, militante nella terza serie spagnola. 

Per quanto il genio calcistico dimostrato coi suoi piedi fatati durante la sua carriera e l’innegabile nomea di campione (due Champions League e una Coppa del Mondo nel 2010), per il Leverkusen si tratta comunque di una scommessa rischiosa, che non esita però a mostrare i suoi frutti. 

Presentatosi con l’ambizione di portare un calcio frizzante e innovativo, il basco di Tolosa porta le Aspirine al sesto posto in campionato e in semifinale di Europa League, persa contro la Roma di Mourinho. 

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Le basi dell’impresa e il gioco di Alonso

La rivoluzione arriva l’anno dopo, quando la dirigenza in estate porta al termine gli innesti giusti e mirati per il gioco di Alonso. Approdano in Germania Boniface, dall’Union Saint-Gilloise, Grimaldo, liberatosi a zero dal Benfica e Xhaka, trentunenne centrocampista ex Arsenal. 

La chiave di volta per l’allenatore spagnolo, però, sta nel modulo. Un 3-4-2-1 aggressivo, dedito al gioco verticale e studiato perfettamente nei movimenti. 

Si affida al dinamico trittico difensivo composto da Tapsoba, Tah e Koussounou, alla rapidità e alla spinta di due esterni come Frimpong e Grimaldo, alla mediana composta da Palacios e Xhaka, facendo poi la differenza nella sua trequarti. Fondamentale nel gioco del Bayer è il connubio tra la verticalità di Hofmann (arrivato anche lui in estate) e la fantasia di Florian Wirtz, precocissimo talento frenato negli ultimi anni da un brutto infortunio al ginocchio. La responsabilità di capitalizzare la mole di occasioni create è sulle spalle di Boniface, ben sostituito dall’ex conoscenza del calcio italiano Schick, dopo l’infortunio rimediato a gennaio in Coppa d’Africa

Quello del Bayer Leverkusen è un gioco verticale, concreto, messo a punto dai movimenti precisi di ogni giocatore in campo, dai ripiegamenti fondamentali dei due mediani in fase difensiva e alla duttilità di due centrali come Koussounou e Tapsoba, capaci di giocare anche sulle fasce, oltre alla vitale spinta portata sulle fasce dai due esterni, capaci di collezionare valanghe di assist, interpretando il ruolo in maniera simile all’Atalanta di Gasperini, che qualche anno fa intimidiva metà Europa. 

Schemi precisi, nella quale però, la differenza, la fa proprio il non possesso. Chiusure degli spazi corali, soprattutto nella grande vittoria per 3-0 contro il Bayern Monaco, dove il “gegenpressing” è stata la chiave della partita, togliendo il fiato a Musiala, Sané e Kane.  

Insomma, lo studio di Alonso ha ripagato totalmente, sfruttando interamente la rosa e dettando uno schema che funziona per praticamente tutto il roster a disposizione. Lo spagnolo è riuscito a catechizzare un calcio dinamico, ai servigi di una società che non aspettava altro che il salto di qualità che è da sempre mancato.

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La BayArena si prepara a festeggiare

Mentre aleggiano le prime voci di mercato per l’allenatore basco, per cui si paventa un ritorno al Liverpool come erede di Klopp, a Leverkusen se lo possono godere ancora per un po’. Un fenomeno in campo e fuori, capace di unire alla tecnica sopraffina un’innata intelligenza calcistica, che trasmette perfettamente anche dall’area tecnica. La materializzazione di un sogno sempre rincorso affannosamente, la rottura del tabù di “eterni perdenti”; Xabi Alonso sta rendendo tutto ciò possibile. I tifosi del Leverkusen mantengono una scaramantica diffidenza, ma il capolavoro delle Aspirine è vicino al proprio compimento.

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Anwar Defrancesco

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