Tennis

Djokovic, Volandri e una miniguida alla Coppa Davis 2023

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Quarantasette anni sono tanti, forse troppi. Quarantasette anni fa era il 1976 e in una Santiago del Cile alla quale del tennis, in quel momento, non importava niente, l’Italia conquistò la sua unica Coppa Davis. Quell’avventura, raccontata impeccabilmente nel documentario di Domenico Procacci, “Una Squadra“, coincide con uno dei punti più alti della storia del tennis italiano. Spetta ora alla nazionale di Filippo Volandri, in un’epoca in cui la racchetta azzurra è tornata a splendere, riportare l’insalatiera nello Stivale. Ed è, non senza qualche polemica, all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, che domani comincerà la rincorsa azzurra al trofeo.

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Passato, presente e futuro della Coppa Davis

Dopo le qualificazioni di Febbraio, ora comincia la fase a finale. Nei prossimi cinque giorni si disputeranno i gironi, con 16 squadre coinvolte. Le migliori due per ciascuno dei quattro gruppi si qualificano alle finali di Malaga, dove si disputeranno sfide a eliminazione diretta. Quarti, semifinali e finalissima in altri sei giorni a fine novembre, per chiudere la stagione del tennis. Questa edizione, però, potrebbe essere l’ultima con l’attuale (e discussa) formula, considerando che l’accordo tra la Federazione Internazionale, l’ITF, e Kosmos, l’azienda dell’ex calciatore spagnolo Gerard Piquè, è saltato a inizio anno. In realtà, questo contratto terminerà solo a 2024 concluso, ma le prossime elezioni della ITF, in programma a settembre, potrebbero cambiare le carte in tavola. Infatti, il tedesco Dietleff Von Armin ha criticato aspramente la situazione attuale della Coppa Davis e se dovesse vincere contro il presidente uscente Dave Huggerty, potrebbe interrompere in anticipo l’accordo con Kosmos. Al di là della struttura della competizione, a far discutere è anche la collocazione della fase a gironi. Dalla finale degli US Open tra Novak Djokovic e Daniil Medvedev, infatti, passano solamente due giorni. Per questo motivo tanti tennisti di primo livello hanno deciso di non partecipare, come Carlos Alcaraz o l’altoatesino Jannik Sinner.

In ogni caso è chiaro che la nuova Coppa Davis, “post-Kosmos”, 2024 o 2025 che sia, dovrà trovare una soluzione alle tante critiche che sono state fatte da appassionati e addetti ai lavori. Tuttavia, gli spunti di interesse non mancheranno, e anche se il blasone della competizione è diminuito rispetto ai decenni passati, rimane comunque notevole.

Canada detentore, c’è anche Djokovic

A difendere il titolo ci sarà il Canada del capitano Frank Dancevic. Appaiono però più deboli rispetto a un anno fa i nordamericani, privi di Felix Auger-Aliassime. E se aggiungiamo che Denis Shapovalov, seppur convocato per la Davis, ha saltato gli US Open per problemi fisici, diventa difficile immaginare un Canada sui livelli di dodici mesi fa. In prima fila per ereditare lo scettro c’è l’Australia di un pimpante Alex De Minaur, eliminato agli ottavi da Medvedev nel torneo americano, inserita nel gruppo di Francia, Gran Bretagna e Svizzera. Proprio i britannici rappresentano un’altra insidia, con Norrie, Evans e Murray a disposizione, oltre al doppista vincitore di Wimbledon, Neal Skupski. Nel gruppo C troviamo il numero 1 del mondo, Novak Djokovic. La sua Serbia affronterà la Spagna, nella quale, per i gironi, non figura Carlos Alcaraz. Il gruppo D, infine, è quello degli Stati Uniti, probabilmente la nazionale che ha disposizione il roster migliore per la fase a gruppi: Frances Tiafoe e Tommy Paul sono stati tra i migliori 16 dello Slam casalingo, mentre in doppio Austin Krajicek è il numero 1 al mondo e Rajeev Ram ha vinto gli US Open con Salisbury.

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La Coppa Davis dell’Italia

Gli azzurri invece? Polemiche a parte, la nazionale italiana è tra le più competitive. Inserita nel gruppo A, inizierà il proprio cammino mercoledì 13 contro il Canada. Poi affronterà quel Cile che ci fu benevolo nella violenta Santiago di mezzo secolo fa, prima dell’ultimo match contro la Svezia, in cui figura Leo Borg, figlio di Bjorn, leggenda del tennis degli anni ’70 e ’80. Sulla carta, tra le quattro squadre del girone, quella azzurra è la più valida e potrà contare anche sull’appoggio del pubblico di Bologna. Un grande tifo atteso visto che l’Unipol Arena di Casalecchio, distante una decina di chilometri da Piazza Maggiore, è quasi sold-out.

I cinque portacolori italiani scelti dal capitano non giocatore Filippo Volandri sono Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Andrea Vavassori e Simone Bolelli. I primi tre destinati ad alternarsi nel singolo, gli ultimi due per il doppio. Musetti cerca il riscatto dopo l’eliminazione al primo turno dello US Open. Sonego, invece, è uscito al secondo turno, nel derby con Sinner. La rivelazione del 2023 azzurro, Arnaldi, ha perso con Alcaraz dopo una cavalcata sino agli ottavi di finale. Per quanto riguarda i doppisti, l’Italia può affidarsi ad una coppia valida. In questo 2023 hanno cominciato a giocare frequentemente insieme, disputando, pur perdendole, due finali ad Halle e Umago, tornei rispettivamente 500 e 250. Ma se dal punto di vista tecnico si può stare tranquilli, a giocare un ruolo importante potrebbe essere la situazione psicologica del gruppo, dopo le controversie dell’ultima settimana.

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La rinuncia di Sinner e la querelle tra Fognini e Volandri

Può essere davvero definita “Belle Époque” questa era del tennis italiano, ma niente fila completamente liscio. L’assenza del miglior tennista azzurro, Jannik Sinner, che ha dato forfait per recuperare dopo i tornei americani, ha fatto rumore. Anche Adriano Panatta ha attaccato Sinner, che già aveva rinunciato a partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo due anni fa. Lo stesso Panatta, giocatore simbolo della Coppa Davis vinta dall’Italia nel 1976, si è espresso anche sulla vicenda legata a Fabio Fognini. L’esclusione del giocatore ligure, che ha pubblicato un duro post sui social, secondo Panatta, “è stata una sorpresa”. Anche Corrado Barazzutti, capitano prima di Volandri, ha appoggiato Fognini, dicendo che “Volandri non è in grado di gestire una squadra”. Insomma, non è certo un clima sereno quello che circonda la nazionale, ma ci sono ugualmente i mezzi per fronteggiare i grandi campioni del tennis mondiale.

Immagine in evidenza: @lidentita, Twitter

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Edoardo Pupo

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