F1

F1: il trentennale del miracolo monzese targato Ferrari

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Ci sono delle storie, sia in Formula 1 che nella vita di tutti i giorni, che ne vale la pena di raccontarle.

Ci capita troppe volte di pensare neanche all’immediato (magari…): l’uomo moderno per questa sua mentalità sempre più improntata al progresso non fa altro che progettare il futuro.

Ma fa un grosso errore: non considera il passato.

Già, il passato! Fonte di consolazione o di depressione? Probabilmente entrambe. Ma l’importante è cogliere le cose migliori accadute precedentente non come nostalgia o rimorso, ma come spinta nei momenti di lotta.

Momento di lotta, tra Ferrari e Mercedes, che tra colpi di fortuna e non, stanno vivendo un mondiale tanto avvincente quanto frenetico.

Siamo a Monza, il tempio della velocità.

Ma soprattutto, la casa della Ferrari.

Una casa però presa d’assedio negli ultimi anni dalla Mercedes: la Ferrari deve fare di tutto per riconquistarla. Non sarà affatto semplice, ma ci deve provare, oggi più che mai. O perlomeno, deve farsi trovare sempre pronta ad ogni occasione.

Come capitò trent’anni fa tondi tondi.

Ma riprendiamo il discorso sin dalla sua origine.

14 agosto 1988: si spenge Modena a 90 anni il Drake, Enzo Ferrari.

Una data spartiacque per la storia passata, corrente e futura non solo della scuderia in Formula 1, ma di tutto il colosso del Cavallino Rampante, il cui marchio era già ampiamente conosciuto in tutto il mondo.

Un marchio e, soprattutto, da sottolineare, un uomo che fino a quel momento era già una leggenda vivente.

Cosa avrebbe fatto la Ferrari senza il suo creatore? Immaginatevi tutte le perplessità emerse dagli addetti ai lavori e tifosi, che senz’altro, questa domanda se la saranno posta sicuramente.

La prima delle tante risposte rassicuranti arrivò dopo un mese scarso, in occasione del Gran Premio d’Italia.

 

Il pilota italiano della Ferrari Michele Alboreto al Gran Premio italiano del 1988

 

Sin dalle prime battute del campionato, il dominio dela McLaren-Honda si rivelò talmente schiacciante da non lasciare in mano agli avversari nemmeno una singola tappa del calendario. 11 gare vinte su 11. L’impressionante superiorità tecnica della McLaren-Honda ridusse di fatto il campionato ad un lungo duello tra i due piloti del team inglese, il brasiliano Ayrton Senna (che proprio trent’anni fa conquistò il suo primo titolo mondiale) e il francese Alain Prost.

In qualifica naturalmente la prima fila la completò la scuderia inglese con Senna e Prost che rifilarono distacchi a dir poco imbarazzanti ai rivali, Ferrari compresa.

 

Gerhard Berger terzo in qualifica

 

Al via Senna mantenne il comando davanti a Prost e ai due ferraristi, l’austriaco Gerhard Berger e l’italiano Michele Alboreto, che nel 1985 aveva sfiorato l’impresa di vincere il titolo mondiale con la Rossa; non ci furono variazioni importanti fino al 35º passaggio, quando il francese si dovette ritirare per un problema al motore. Senna sembrava ormai avere la vittoria in pugno quando, a causa di un’incomprensione, entrò in collisione con Schlesser (al volante della Williams come sostituto di Nigel Mansell), che stava doppiando a due giri dal termine della gara. Il ritiro del brasiliano permise così a Berger e Alboreto di conquistare una doppietta per la Ferrari, tra l’entusiasmo del pubblico monzese.

I ferraristi Berger e Alboreto affrontano la parabolica

 

Il podio con la festa del pubblico monzese

 

Per come è arrivata, questa vittoria sembrò quasi essere mandata dal mitico Drake, non più ai box come prima, ma dal cielo.

Una vittoria che sapeva quasi di benedizione, come a ribadire che Enzo, nonostante la sua assenza, avrebbe guidato lui stesso il futuro della sua fantastica creatura.

Perchè il marchio Ferrari non è solo una questione di lusso, ricchezza e glorie, ma in gran parte è una questione di cuore, amore, passione e attaccamento. E episodi come questi, di per sè piccoli magari, sono al quanto significativi per esprimere la magia che racchiude quel Cavallino Rampante su sfondo giallo.

Chissà se pure il presidente Sergio Marchionne, terribilmente scomparso circa un mese fa, si unira al Drake per illuminare il futuro di un patrimonio italiano da tenere stretto e difendere.

Grazie Presidente Marchionne e, ovviamente, grazie Enzo, oggi più che mai!

 

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Tommaso Palazzo

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