Tennis

La favola di Stefanos Tsitsipas tra sogno e realtà

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All’età di 20 anni non è proibito sognare. E’ l’età in cui si è carichi di energia e pieni di
vitalità. Chiunque, in questa fase aspira ad inseguire i propri sogni senza freni, spinti
dall’entusiasmo e dalla tantissime porte aperte per il futuro. Il momento più difficile è
sicuramente gestire l’euforia con responsabilità. In sostanza: avere il controllo di sé.
Specie nello sport, in cui la responsabilità e il controllo vanno gestiti con cautela per
evitare di bruciarsi troppo in fretta. Perché si sa, nello sport in un preciso istante sei il re e
sei elogiato da tutti i giornali, il giorno dopo rischi di cadere nel pozzo dell’oblio e della
critica feroce.

Sembra un discorso fatto da un coach al suo atleta prima di una sfida, magari ad un
talento cristallino e pieno di entusiasmo che si sta prendendo la scena in questo periodo,
nel mondo del tennis professionistico. Stiamo parlando di Stefanos Tsitsipas , classe ’98,
tennista greco e 15°nel ranking.

Nell’edizione degli Australian Open 2019 è entrato di diritto nella storia del tennis greco,
diventando il tennista con il miglior risultato ottenuto in un torneo del Grande Slam,
ottenendo la semifinale tutta da giocare contro Rafa Nadal. Dopo il risultato ottenuto, lo
stesso Tsitsipas è incredulo del percorso svolto finora, ma non risparmia i meriti al duro
lavoro svolto per raggiungere lo stato di forma attuale.

La sua statura possente, la sua forza nel rovescio a una mano, il buon gioco al volo e
soprattutto la sua freddezza mentale in difficili situazioni sono stati gli ingredienti necessari
per ricevere i complimenti dal numero 1° del ranking Novak Djokovic , con alle spalle una
sconfitta proprio ad opera del greco nel torneo Rogers Cup di Toronto dello scorso anno.
In quel momento dell’anno, Tsitsipas era in una forma smagliante mentre Djokovic
addirittura era 10° nel ranking . Fu un periodo d’oro per il greco che nello stesso torneo-
perso in finale contro Nadal-vinse contro quattro Top 10, in ordine di vittorie contro
Dominic Thiem, Novak Djokovic , Alex Zverev e Kevin Anderson.

La sua consacrazione è arrivata pochi giorni fa, dopo aver ottenuto un inatteso risultato,
portando tutti gli amanti di questo sport allo stupore e a strizzarsi gli occhi. Dopo aver
eliminato in ordine di successione Matteo Berrettini , Viktor Troicki e Nikolaz
Basilashvili passa anche gli ottavi di finale battendo il suo idolo dell’infanzia Roger
Federer. Quest’ultima sfida ha mostrato tutto il carattere e la forza del greco, sotto di un
set giocato benissimo per 6-7, rimonta tutto dal secondo set 7-6, 7-5 e 7-6. Il greco,
incredulo strappa anche qualche lacrima a sua madre e suo fratello in viaggio con lui per
far sentire tutto il loro sostegno.

Dopo la favola vissuta contro Roger Federer (campione uscente della scorsa edizione),
Tsitsipas ha sfidato lo spagnolo Roberto Bautista Agut, battendolo per tre set su quattro.
Anche nella sfida contro lo spagnolo, Stefanos ha mostrato colpi da vero campione, tanto
è vero che molti già lo paragonano come l’erede dello svizzero Federer. Non sarebbe del
tutto azzardato come paragone, se si considera che alla sua stessa età nel 2001, lo
svizzero poneva fine al regno di Pete Sampras sul Center Court di Wimbledon, avviando la propria splendida carriera piena di trofei che l’ha portato ad essere tra i tennisti più forti
di tutti i tempi.

Giovedì 24 gennaio, il greco si gioca la semifinale contro un altro spagnolo, il numero 2 del
ranking: Rafa Nadal. Tsitsipas non ha nulla da perdere per chi ama fare i pronostici. Ma
per chi ama questo sport e sa che in sfide da tre ore circa nella testa degli atleti possono
viaggiare molti pensieri, saltare nervi e crolli fisici, non sarebbe da folli ipotizzare
un’impresa del greco che lo porterebbe a giocarsi la prima finale in un Grande Slam. Di
certo, in questo momento magico nei muscoli e nella testa del greco si è accesa una forte
euforia, ma è qui che a dare luce deve essere il fantastico discorso del coach ipotizzato
all’inizio. Tsitisipas di certo è arrivato a scalare buona parte del monte Olimpo, ma per
arrivare alla vetta e raggiungere gli dei del tennis gli serviranno responsabilità e controllo
di sé.

A cura di Agostino D’Angelo

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