Basket

La valigia per Tel Aviv dell’Italbasket femminile

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Belgio, Repubblica Ceca e Israele: saranno queste le avversarie della Nazionale femminile nel girone di Eurobasket 2023. Le azzurre saranno a Tel Aviv tra il 15 e il 18 giugno, con eventuale spareggio il 19 in caso di secondo o terzo posto,per giocarsi l’accesso alla fase finale a Ljubljana dal 22 al 25.

Israele è lontano dall’Italia e dalla Slovenia, ma le ragazze di coach Lardo hanno tutto quello che serve per fare strada. Il girone non è semplice ma sicuramente alla portata, specialmente per una squadra che ha così ben impressionato durante le qualificazioni, con un 6 su 6 contro Svizzera, Lussemburgo e Slovacchia. Una squadra che genera entusiasmo e voglia di misurarsi con le migliori d’Europa, senza più voltarsi indietro. Bisogna solo ricordarsi di mettere nella valigia per Tel Aviv tutto il meglio di questo gruppo, specchio di una generazione con grandi potenzialità.

La Fiducia in Verona

La gestione Lino Lardo era iniziata con un terremoto proprio nella posizione di playmaker: l’esclusione polemica di Giorgia Sottana ha aperto nuovi scenari per la cabina di regia, in un ruolo in cui negli ultimi anni sono emerse diverse giocatrici di spicco. Se dalla panchina ci possono essere diverse soluzioni, per il posto da titolare ormai ormai ci sono più dubbi: questa sarà la squadra di Costanza Verona. La classe ’99 sta maturando a vista d’occhio con la maglia di Schio, guadagnandosi sempre più spazio e responsabilità nelle orange nell’ultimo biennio. Quest’anno è passata da 15 a 23 minuti di media in campionato e da 12 a 17 in Eurolega, migliorando sensibilmente ogni voce statistica. Dal raduno della scorsa estate, soprattutto nelle partite di Cividale contro Spagna e Slovenia, le è stata data grande fiducia anche in maglia azzurra, confermata poi per tutte le finestre di qualificazione. 

©palmphotography_lu

La presenza delle lunghe

È stato risolto l’atavico problema del basket italiano (non solo femminile) di mancanza di spessore sotto canestro? Probabilmente non del tutto, ma i miglioramenti di Olbis André sono già un buon passo in avanti. Alla prima stagione in maglia Virtus Bologna, la ventiquattrenne di Castel San Pietro si è affermata con continuità come la giocatrice che avevamo visto a sprazzi in maglia Schio. I suoi numeri difensivi sono impressionanti in Lbf (la migliore per opponent fg%) , ma il suo impatto è piuttosto significativo soprattutto in Eurolega: sia in aiuto che in post la sua difesa del pitturato è ormai a livelli d’élite. Lo stesso si può dire per Lorela Cubaj, tornata a Venezia dopo l’esperienza negli States tra Georgia Tech e fresca di firma in WNBA con le Atlanta Dream, di nuovo stabilmente nel giro della Nazionale. A Eurobasket 2021 era stata tra le note più positive con la sua energia a rimbalzo, e la sua presenza sotto canestro sarà fondamentale anche a Tel Aviv. 

Olbis André e Lorela Cubaj, avversarie in Lbf e compagne di reparto in maglia azzurra

Special Keys

Quale miglior complemento per due 5 prettamente difensive con piedi veloci di un 4 versatile, con pericolosità sul perimetro e presenza a rimbalzo? Jasmine Keys è ormai una realtà ad alti livelli in Europa, riconosciuta anche dal premio ricevuto dall’Eurolega per la miglior performance del 2022: nei 19 punti, 9 rimbalzi 4 assist e 5 recuperi contro l’Arka Gdynia c’è un concentrato dei miglioramenti che l’hanno portata a essere un punto fermo con la maglia di Schio.

La scorsa è stata la stagione dell’esplosione, quest’anno è arrivata la conferma, prima in orange e poi in azzurro. In questa stagione il suo minutaggio in Eurolega è salito da 21 a 27 minuti, con numeri (9.9 punti e 5.4 rimbalzi) e impatto sulla partita da giocatrice affermata, soprattutto con una dimensione offensiva estremamente completa. Ormai è uno dei volti principali di questa nazionale, e dalle sue mani passeranno molte delle chance di volare a Ljubljana.

Il microonde Romeo

Il reparto in cui ci sarà l’imbarazzo della scelta e ci saranno escluse eccellenti dalle 12 è sicuramente quello delle guardie. In particolare nel ruolo di playmaker c’è grande abbondanza, ma se c’è un profilo che può offrire qualcosa di unico è quello di Nicole Elaine Romeo. L’italoaustraliana, allenata proprio da Lardo a Ragusa, si candida a un posto tra le convocate per due ragioni principali. Nei suoi anni a Ragusa ha praticamente sempre giocato con una point guard di fianco (prima Santucci, ora Dotto e Attura), ricoprendo principalmente lo spot di 2 come playmaker aggiunta. Oltre a essere una guardia che può agire da secondary ball-handler, Romeo è l’arma in più in uscita dalla panchina, come dimostra la partita in Lussemburgo dello scorso 9 febbraio: 21 punti in 17 minuti con 7/8 da tre punti. A livello puramente realizzativo, sia creandosi il tiro dal palleggio sia muovendosi off ball, non esiste una giocatrice come lei in questa nazionale

Il blocco Reyer

È la terza forza del nostro campionato dopo Schio e la Virtus Bologna, ma l’Umana Reyer Venezia ha probabilmente il gruppo di italiane più completo e profondo della Lbf. Le orogranata si sono confermate ad altissimo livello, nonostante un roster quasi totalmente nuovo e senza esperienza europea. Venezia potrebbe essere la squadra con più rappresentanti al prossimo Eurobasket, con sei giocatrici con chance di essere nelle 12. Detto di Cubaj, sembra sicura del posto Martina Fassina, che potrebbe essere la guardia titolare per la sua versatilità e la capacità di essere sempre utile alla squadra. Sara Madera può essere il complemento perfetto sia da 3 che da 4, mentre Mariella Santucci e Francesca Pan rimangono in dubbio solo per gli infortuni che le hanno tenute fuori nelle ultime finestre. Difficilmente ci sarà posto per Matilde Villa, the next big thing della nostra pallacanestro femminile, ma coach Lardo la terrà sicuramente in grande considerazione, così come le sue compagne, forti anche del percorso  in Eurocup, dove si giocheranno l’accesso alla finale contro il Galatasaray (16 e 23 marzo).

foto da Reyer Venezia

La gravity di Zanda

Non si può ovviamente parlare di Italbasket femminile senza parlare di Cecilia Zandalasini, specialmente in una delle migliori stagioni della sua carriera. L’ala della Virtus Bologna sta viaggiando a 14, 5 e 4 di media in Lbf, e ha chiuso l’Eurolega con medie simili (12, 6 e 5). Zanda rimane il faro, la giocatrice con la gravity maggiore, su cui si concentra il gameplan difensivo della squadra avversaria. A differenza di quanto accaduto troppo spesso nei grandi tornei, nelle ultime uscite in maglia azzurra l’abbiamo vista più come facilitatrice offensiva (6.8 assist di media nelle qualificazioni) che come unica risposta possibile offensivamente parlando, sfruttando proprio la grande attenzione rivolta dalle difese avversarie. Ovviamente le partite con Svizzera, Lussemburgo e Slovacchia non rappresentano un test della stessa esigenza delle migliori squadre d’Europa, ma l’impressione è che in questi due anni Zandalasini sia molto maturata e più conscia delle proprie responsabilità, e nella squadra ci siano diversi elementi di valore pronti a sfruttare gli spazi aperti dalla sua presenza in campo.

Il concetto di squadra

Si ricollega direttamente al punto precedente: questo Eurobasket è solo un passo di un percorso ancora molto lungo, ma è già un test molto significativo per questo gruppo dopo il rinnovamento post 2019. Il basket femminile italiano sta vivendo una nuova ondata di talento con le nate tra il ’96 (Zandalasini) e il 2004 (Villa), che ha portato a una serie infinita di medaglie delle nazionali giovanili. È compito di questa generazione dimostrare di poter essere finalmente all’altezza delle migliore d’Europa, di non essere solo un gruppo affiatato pieno di talento e di giocatrici da Eurolega, ma una squadra vera, con delle gerarchie chiare e il carattere delle grandi, capace di affrontare chiunque a viso aperto e mettersi alle spalle i fantasmi del passato. Spesso infatti nel recente passato l’Italbasket è stata molto convincente con le squadre “normali” per poi fermarsi ai primi ostacoli troppo alti. I mezzi ci sono, ma in questo viaggio non può mancare la fiducia, bene di prima necessità da Tel Aviv a Ljubljana.

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Giovanni Valenzasca

5 Comments

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