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The Warriors are back!

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La stagione NBA 2021-22 è iniziata da appena un mese, ma i Warriors hanno subito messo le cose in chiaro imponendosi come potenziale migliore squadra della lega.

E’ sufficiente dare un’occhiata ai numeri: in ogni categoria Golden State capeggia o è vicinissima al vertice. Il primo aspetto che salta agli occhi è che i Warriors stanno dominando difensivamente (primo rating nella lega), dato inaspettato rispetto a un secondo posto nell’offensive rating figlio dello “Steph effect” in quella metà campo.

I Californiani sono super efficaci sotto canestro, sono tra i leader per rimbalzi offensivi concessi all’avversario, dato sorprendente considerando che James Wiseman deve ancora toccare il campo in questa stagione.

Ciò che ha reso il loro inizio ancora più impressionante è che uno Steph Curry formato MVP unanime non è un profeta nel deserto, ma può contare su giocatori di spessore come Andrew Wiggins (18 punti di media), solido su entrambi i lati del campo, Jordan Poole (17,5pt) forte candidato al premio di giocatore più migliorato e l’onnipresente Draymond Green, vera ancora mentale e difensiva della squadra.

A coadiuvare questi ultimi però, al contrario delle ultime annate, Golden State può contare su una serie di role player che si sono immersi nel sistema di coach Kerr rendendo ben oltre le aspettative. Dai veterani Bjelica, Iguodala e Porter passando per Payton, Lee, Toscano (pescati dalla G league), e, per non farsi mancare nulla, si aggiungono i rookie Moody e Kuminga. Quest’ultimo, soprattutto, sta guadagnando spazio partita dopo partita grazie alla sua straripante energia sui due lati del campo.

Tutto qua? Assolutamente no, infatti Klay Thompson sta tornando dopo due anni di assenza causa infortunio (intorno al 20 Dicembre) per riformare la coppia degli “Splash Brothers”. Con lui anche la seconda scelta dello scorso anno, James Wiseman, che potrà dare sulla carta un contributo molto più importante sotto canestro rispetto a Kevon Looney.

Ovviamente non possiamo esimerci dal parlare di Steph Curry – autentico dominatore di questo inizio stagione dopo due anni senza playoff e un supporting cast sostanzialmente nullo – il quale ha preso nuovamente la franchigia sulle sue spalle trascinandola in questo inizio stagione da 15 vittorie e solo 2 sconfitte.

29.5 punti di media (leader NBA), 6.5 assist, 2 rubate e 6 rimbalzi (sì, avete letto bene) aggiungendo anche un 42% da 3, dato che rasenta la follia considerando il suo volume di tiri. Inoltre, nelle prossime partite, salvo cataclismi, supererà Ray Allen per numero di triple segnate in regular season (cifra ottenuta con la metà delle presenze), mentre lo ha già fatto se si sommano RS e playoff.

I Warriors non sono semplicemente partiti forte ma lo hanno fatto battendo alcune delle migliori squadre NBA, come i Lakers nell’opening night – con tripla doppia di Steph a casa di Lebron annessa, i Clippers di Paul George e, ultima ma non meno importante, con i Nets a domicilio dell’ex KD e James Harden, match senza storia deciso già al termine del terzo quarto grazie ai 37 punti di Curry. Quest’ultima partita è nota maggiormente al pubblico per i cori di MVP del Barclays Center riservati a Steph, nonostante a Brooklyn abbiano una delle migliori squadre della lega, oltre ai due fuoriclasse Kevin Durant e James Harden – per non parlare di Irving, che tuttavia non ha ancora messo piede in campo in stagione.

Anche in ottica futura nella baia sono riusciti a costruire, sulla carta, un roster solido. Oltre a Steph, sotto contratto fino al 2026 con 260M di dollari a libro paga, anche giocatori come Green, Thompson, Wiggins e Poole sono assicurati nel prossimo futuro oltre ai giovani Moody, Wiseman e Kuminga. A fine anno ci saranno decisioni importanti da prendere sul resto del roster, che sta rendendo ben oltre le aspettative e Golden State, a causa dello spazio salariale nullo, potrebbe faticare a tenerlo intatto. Ma è ancora prestissimo per parlarne, con una lunga stagione davanti da affrontare.

Tanti erano i dubbi sul potenziale degli Warriors a inizio stagione ma, partita dopo partita, stanno dimostrando una solidità da grande squadra in attesa dei rientri di Klay e Wiseman. La regular season è ancora lunga e logorante, ma in primavera i Dubs saranno sicuramente tra le squadre da battere nei playoff, e, con questo Steph Curry, sognare non è più un’illusione ma un dovere.

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Paolo Mancini
19 anni, amo la NBA, il calcio, la NFL e il ciclismo con un occhio anche al mondo dei motori

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