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Virtus-Fortitudo: il ritorno in A del derby più affascinante d’Italia

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Sì, Bologna è ufficialmente tornata Basket City! A dire il vero lo è sempre stata, ma finalmente dopo dieci anni la massima serie del campionato italiano di pallacanestro torna sotto le due torri al completo, per ospitare nuovamente la più bella e storica stracittadina d’Italia, almeno per quanto riguarda il panorama della palla a spicchi. Perché diciamoci la verità, nella mente di molti bolognesi il cronometro è ancora fermo su quei “2.20” secondi sul display del PalaDozza, arrestati dalla prodigiosa tripla di Dusan Vukcevic, che sancì la fine dello scontro diretto numero 103 tra Virtus e Fortitudo (vinto dalle Vu nere per 75-74). Perché nonostante si fossero già ritrovate due anni fa in A2, servirebbe esclusivamente una nuova palla a due per poter far ripartire il cronometro e continuare a scrivere la storia infinita di quella rivalità che manca da troppo tempo per gli appassionati di basket.

E’ storia recente che la Fortitudo Bologna sia aritmeticamente promossa in Serie A con tre giornate d’anticipo, dopo aver sconfitto davanti al proprio pubblico una Ferrara che ha retto il passo dell’Aquila per metà partita. Poi il tripudio, la festa dei 5570 al palazzetto e di una città intera lungo le vie del capoluogo emiliano. O meglio, è festa solo per una metà della popolazione, quella biancoblu, dato che la restante parte onora la fede virtussina. La Effe torna così nella massima categoria a quasi dieci anni di distanza dalla bruciante sconfitta di misura per mano di Teramo, dopo aver toccato il fondo fino a rischiare di scomparire per sempre, tra scissioni e “clonazioni”, e la ripartenza dalla Serie B. Intanto dall’altra sponda i bianconeri lottano per ottenere un posto ai playoff scudetto di Serie A che manca dal 2015, dopo averli sfiorati nella stagione precedente, ma soprattutto è rientrata nelle competizioni europee in grande stile, ottenendo l’accesso alla Final Four di Champions League. Anche la Virtus Bologna nel decennio ormai trascorso ha vissuto uno dei periodi più bui della propria storia, con il 16° posto nel 2015-2016 e la conseguente retrocessione in Serie A2. Due società in perenne contrasto, che hanno dovuto affrontare i più gravi problemi, economici e non, lungo la medesima linea temporale.

Considerando tutti gli sport, di stracittadine “ultracentenarie” in Italia se ne contano sulle dita di una mano. Nel basket ve n’è solo una: 105 scontri diretti, parziale di 59-46 a favore delle Vu nere, ma soprattutto due squadre che hanno costruito nel complesso un palmares invidiabile di 17 scudetti, 9 Coppe Italia, 3 Supercoppe italiane e 2 Euroleghe. Loro che in particolare tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 hanno dominato la scena non solo entro i confini dello Stivale (talvolta anche contendendosi il titolo nella finale scudetto) ma anche in Europa, con uno dei quarti del 1998 e una delle semifinali dell’edizione 2001 di Eurolega completamente targate “Bo”. Addirittura in quelle due stagioni Virtus e Fortitudo si sono ritrovate faccia a faccia rispettivamente in dieci e otto occasioni. Mesi di delirio assoluto dalla periferia, col più capiente PalaMalaguti (ora Unipol Arena) di Casalecchio di Reno, al centralissimo PalaDozza, dove per una volta la passione per il calcio viene superata da un’altra realtà sportiva.

Tanti i protagonisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del derby. Il record di punti realizzati in totale appartiene all’ex capitano fortitudino nonché portabandiera azzurro delle Olimpiadi 2004 Carlton Myers (686 in 33 presenze), guadagnandosi l’appellativo di Matador della Virtus già nel 1997, quando trascinò l’Aquila per la seconda volta consecutiva in finale, battendo in semifinale con una serie netta (3-0) i rivali bianconeri, firmando il record di 44 punti al referto in gara-3. Un rivale tanto odiato quanto stimato dalle Vu nere: il 19 giugno 2001 la guardia nata a Londra fu costretta a lasciare il campo da gioco per cinque falli, a pochi minuti dalla concretizzazione dello storico “Grande Slam” della Kinder (dal nome dello sponsor sulle maglie bianconere), ma il pubblico nemico per una volta gli rese onore con un’inaspettata standing ovation.

Il gesto tecnico più famoso? Naturalmente il “tiro da 4” di Predrag Sasha Danilovic in gara-5 della finale scudetto del 1998, simbolo della storica doppietta Campionato-Eurolega, che punì una Fortitudo “a un passo dalla storia” (riprendendo il titolo in copertina di una nota rivista di basket dopo gara-3 di quell’infinita serie, che portò i biancoblu avanti 2-1 prima di venire inesorabilmente rimontati e veder sfumare per la terza edizione consecutiva il sogno del primo titolo nella storia). Il serbo attualmente è il quarto miglior realizzatore di sempre nella storia di Virtus-Fortitudo, con 354 punti in 18 partite (di seguito i migliori 10 marcatori considerando tutti i precedenti).

Pos Giocatore Nazionalità Squadra Punti Presenze Media
1 Carlton Myers Italia F 686 33 20,8
2 Renato Villalta Italia V 386 27 14,3
3 Alessandro Abbio Italia V 364 36 10,1
4 Predrag Danilovic Serbia V 354 18 19,7
5 Gregor Fucka Slovenia / Italia F 321 29 11,1
6 Antoine Rigaudueau Francia V 303 25 12,1
7 Roberto Brunamonti Italia V 299 27 11,1
8 Gianni Bertolotti Italia V+F 298 20 14,9
9 Augusto Binelli Italia V 253 47 5,4
10 Gianfranco Lombardi Italia V+F 222 12 18,5

E poi c’è Dusan Vukcevic, che di derby ne sa abbastanza, disputando almeno una volta in carriera le stracittadine di Belgrado (Stella Rossa-Partizan), Madrid (Real-Estudiantes), Atene (Olimpiakos-Panathinaikos) e Istanbul (Ulker-Efes). Ma dove ha lasciato maggiormente il segno è proprio sul parquet di piazza Azzarita, con quell’impeccabile tiro da tre a due secondi dalla sirena conclusiva, ultimo atto dell’eterna battaglia tra bianconeri e biancoblu in Serie A. Soltanto cinque incontri di fronte agli acerrimi rivali, ma la dimostrazione che basta un solo istante per diventare leggendario sotto gli occhi di una patria.

Dal 29 marzo 2009 al 6 gennaio 2017. Dopo più di sette anni di digiuno, la serie cadetta ha riaperto le porte al derby di Bologna, facendo rivivere un momento che i più giovani avrebbero rischiato di non vedere mai. E in mezzo ai protagonisti del passato ce n’è uno del presente che ha deciso di spontanea volontà di scendere in purgatorio per riportare in alto i colori che ha sempre amato: si tratta di Stefano Mancinelli, l’unico ad aver giocato entrambe le partite a così tanti anni di distanza, riprendendosi una rivincita personale nell’ultimo scontro diretto, vinto proprio dalla Fortitudo per 79-72. Attualmente il numero 6 della Effe vanta 95 punti in 13 presenze, con la possibilità nella prossima stagione, quella del grande ritorno, di diventare il 50° giocatore nella storia del derby a superare quota 100. In quello che sarà il derby che mancava ad una generazione intera, in quello che sarà il derby “2.0”.

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Luca Montanari
Dimostrerò che lo sport è una lettura semplificata della realtà. Instagram: @lucamontanari_98 Twitter: @Luca_Monta_

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