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Bar Sport VS: la presentazione del Giro d’Italia 104

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Bar Sport VS” prova a riprodurre l’atmosfera di un gruppo di amici seduti ad un tavolino di un bar che si confrontano sui temi più caldi del momento. Ad ogni domanda rispondono più membri della nostra redazione, facendo così emergere i diversi punti di vista.


Manca ormai pochissimo al via della prima tappa del Giro d’Italia 2021 e per l’occasione torniamo ad aprire le porte del nostro Bar Sport VS.

Leonardo Bonocore, Marco D’Onorio, Marco Ferraris, Giuseppe Greco, Michele Moretti e Giovanni Oriolo ci presentano la Corsa Rosa rispondendo a cinque domande.

Vi ricordiamo che Vita Sportiva seguirà il Giro 104 quotidianamente attraverso il podcast Gregari di Lusso (che per l’occasione diventa VS in Giro) e con il riepilogo della tappa sul nostro canale telegram.

Cosa ne pensi del percorso? Quale tappa aspetti con maggiore attenzione?

Marco (@Laemmedimarco): Il disegno del Giro 2021 è uno dei più “bilanciati” degli ultimi anni. Un giusto mix tra pianura, montagna e collina con diverse frazioni che potranno accogliere diversi scenari, inaspettati e sorprendenti. La tappa che mette già i brividi a guardare l’altimetria e sarà decisiva ai fini della classifica generale è quella dolomitica con partenza a Sacile e arrivo a Cortina d’Ampezzo. Una di quelle tappe che si aspetta con trepidazione fin da quando viene presentata. Al di fuori delle montagne un’altra giornata che può regalare emozioni forti è quella sugli “sterri” toscani da Perugia a Montalcino. 35 chilometri “bianchi” negli ultimi 70 di gara.

Marco (@EmmeFerra): Tutti gli anni apprezzo sempre molto il modo in cui viene disegnato il Giro d’Italia. E anche quest’anno è stato disegnato un gran bel Giro, ora toccherà ai protagonisti valorizzare al massimo le tappe. E’ un Giro in cui le tappe sono molto equilibrate, tra tappe di montagna, tappe a cronometro, tappe per velocisti e l’inserimento di un tratto di 35 km di Strade Bianche nell’undicesima tappa, da Perugia a Montalcino in cui sarà importante non farsi trovare impreparati e il meteo farà la sua parte, sia che faccia bello, sia che piova. Un Giro al completo, in cui tutti possono essere protagonisti. Sperando che il meteo non dia filo da torcere e permetta di scalare le montagne più alte, quelle nelle tappe più attese. E tra le tappe più attese di questo Giro d’Italia, la terza tappa, Biella-Canale, non per chissà quale attesa di scossoni in classifica, ma perché la sede di partenza è la città in cui vivo. Ma a livello di attesa di spettacolo, penso che la sedicesima tappa, Sacile-Cortina d’Ampezzo sia da evidenziare. Passo Fedaia (Montagna Pantani), Passo Pordoi che è la cima Coppi e Giau, tutti da scalare nella stessa tappa. Lo spettacolo è assicurato.

Giuseppe (@realpeppons): 3480 km totali, con una media di 165,7 km a tappa e 47.000 metri di dislivello totale. Visto così sembra un Giro molto duro, ma a mio modesto parere è un percorso abbastanza semplice. 6 tappe per velocisti, 7 di media difficoltà e 6 di alta montagna, oltre a 2 cronometro, ma in totale i km contro il tempo saranno meno di 40. Mancano salite storiche come il Mortirolo, il Gavia e le Tre Cime. Manca una seconda tappa con più di 5000mt di dislivello, come accadrà nella Sacile-Cortina, mancano, in buona sostanza, altri due tapponi con i 2000mt pronti a fare selezione naturale. Ad ogni modo, le tre tappe che aspetto con maggiore intenzione sono la 10ª (Perugia-Montalcino), la tappa delle strade bianche, la 16ª (Sacile-Cortina), il tampone dolomitico dei tre 2000, in rapida successione: Fedaia-Pordoi-Giau (Cima Coppi) e la 20ª (Verbania-Alpe Motta), per intenderci, l’altra tappa dei 2000, ma meno impegnativa delle Dolomiti. Chissà se un percorso abbastanza semplice verrà reso duro dai corridori. È la speranza che abbiamo un po’ tutti.

Chi sono i tuoi favoriti per il podio? E perché?

Giuseppe (@realpeppons): Parto dal presupposto che quest’anno, rispetto allo scorso, la quantità di talento presente è inversamente proporzionale al tipo di tappe che affronteranno i corridori. Ce ne sono almeno una quindicina che possono lottare per la vittoria. Bernal-Sivakov per la Ineos, Almeida-Evenepoel per la Deceuninck, Carthy per la EF, Martin per la Israel, Landa-Bilbao per la Bahrein, Yates per la Bike-Exchange, Vlasov per l’Astana, Buchmann per la Bora, Bennett per la Jumbo e Hindley-Bardet per la DSM. Ma a mio modo di vedere, se non dovesse avere i problemi che lo stanno attanagliando dal Delfinato 2020, Egan Bernal è il mio favorito numero uno, seguito da uno che ha un conto in sospeso con la Corsa Rosa che è Simon Yates, ricorderete tutti il crollo verticale nel 2018, e se gestisce al meglio le proprie forze può davvero puntare al bersaglio grosso. Il terzo nome che faccio è Hugh Carthy, perché un terzo posto alla Vuelta, dietro Roglic e Carapaz non lo cogli per sbaglio, e il britannico ha fatto una preparazione incentrata sul Giro. Dietro, tutti gli altri.

Giovanni (@giovioriolo): Quest’anno, a mio avviso, sono diversi i corridori che potrebbero ambire alla vittoria. Egan Bernal potrebbe essere il candidato principale alla vittoria finale, ma la squadra molto giovane e inesperta che la INEOS gli ha messo a disposizione non mi convince molto. I vari gregari in salita Sivakov, Martinez e Narvaez sono ancora molto acerbi (uno tra Porte, Thomas, Yates e Geoghegan Hart lo avrei portato). Non vorrei che in alta quota manchi quell’esperienza a stare lì che per vincere un Grande Giro non può mancare. Sicuramente il colombiano ha le qualità per recitare il ruolo di padrone del Giro, ma non lo vedo nettamente superiore al resto. Gli altri nomi che mi vengono da fare sono Simon Yates e Jai Hindley. Il capitano della Bike Exchange ha già dimostrato in questo inizio di stagione di star bene e che quando si accende con le sue sparate in salita è dura stargli dietro. L’unico grande dubbio che ho su di lui è la terza settimana. La squadra è probabilmente meno talentuosa, ma ha corridori di esperienza come Nieve e Kangert e un giovane interessante come Nick Schultz. Hindley è il mio favorito nel bilancio squadra/talento. Il ragazzo, partendo da gregario di Kelderman, l’hanno scorso è andato a un soffio dalla vittoria. Ora voglio vedere se con una squadra costruita intorno a lui potrà portare a casa il successo. In più, Jai, può contare su quello che secondo me (dopo Bilbao) è il gregario più forte a questo Giro: Romain Bardet uno che sa come si arriva sul podio di una grande corsa.

Leonardo (@Leonardo44447): Sparare dei nomi secchi per l’edizione 104 del Giro appare un’impresa assai ostica. Difatti per annoverare ogni componente dell’immenso calderone dei pretendenti al podio di Milano dovremmo snocciolare più di una ventina di nomi, un dato incredibile soprattutto se paragonato a quello dei giri di qualche anno orsono.
Fra la ventina di corridori paventati fanno capolino, in quella che è ha tutti gli effetti una bella mischia ordinata, per usare una metafora rugbistica, due giovanissimi, due pargoli provenienti da aree ben distinte del mondo: Remco Evenepoel e Jai Hindley.
Dopo circa 43 anni le fiandre potrebbero tornare ad avere un vincitore di un Grande Giro, l’ultimo fu De Muynck al giro ’78. Il condizionale però risulta d’obbligo, Remco seppur appaia come uno dei più grandi talenti del decennio rientrerà al giro dopo uno stop di circa 9 mesi. Il giovane fiammingo dovrà scontrarsi contro il muro di aspettative che nelle proprie terre nutrono e non dimentichiamoci che questa sarà la sua prima corsa a tappe di tre settimane.
Questa mia disamina sui principali indiziati per il podio finale non può che concludersi con una certezza apparentemente libera da problemi di sorta, vale a dire Jai Hindley. Se lo scorso anno il suo Giro fu abbastanza inficiato un fato abbastanza infausto, quest’anno l’australiano di Perth si presenterà alla corsa rosa con le vesti di possibile favorito. Se il fato dovesse esser dalla sua e se la condizione dovesse rispecchiare quella dell’ottobre scorso potrebbe regalare qualche bella soddisfazione alla terra dei canguri e magari anche al suo amato Abruzzo.

Cosa ti aspetti dai corridori italiani in questo Giro?

Michele (@MMoretti24): Tra i 55 azzurri al via – 7 in più della passata edizione – ci sono almeno una decina di nomi che hanno tutte le credenziali, sulla carta, per poter provare a regalare all’Italia dei prestigiosi successi di tappa, mentre per la classifica generale le aspettative, nella migliore delle ipotesi, non vanno oltre l’inserire uno o due corridori in Top 10. L’obiettivo non può che essere quello di provare a replicare le 6 vittorie di tappa ottenute nel 2020. Fra le ruote veloci riflettori puntati su Elia Viviani e Giacomo Nizzolo: il primo si presenta al via della Corsa Rosa da leader unico della sua squadra, desideroso di riuscire finalmente ad alzare le braccia nei palcoscenici più importanti in maglia Cofidis; il secondo brama più che mai di conquistare il 1^ successo in un Grande Giro dopo una miriade di secondi e terzi posti. In caso di fughe all’arrivo, i nomi su cui fare più affidamento sono il duo della Trek Ciccone-Brambilla, seguiti da Davide Formolo – apparso in forma alla Liegi – e Matteo Fabbro, senza dimenticare Gianni Moscon (2 successi al recente Tour of the Alps) e Fabio Felline. Per traguardi a ranghi ristretti, va citata senza dubbio la garanzia Diego Ulissi, oltre a due outsider da non sottovalutare come Andrea Pasqualon e Andrea Vendrame. Ultimo, ma non per importanza, Filippo Ganna: il campione iridato a crono non arriva al Giro nella stessa forma dell’anno scorso ma guai a non considerarlo tra i favoriti della crono d’apertura a Torino.

*Due nomi bonus: Matteo Moschetti per le volate e Alessandro De Marchi per le fughe.

Marco (@Laemmedimarco): Gli italiani al via sono 55 e ogni squadra ne porta almeno uno tranne Team DSM, Team BikeExchange, Groupama-FDJ e Alpecin-Fenix, con la Bardiani totalmente azzurra. Un mix di uomini al servizio dei loro capitani, diversi giovani in cerca di esperienza e qualcuno con grandi ambizioni. I primi spero che cercheranno di sfruttare al meglio le giornate di libertà, a partire da Fausto Masnada e Gianni Moscon, dove potranno tentare il colpaccio. I giovani si dividono tra chi prenderà per buono tutto quello che succederà accumulando farina nel proprio sacco, come Giovanni Aleotti o Alessandro Covi e chi cercherà di confermare le cose buone già fatte vedere: è il caso di Matteo Fabbro.
Ho grandi aspettative nei confronti di Giulio Ciccone in termini di classifica generale. Potrebbe essere l’occasione giusta per Davide Formolo, al fine di entrare almeno tra i primi dieci a Milano. Tra le ruote veloci grandi attese su Giacomo Nizzolo ed Elia Viviani. Contro il tempo invece gli occhi sono naturalmente rivolti su Filippo Ganna, ma anche su Edoardo Affini. Tappe mosse? Tre nomi: Gianluca Brambilla, Alberto Bettiol e Diego Ulissi.

Giovanni (@giovioriolo): Non troppo. O meglio, non più dell’anno scorso, abbiamo corridori per vincere le tappe in volata, le cronometro, le fughe e fare classifica (top 10 non di più). Magari rifare 6 vittorie come l’anno scorso non sarà semplice, ma almeno 4 me le aspetto e soprattutto mi aspetto tanti protagonisti azzurri in tutte le tappe. In volata, oltre ai più noti Viviani e Nizzolo, occhio al giovane Moschetti. Nell’arrivo a ranghi ristretti secondo me il pool di azzurri che si possono piazzare (e magari trovare la vittoria) è ampio. Ulissi è senza dubbio il più abituato a sollevare le braccia, ma anche i vari Vendrame, Pasqualon, Felline, Battaglin, Consonni, Oldani e Mosca. Anche tra i cacciatori di fughe la lista è lunga, oltre alle squadre professional che sicuramente punteranno a farsi notare, mentre nelle fughe me potrebbero provare il colpo (compi di squadra permettendo): Moscon, Bettiol, De Marchi, Cataldo, Villella, Brambilla, Ciccone e Conti. A cronometro il primo nome che giustamente salta in mente è quello di Ganna, ma occhio anche a discreti specialisti come Affini e Sobrero. In chiusura, tra gli uomini di classifica anche qua spicca il nome di Nibali (ma la condizione fisica è tutta da testare), ma occhio anche ai nomi di Fabbro o Formolo, anche se entrambi dovrebbero perdere molto a crono. Mentre più difficile per Masnada chiudere nuovamente in top 10 visto il tanto talento presente in Quick Step (lui dovrebbe essere messo a disposizione). Presenti anche i due veterani: Pozzovivo e Caruso, anche se quest’ultimo più in funzione di Landa che per sé stesso. Chiudo con un sogno: Visconti in maglia blu.

Il parco velocisti è di tutto rispetto. Quali sono le gerarchie in caso di arrivo allo sprint?

Marco (@EmmeFerra): Grandi nomi tra i velocisti iscritti al Giro d’Italia. E grandi nomi vuole dire grande spettacolo e incertezza fino alla fine nelle tappe per velocisti. Tra i favoriti di questa categoria, il primo su tutti è Caleb Ewan, che di volate vinte nei Grandi Giri ne sa qualcosa. Impossibile non mettere Peter Sagan, una delle star del Giro, che sa bene come si vince in volata, ma bravo anche con attacchi da lontano. Gli italiani Elia Viviani, che deve riscattare una passata stagione negativa e Giacomo Nizzolo. Fernando Gaviria, sempre bravo a cercare il colpo di pedale e il varco giusto in una volata. E Dylan Groenewegen, iscrittosi a poche settimane dalla partenza e al rientro dopo i nove mesi di squalifica per l’incidente con Jakobsen al Giro di Polonia del 2020. Senza squalifica sarebbe stato uno dei favoriti in ogni tappa per velocisti, ma dopo nove mesi bisogna vedere come riparte in una gara ufficiale. Di sicuro non gli mancherà la voglia di far bene. I nomi ci sono, ora bisogna vedere chi sarà più bravo a sfruttare il proprio treno, la schiena giusta, o l’occasione giusta.

Giuseppe (@realpeppons): Anche per quanto riguarda gli sprinter, il Giro è pieno di corridori in grado di rendere le volate spettacolari. Sagan per me si presenta come il favorito numero uno per la conquista della maglia ciclamino, perché oltre ad essere tornato performante anche in volata, ha un paio di tappe da campagna del nord che possono fare al caso suo, subito dietro Caleb Ewan, il tasmaniano che si è dimostrato un proiettile in questo inizio di stagione e sono anni che è uno dei migliori velocisti in circolazione. Fernando Gaviria deve riscattare un 2020 pessimo ed arriva al Giro abbastanza bene con Molano a fargli da ultimo uomo e c’è il rientro in gara dopo la squalifica di Dylan Groenewegen. L’olandese non corre da agosto e non si sanno le sue reali condizioni, ma è pur sempre un velocista di caratura internazionale e sarà coadiuvato dal giovane Dekker. Chiudo con Tim Merlier, dal quale mi aspetto molto in qualsiasi tipo di arrivo, sia a ranghi compatti che in volata ristretta. Capitolo italiani: Vendrame, Felline, Moschetti e Moscon per le tappe non proprio pianeggianti, la coppia Cofidis Consonni-Viviani proverà a far saltare il banco in volata classica insieme a Cimolai e poi, il campione italiano ed europeo in linea, dal quale ci aspettiamo tutti qualcosa, Giacomo Nizzolo, che arriva abbastanza bene e darà battaglia a tutti, come ha sempre fatto.

Michele (@MMoretti24): Dando un rapido sguardo alla startlist, sono 7-8 i nomi che possono giocarsi lo scettro di re delle volate. L’accreditato principale non può che essere Caleb Ewan, vincitore già 3 volte sulle strade del Giro e che alla Sanremo ha impressionato per i suoi evidenti miglioramenti su percorsi più mossi. Dietro all’australiano seguono, con una gerarchia tutta da vedere in corsa, 4 corridori: i già citati nella risposta precedente Nizzolo e Viviani, accompagnati da Fernando Gaviria e Dylan Groenewegen. Il colombiano vuole sicuramente riscattare l’anonimo Giro della scorsa annata mentre per l’olandese si tratta del ritorno ufficiale in gara dal 5 agosto 2020, data del terribile incidente al Giro di Polonia che lo vide coinvolto assieme a Fabio Jakobsen. Le condizioni sia fisiche che mentali dello sprinter della Jumbo-Visma sono chiaramente da verificare. A questi velocisti è impossibile non aggiungere Peter Sagan: il 3 volte campione del mondo sa sempre farsi trovare pronto e, grazie alla sua straordinaria abilità nel piazzarsi quasi sempre sulla ruota dell’uomo da battere, può sorprendere i suoi diretti avversari. Come possibile rivelazione, da segnalare Tim Merlier della Alpecin Fenix: l’ex-campione belga in linea si presenta al via del primo Grande Giro in carriera con già 3 successi nel 2021. È in forma e in fiducia come pochi altri suoi colleghi; il #Giro104 è la sua occasione per consacrarsi definitivamente davanti al grande pubblico.

Fai il nome di tre corridori che regaleranno spettacolo nelle tappe più mosse.

Leonardo (@Leonardo44447): Vista la presenza di un importante numero di squadre con capitani ambiziosi, quest’anno il giro si prospetterà come una corsa molto meno aperta a sorprese, soprattutto sul fronte fughe.
Sfruttando l’assenza di un vero capitano il team ag2r punterà forte sulle fughe nelle tappe più mosse e fra sui alfieri fa senza ombra di dubbio capolino la figura di Geoffrey Bouchard. Il transalpino vincitore della classifica scalatori della Vuelta 2019 è reduce da un buon Tour of the alps e per questo potrebbe ben schierarsi nel folto gruppo di pretendenti a qualche vittoria di tappa, così come il giovane bel prospetto Simon Carr del team EF.
L’Ungheria quest’anno regalerà al Giro due bei prospetti da circoletto rosso, Marton Dina della Eolo e soprattutto Attila Valter del team Groupama. I due magiari liberi da qualsiasi vincolo di gregariato si preannunciano come due papabili protagonisti delle varie sortite del giro.

Giovanni (@giovioriolo): Due nomi scontati che verrebbero da fare sono quelli di Attila Valter e Nick Schultz, ma visto che ne parlano altri io ne trovo altri tre: Jefferon Aleander Cepeda, Gino Mader e Tobias Foss. Soprattutto sul primo (ancora 22enne) sono molto fiducioso del fatto che sarà uno dei protagonisti delle tappe mosse. L’Androni è senza dubbio la squadra professional meglio attrezzata per le fughe in montagna e storicamente squadra che porta sempre giovani talentuosi (specialmente sud americani) che poi diventano protagonisti in squadre World Tour. In questa stagione Cepeda si è già messo in mostra nel Tour of Alps, chiudendo quarto e portando a casa anche la maglia di miglior giovane. Lo svizzero e il norvegese, avranno probabilmente più compiti di squadra che li limiteranno un pò, ma sono anche loro due giovani interessanti e che (soprattutto Mader) hanno già fatto vedere di saper scegliere bene le fughe. Se mi è concesso ancora un nome darei quello di Kobe Goossens. Il 25enne belga sarà libero di fare la sua corsa e sicuramente proverà ad entrare nelle fughe di giornata. Proprio qualche settimana ha vinto così la classifica a punti del Tour de Romandie e penso che proverà a gareggiare per portare a casa anche quella, ben più prestigiosa, del Giro d’Italia.

Marco (@Laemmedimarco): Tre scommesse esotiche: Nick Schultz, Attila Valter, Natnael Tesfatsion.
Il primo, australiano, del Team BikeExchange esce da un ottimo Tour of the Alps chiuso al decimo posto in classifica generale. Uomo per tappe mosse, abbastanza esplosivo, ma resistente in salita. Se la squadra gli darà il consenso ci sono diverse tappa adatte a lui. Stessa cosa per Attila Valter, ventiduenne della Groupama-FDJ, che potrebbe provare ad entrare spesso nelle fughe di giornata delle tappe di montagna puntando alla vittoria. Quello che ha già fatto in casa al Giro d’Ungheria lo scorso anno.
Natnael Tesfatsion, o meglio “Natalino” come l’hanno chiamato i massaggiatori della Androni, è arrivato nella squadra azzurra a Marzo dello scorso anno. Ha convinto subito tutti tanto da guadagnarsi il posto al Giro. Prima di correre in Europa nel 2020 ha disputato due corse a tappe: Giro di Ruanda e La Tropical. La prima l’ha vinta, nella seconda si è piazzato pochi secondi dal primo. In entrambe ha vinto due tappe, dando grande spettacolo. Quale occasione migliore del Giro per mettersi in mostra?

 

Ringraziandovi per la lettura vi auguriamo un Buon Giro d’Italia!

La Redazione
Account redazionale Twitter: @vitasportivait Instagram: @vita.sportiva

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