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GeoTour – Saint Gervais 1990: il giallo di Pensec, i pois di Claveyrolat

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Quando arrivi a Saint Gervais-Les-Bains, il Monte Bianco lo vedi lì, come se fosse a un passo e hai modo di toccarlo. Raggiungerlo è tutta un’altra storia come giungere in cima al comprensorio sciistico che più volte ha ospitato l’arrivo del Tour de France. Lì si uniscono le vite di corridori e persone che, lasciando da parte le vicende sportive, vanno incontro direttamente ai loro destini come successo tragicamente a Thierry Claveyrolat e Ronan Pensec.

Il Tour 1990 e la maglia gialla di Pensec

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Pensec insegue un attacco di Pedro Delgado nella tappa di Saint Gervais-Les-Bains

Nemmeno a farlo apposta i due corridori francesi si ritrovarono accomunati sulla medesima strada in occasione della decima tappa dell’edizione 1990 che condusse gli atleti da Ginevra ai piedi del monte più alto d’Europa, quasi a voler respirare quell’ossigeno rarefatto che quando la strada s’impenna inizia a mancare nei polmoni. In quel Tour Pensec è grande protagonista: nella prima frazione con partenza e arrivo da Futurscope il portacolori della Z-Tomasso entra in una fuga da lontano che prende il largo e lascia a oltre dieci minuti i principali favoriti. Dentro ci sono Claudio Chiappucci, Steve Bauer e Frans Maassen che vince la gara precedendo in volata Pensec che risale in classifica generale a 21 secondi dal canadese della 7 Eleven – Hoonved .

Per gli uomini di classifica la frittata è fatta prima che la Grande Boucle inizi perchè Bauer è un uomo che sa come affrontare una corsa di tre settimane complice il quarto posto ottenuto nella corsa gialla nel 1988, mentre Chiappucci è reduce dalla maglia verde conquistata qualche settimana prima al Giro d’Italia. Pensec non fa così paura però le qualità ci sono tutte visto che fra il 1986 e il 1988 ha colto rispettivamente un sesto e un settimo posto finale. Lui rimane in quota sino al 10 luglio quando, in occasione del suo ventisettesimo compleanno, Bauer si stacca e per lui si aprono le porte della maglia gialla.

Claveyrolat e il volo dell’aquila di Vizille

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Il trionfo di Claveyrolat a Saint Gervais-Les-Bains

In quel giorno sulla Alpi un altro uomo si mise in luce, Thierry Claveyrolat proveniente dalla piccola cittadina di La Tronche. Lui, che le montagne della zona le conosceva molto bene, aveva già vissuto una beffa nel corso della sua carriera al Mondiale 1989 quando, sul circuito casalingo di Chambery, sfiorò la maglia iridata. In fuga insieme al sovietico Dmitrij Konyšev e l’olandese Steven Rooks, vide improvvisamente rientrare da dietro il connazionale Laurent Fignon, prontamente stoppato dall’americano Greg LeMond e in grado di staccarlo tanto da rientrare sui battistrada. Una situazione paradossale che spense i sogni di Claveyrolat, costretto a far i conti con il ritorno in seguito di Fignon insieme all’irlandese Sean Kelly, ma soprattutto a mettersi a disposizione del proprio capitano che, nonostante i vari tentativi di allungo, si dovette arrendere a LeMond.

Nel 1990 Claveyrolat vola e lo dimostra anche nel corso dell’amato Giro del Delfinato, antipasto per il Tour e chiuso in seconda posizione alle spalle dello scozzese Robert Millar. La gamba c’è e così in occasione della tappa di Saint Gervais-Les-Bains dedicata agli scalatori parte, si inserisce in una fuga da lontano e vince giungendo in solitaria con 1’54” sul tedesco Uwe Ampler. E’ il riscatto per l’Aquila di Vizille che plana nei pressi del Monte Bianco e, dopo aver fatto incetta di punti nelle precedenti tappe ai gran premi della montagna, veste la maglia a pois.

Gli scherzi del destino

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Greg LeMond in maglia di campione del mondo e Claudio Chiappucci in maglia gialla

Quel Tour però non è un trampolino di lancio per Pensac e Claveyrolat, ma purtroppo soltanto uno scherzo del destino. L’atleta della Z-Tomasso prova a dimenarsi, si difende il giorno successivo sull’Alpe d’Huez, addirittura guadagna su un sorprendente Chiappucci in crisi, ma nulla può nella cronometro di Villard de Ians cedendo così il simbolo del primato all’azzurro della Carrera. Claveyrolat vola sulla “Montagna degli Olandesi”, si getta nuovamente in fuga nella frazione di Revel e domina la classifica dedicata agli scalatori con 318 punti, più di 150 su Chiappucci posto in seconda posizione.

Il transalpino però vedrà distrutta la propria vita il 13 agosto 1999 quando, guidando in stato d’ebrezza lungo la strada che conduceva alla Côte de Laffrey, compì una manovra azzardata provocando una collusione con Renault 19 nella quale viaggiavano un uomo e suo figlio di 14 anni con il primo giunto all’ospedale con fratture multiple, il secondo costretto a perdere un occhio.

L’incidente colpì molto duramente Claveyrolat che, complice alcuni problemi famigliari e finanziari, nella notte del 7 settembre 1999 decise di farla finita suicidandosi con un colpo di fucile lasciando a soli 40 anni la moglie e due figli di 11 e 9 anni.

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Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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