Football Americano

I nostri premi alla Regular Season NFL

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Articolo realizzato da Davide Bottarelli, Marco Cherubini e Giovanni Oriolo

Gennaio per gli appassionati di NFL significa playoff. Finite le domeniche da overdose di football si apre un mese con meno partite, ma più qualità e tensione alle stelle fino ad arrivare al Super Bowl di inizio febbraio.

Prima però ci siamo divertiti ad assegnare i nostri premi in base a quanto visto nei quattro mesi di Regular Season.

MVP: Cooper Kupp (Los Angeles Rams)

La trade che ha portato Matthew Stafford a Los Angeles doveva essere la chiave per raggiungere il Super Bowl in quanto l’ex QB dei Lions sembrava essere l’upgrade giusto per fare decisivo per fare il decisivo salto di qualità ai Rams. Solo le prossime due settimane ci diranno se questa è stata la mossa decisiva. Però possiamo già dire che questa scelta è stata fondamentale per far esprimere al meglio il talento di Cooper Kupp e farlo entrare prepotentemente nel discorso MVP. Dopo aver ricevuto la sua prima convocazione al Pro Bowl e la prima chiamata nel First Team All-Pro, il premio di Most Value Player sarebbe la ciliegina sulla torta di una stagione stellare.

Il prodotto di Eastern Washington è ormai da anni il WR1 dei Rams e costantemente tra i 10/15 migliori del suo ruolo. Però, con l’arrivo di quaterback con il braccione come Stafford, ha finalmente potuto dar maggior sfogo alle sue qualità, soprattutto sul profondo, ecclissandosi a miglior wide reciver della lega. A sostenere ciò non siamo noi o i tifosi della franchigia di Los Angeles, ma i dati e il rendimento del ragazzo. Kupp, infatti, è primo in tutte le statistiche riferite alla ricezione, eccetto in yards/catch, nella quale ha realizzato comunque un ottimo 13.4. Per il resto il 28enne nativo di Washington è leader in regular season per:

  • Ricezioni (145)
  • Target (191)
  • Yards ricevute (1947), secondo miglior risultato nella storia NFL dopo le 1.964 di Calvin Johnson nel 2012
  • TD su ricezione (16)
  • Big play su ricezione (30)
  • Yards a partita su ricezione (114.5)
  • Yards after catch (846)
  • Primi down chiusi su ricezione (89)

I numeri sono impressionati e l’inizio di stagione esplosivo dei Rams era tutto frutto del nuovo duo Kupp-Stafford, con il primo che è stato nominato anche giocatore del mese di settembre e ottobre. Il gioco del team californiano è un po calato nel corso della stagione, nel quale subiscono qualche sconfitta di troppo, ma il rendimento del loro numero 10 non è mai sceso. La vera nota dolente della stagione dei Rams, però, non sono state li battute di arresto, anche perché spesso dovute a ingenuità dei singoli più che a una netta inferiorità della squadra sull’avversario, ma l’aver perso il gemello diverso di Kupp, Robert Woods, per tutta la stagione a causa della rottura del crociato. Nonostante tutto, la squadra di Los Angeles, ha comunque chiuso la stagione con il record di 12-5 che gli è valso la vittoria della NFC West e il seed n.4 ai playoffs.

Nelle nostre votazioni Kupp ha vinto il testa a testa finale con il RB degli Indianapolis Colts Jonathan Taylor (quanto pesa quella sconfitta all’ultima giornata contro i Jaguars!), mentre al terzo gradino del podio troviamo il QB dei Green Bay Packers Aaron Rodgers.

Miglior giocatore offensivo: Jonathan Taylor (Indianapolis Colts)

Il ballottaggio con Cooper Kupp per il premio di MVP si è risolto a favore del WR dei Rams ma ci sembrava doveroso assegnare un premio anche a Jonathan Taylor, autore di una stagione stratosferica. Il running back al secondo anno da Wisconsin è letteralmente esploso correndo per 1811 yards, 18 touchdowns e una media di 5.5 yards a portata.

Numeri da capogiro se consideriamo anche che in 9 delle 10 partite in cui ha superato la barriera delle 100 yards i Colts hanno vinto, mentre nelle restanti 7 partite in cui non ci è riuscito, i Colts hanno sempre perso.

Sfortunatamente per lui (e per noi) non lo vedremo in azione ai playoff ma siamo altrettanto sicuri che i coordinatori difensivi della AFC dormiranno decisamente sonni più tranquilli senza dover pensare a come fermare il miglior running back della lega.

Sul podio di questa classifica oltre al già citato Cooper Kupp troviamo Ja’Marr Chase di cui parleremo più avanti.

Miglior giocatore difensivo: TJ Watt (Pittsburgh Steelers)

L’assegnazione di questo premio è stata la più complicata per la redazione, in quanto il dubbio tra T.J. Watt e Aaron Donald ha reso difficilissimo scegliere solamente uno dei due fortissimi giocatori.
Se analizziamo i freddi dati statistici, T.J. Watt è superiore ad ogni altro difensore: 64 tackles (48 solo), 5 forced fumbles di cui 3 ricoperti, 7 pass deflected e 11 tackles for loss, tutto questo in in sole 15 partite a causa di un infortunio. Infine, in week 18 Watt è riuscito a pareggiare il record di Michael Strahan con 22,5 sacks all’attivo.

Aaron Donald potrebbe essere facilmente premiato come DPOY ogni anno, grazie al suo dominio nella linea difensiva interna, ed è uno scandalo che non abbia mai ricevuto neanche un singolo voto come MVP; probabilmente ad oggi è ancora lui il difensore più dominante nell’intera NFL, tuttavia a livello numerico Watt è stato il giocatore difensivo più produttivo nelle ultime tre stagioni ed è leader della lega in molte delle categorie statistiche principali.
Ma quello che, in conclusione, ci ha fatto propendere per l’assegnazione del premio a T.J. Watt è soprattutto il suo impatto all’interno della propria squadra. Mentre Aaron Donald e Micah Parsons giocano comunque all’interno di difese molto strutturate, è sufficiente andare a vedere cosa è successo nelle partite in cui è stato assente per capire quanto Watt sia assolutamente decisivo per la difesa degli Steelers.
Il fuoriclasse ha preceduto, appunto, Aaron Donald e Micah Parsons (già premiato come Defensive Rookie of the Year).

Miglior rookie offensivo: Ja’Marr Chase (Cincinnati Bengals)

La dirigenza dei Bengals negli ultimi anni ne ha combinate di qualsiasi tipo e sotto qualsiasi piano (tecnico, gestionale, morale) e di conseguenza i tifosi ne hanno dovute subire di tutti i colori. Però c’è da dire che la notte del draft 2021, per un solo round, probabilmente senza volerlo, la squadra di Cincinnati ha fatto una scelta giusta. Con la pick n.4 la franchigia dell’Ohio non fa la scelta che sembrava più logica: prendere Penei Sewell, miglior tackle della classe, per rafforzare la peggiore OL della lega, ma chiama il WR da LSU Ja’Marr Chase. Nonostante il ragazzo sia uno dei migliori prospetti della classe, le critiche non mancano per aver passato il giocatore più forte nel need più evidente della squadra. Il front office ha comunque la colpa di non rinforzare a dovere l’Offensive Line neanche nei turni successivi e in free agent, ma rimanendo su Chase questa volta Mike Brown (proprietario, presidente e GM dei Bengals) e staff ci vedono bene.

Ja’Marr, grazie a doti tecniche/atletiche fuori dal comune e alla ottima connessione con il QB Joe Burruw con il quale aveva giocato al college, ci mette veramente pochissimo a far cambiare idea ai tifosi e mandare un segnale alla NFL. Fa il suo esordio nella vittoria in OT contro i Vikins da 101 yards e 1 TD Pass. Nelle 2 gare successive riceve 3 TD Pass, diventando il giocatore più giovane nella storia della NFL a ricevere 4 TD da ricezione nelle prime 3 gare in NFL.

Da lì è tutto un crescendo fino alla sfida di week 17 contro i vice campioni in carica. Contro i Kansas City Chiefs mette su una prestazione da 266 yard, i quali sono il record di franchigia di yard ricevute in un match, oltre che il massimo di yard su passaggio in una partita da un rookie. La settimana dopo chiude la stagione superando il record di franchigia della leggenda Chad Johnson per numero di yard ricevute in una singola stagione.

Chase non darà maggiore protezione o tempo all’altra stella della squadra per lanciare, ma sicuramente si è rivelata per Burruw un’opzione valida su cui contare e un’arma micidiale e indecifrabile per le difese avversarie. È anche grazie alle sue prestazioni e al suo talento che i Bengals sono riusciti a vincere la AFC North, tornati ai playoffs dopo diverse stagioni e vinto una gara di postseason dopo 31 anni. Giusto per dare qualche numero:

  • 20° ricezioni (81)
  • 19° target (128)
  • 4° Yards ricevute (1455), record NFL per un rookie
  • TD su ricezione (13)
  • 4° Ricezione più lunga della stagione (82 yards)
  • 4° Big play su ricezione (22)
  • 5° Yards a partita su ricezione (85.6)
  • Yards after catch (651)
  • 12° Primi down chiusi su ricezione (56)
  • Player of the Week (in week 7 e 17)
  • Rookie of the Week (in week 1, 5, 6, 7 e 17)
  • Rookie of the Months a settembre

Il WR dei Bengals ha vinto nettamente per noi il premio di miglior rookie dell’anno, davanti a al QB dei New England Patriots Mac Jones, mentre terzi a pari merito troviamo OL dei Los Angeles Chargers Rashawn Slater, il WR dei Miami Dolphis Jaylen Wuddle e OL dei Kansas City Chiefs Creed Humphrey.

Miglior rookie difensivo: Micah Parsons (Dallas Cowboys)

Micah Parsons è stato probabilmente il premio più facile da assegnare.

Selezionato al Draft dai Dallas Cowboys con la dodicesima scelta assoluta, il Linebacker è stato autore di una stagione così entusiasmante che è stato tra i candidati anche come Defensive Player of The Year.

I suoi numeri stagionali sono impressionanti: 84 tackle, 20 tackle for loss, tre fumble forzati e 67 pressioni del quarterback, ma anche ben 13 sacks, a solo 1,5 sack dal record assoluto della storia NFL per un rookie (Jevon Kearse). Tutto questo non potendo giocare nell’ultima partita stagionale contro i Philadelphia Eagles a causa della positività al COVID-19.

La sua adattabilità a poter tranquillamente giocare in più ruoli è senza dubbio ciò che lo distingue da tutti gli altri Linebackers di questa classe; nel corso dell’anno, Parsons ha giocato praticamente ovunque: 498 nel suo ruolo principale di linebacker, ma soprattutto ben 374 snap in linea difensiva, 29 come cornerback e uno da Safety.

La convocazione per il Pro Bowl e quella molto probabile come All-Pro coronano la sua eccezionale stagione.

Nelle nostre votazioni, Micah Parsons ha preceduto Patrick Surtain II dei Denver Broncos e Nick Bolton dei Kansas City Chiefs.

Miglior allenatore: Bill Belichick (New England Patriots)

Il nostro premio di miglior allenatore della stagione va a quel signore con il viso imbronciato e che indossa la felpa con la scritta Patriots. Stiamo ovviamente parlando di Bill Belichick che al secondo anno post Brady e dopo l’esperimento Cam Newton parzialmente fallito, ha deciso di puntare tutto su Mac Jones, rookie QB uscito da Alabama.

La sensazione che potesse essere il ragazzo giusto per i Patriots la si aveva anche nei giorni precedenti al draft dove Mac Jones veniva messo al quinto posto a livello di potenziale. Sfruttando i riflettori puntati su altri, Belichick ha potuto plasmare il suo QB facendogli eseguire schemi relativamente semplici e limitandone i rischi.

Dopo un primo mese di assestamento, nella fase centrale della stagione i Patriots hanno infilato 7 vittorie consecutive arrivando anche alla vetta della AFC. La perla rimane il successo contro i Bills ottenuto facendo lanciare Jones solamente in tre occasioni e massacrando Buffalo con le corse oltre che con una solida prestazione difensiva.

Le sconfitte delle ultime settimane contro Colts, Bills e Dolphins hanno fatto cadere New England al seed #6 ma in una conference così equilibrata e ricca di talento come la AFC la qualificazione ai playoff resta un gran bel traguardo che nelle nostre votazioni ha permesso a Belichick di avere la meglio su Matt LaFleur (Packers) e Zac Taylor (Cincinnati Bengals).

Miglior ritorno: Joe Burrow (Cincinnati Bengals)

Il premio di Comeback Player Of the Year ha visto una lotta serrata per tutta la stagione tra Dak Prescott e Joe Burrow. Entrambi i QB venivano da bruttissimi infortuni subiti nel corso della stagione 2020, nella quale Dak si è rotto una caviglia in Week 5 contro i NY Giants, invece Joe si è praticamente frantumato un ginocchio in Week 11 contro Washington.

Mentre per il primo era praticamente scontato il ritorno all’inizio di questa stagione, per Burrow si temeva addirittura uno stop anche per una buona parte della stagione 2021; tuttavia lo staff medico dei Cincinnati Bengals ha gestito la situazione in maniera eccelsa e, se la squadra è arrivata ai Playoff vincendo la division, il merito è in gran parte del duo Burrow-Chase, che aveva già fatto vedere cose stupende ad LSU.

Burrow nel corso della stagione ha lanciato per 4.611 yard e 34 touchdown, con una percentuale di completi sopra al 70%. Lo strappo definitivo per sopravanzare Prescott è arrivato proprio nelle battute finali, quando il QB dei Bengals ha lanciato rispettivamente per 525 yard contro i Ravens in week 16 e 446 yard contro Kansas City in week 17, totalizzando ben 8 TD a fronte di zero intercetti.

In modo particolare, la partita contro Kansas City ha di fatto consacrato Ja’Marr Chase come uno dei WR più forti nell’intera NFL e rafforzato molto la candidatura dei Bengals per una profonda corsa ai playoff.

Terzo classificato nella nostra personale classifica è Darrell Taylor dei Seattle Seahawks, che ha vissuto quest’anno praticamente la sua stagione da rookie.

Giocatore più migliorato: Cordarelle Patterson (Atlanta Falcons)

Il tutto fare degli Atlanta Falcons, insieme al WR dei 49ers Deebo Samuel, è l’esempio più lampante, prototipo perfetto del giocatore che l’evoluzione recente di questo gioco sta portando. Nato come WR fisico, ma capace di fare anche RB per le chiusure di down corti o in red zone, costruisce la sua carriera soprattutto come uno dei migliori ritornatori degli ultimi 10 anni. In 8 stagioni su un campo da football è stato chiamato 4 al Pro Bowl, 4 volte nel First Team All-Pro e 3 nel secondo, venendo nel 2019 inserto sia nel primo come kicker return che nel secondo come special team, e vinto un Super Bowl nel 2018 con i Patriots. Quella di Patterson, anche prima di quest’anno, era già una carriera quindi di assoluto valore e piena di gioie personali e di squadra. Però il 30enne nativo della Carolina del Sud era sempre stato “limitato” a giocare negli special team e giocando come WR o RB solo per via di infortuni o nel garbage time, ossia quando il match è chiuse e i titolari vengono tolti per precauzione.

Quest’estate, dopo due anni a Chicago, decide di cambiare e firma un contratto di 1 anno per gli Atlanta Falcons. In Georgia però arriva la grande possibilità Il reparto running back è privo di talento e l’addio di Julio Jones aveva lasciato un buco nel ruolo di wide reciver. Coach Artur Smith allora decide di provarsi la carta Patterson per coprire i buchi a roster e Cordarelle risponde presente. Si alterna nella posizione di RB con Mike Davis e quando non è nel backfield in attesa portare la palla più avanti possibile, lo trovi sulla linea di scrimmege o con l’intenzione di bloccare come se fosse un TE (perché si all’occorrenza fa anche quello) o pronto correre e sfruttare lo spazio che i compagni più marcati come Calvin Ridley e Kyle Pitts gli lasciano.

Questa sua imprevedibilità è proprio ciò che lo ha reso uno dei giocatori più importanti e decisivi per l’attacco e la stagione dei Falcons, oltre che finalmente di trovare lo spazio che meritava in un attacco NFL. A dimostrarlo sono i numeri visto che quest’anno Patterson ha realizzato il career high in quasi tutte le stats di ricezione e in diverse di corsa, mentre sono decisamente calati i numeri nello special teams, visto il minor utilizzo. Il n.84 del team di Atlanta ha infatti realizzato il suo personale record in:

  • Partite da starter (13)
  • Ricezioni (52)
  • Yards su ricezione (548)
  • 3° miglior media yards a partita (10.5), ma negli altri due casi non era arrivato neanche a 400 yards totali
  • TD Pass (5)
  • Corse (158)
  • Yards su corsa (628), non aveva mai superato le 250 prima d’ora
  • TD Rush (6)

Gli altri candidati al premio di MIP sono il già citato, nonché altro giocatore che sta creando quando nuovo prototipo di giocatore ibrido, il WR dei San Francisco 49ers Deebo Samuel e a pari merito sono la S Xavier McKinney, il WR/KR dei Buffalo Bills Isaiah Mckenzie e il LB dei Baltimore Ravens Robert Quinn.

Miglior partita: Chiefs vs Bengals (week 17)

Forse perché gli ultimi ricordi sono sempre quelli più nitidi ma il premio di miglior partita dell’anno va alla sfida tra Kansas City Chiefs e Cincinnati Bengals vinta da questi ultimi con un field goal allo scadere.

Miglior giocata: Justin Tucker 66 yards FG (week 3)

Non un lancio, non una ricezione, non un intercetto. La nostra miglior giocata della regular season è stato il field goal da 66 yards con il quale Justin Tucker ha segnato il nuovo record NFL e che ha permesso ai Ravens di avere la meglio sui Lions.

La Redazione
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