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L’InterVISta – il mondo delle freccette con Giordano Reale

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Torna “L’InterVISta” su “Vita Sportiva. Quest’oggi abbiamo raggiunto telefonicamente Giordano Reale, voce tecnica della freccette per DAZN e per Fox Sport in passato. Gli abbiamo posto alcune domande sui due mondiali – PDC e BDO – sulla prossima Premier League, e sul ruolo azzurro in questo sport.

Quali sono state, secondo te, le delusioni e le sorprese del mondiale PDC appena concluso?

Sicuramente ci sono state diverse sorprese nei primi turni, abbiamo salutato prematuramente campioni come Wright e Gurney, però c’è da dire che in fondo sono arrivati comunque i tre maggiori candidati al titolo: van Gerwen, Smith ed Anderson. L’olandese ha dominato dall’inizio alla fine, ed è giusto che abbia vinto. Anderson ha un po’ deluso, non tanto perché non ha vinto il mondiale, ma perché, se in giornata, è uno dei pochi che può tenere testa a van Gerwen. Per quanto riguarda le sorprese cito Humphries ed Aspinall, con quest’ultimo che grazie alla semifinale raggiunta ha anche firmato un importante contratto con una delle marche di freccette più rilevanti. Questo lo aiuterà ad affrontare il mondo professionistico.

In finale sono arrivati i due Michael, van Gerwen e Smith. Possiamo dire che, ad oggi, facendo un confronto con gli altri, sono i migliori interpreti del gioco?

Senza ombra di dubbio. Avevano già fatto finale nella Premier League scorsa, e sono i favoriti per l’edizione di quest’anno. Secondo me, sono i due giocatori più dotati tecnicamente e con l’istinto del gioco dalla loro. Veloci e precisi nel tiro, sono nati per giocare a freccette. Smith può benissimo diventare il N°2 del mondo, van Gerwen è ancora una spanna sopra. Loro non sono costruiti come può esserlo, ad esempio, un Rob Cross, che si allena veramente tanto. Gli altri li vedo dietro; Anderson poteva vincere il mondiale, vero; ripeto, è uno dei pochi che può battere Van Gerwen se gioca al massimo. C’è da dire che però MvG fa un altro sport, e 7 volte su 10 la gara la vince lui. Wright come hai sottolineato tu è incostante, e da quando ha perso la Premier League nel 2017, con una marea di doppie sbagliate nel momento clou, contro van Gerwen, ha fatto veramente fatica.

Capitolo Premier League. Ci ha lasciati Whitlock, torna Wade; ti trovi d’accordo con le scelte fatte dalla PDC, da Sky, e dal pubblico?

In linea di massima sì, perché sono i nomi che circolavano e che si aspettavano tutti. Era difficile chiamare un giovane solo basandosi sui risultati del mondiale; l’unico era Van den Bergh ma purtroppo ha deluso. Whitlock scorato dopo l’esclusione perché secondo lui aveva fatto una buona annata. E’ vero, ma qualcuno bisogna pur lasciarlo fuori. Wade meritava di rientrare dopo due Major vinti, mentre io non avrei chiamato Price. Non per demeriti, dato che ha vinto il “Grand Slam of Darts”, ma più per il comportamento avuto nelle ultime uscite. Sono d’accordo con le critiche che ha ricevuto, e credo che la PDC avrebbe dovuto utilizzare il pugno duro. Però c’è anche da dire che avendo vinto un Major così importante la sua chiamata era quasi obbligatoria. Spiace per Adrian Lewis, il mio preferito; ha giocato bene, ma poco, in questo mondiale, ed ha davanti a lui ancora giocatori come Chisnall, Whitlock , White e Webster. Adesso c’è il Masters, dove affronterà Wright al primo turno e sarà chiamato ad una grande prova.

Passiamo alla situazione italiana. Nella recente Q-School non siamo riusciti a prendere Tour Card per giocare i tornei PDC, però a che punto sono gli azzurri? Possiamo aspettarci exploit, o magari una partecipazione al Mondiale?

Abbiamo diversi giocatori che stanno partecipando ai tornei europei sempre più spesso. Questo gruppo aumenta, anche se di poche unità, di anno in anno. Secondo me non siamo lontani, potremmo riuscire a pescare qualche risultato importante a breve. Turetta, ad esempio, ha perso in semifinale nel torneo di qualificazione mondiale che ha vinto Rodriguez. Lui addirittura ha perso con il fratello, che poi ha perso la finale in famiglia. Ovviamente, secondo me, fare risultato una volta entrati in un qualsivoglia tabellone sarà veramente duro. Potremmo portare qualcuno al Mondiale come 96esimo giocatore, ma difficilmente potrà dire la sua. Resta da dire che sarà comunque un’esperienza, un grande passo avanti. Per far risultato bisognerebbe recuperare qualcosa come 10 punti di average, che è la differenza tra i big italiani e gli atleti di medio-bassa classifica europei. Per gli anni a venire sarà importante investire sulla crescita dei giovani, perché un talento puro può essere che venga fuori. Grazie alla televisione sempre più giovani si sono avvicinati a questo mondo; poi magari provano a lanciare davanti ad un bersaglio, scoprono che tirano bene, ed ecco che hai un fenomeno del futuro. Ad esempio gli olandesi lavorano molto sulla tecnica, sul talento puro; ci sono accademie per ogni città che coltivano tantissimi talenti che vanno dai 14 ai 18 anni. In Germania stanno adottando lo stesso metodo, in Inghilterra è così da sempre, in Scozia c’è l’accademia di Alan Soutar, membro della World Darts Federation. In Italia, purtroppo, ancora non abbiamo il culto di vedere le freccette come sport, ed i giovani che competono sono perlopiù figli o nipoti di giocatori. Se puntiamo forte sulle nuove generazioni qualche talento arriva certamente.

Una domanda sul mondiale BDO, concluso da poco. Ha vinto Glen Durrant, alla sua terza affermazione consecutiva. Lui, come molti altri, andranno a competere nella tappa britannica della Q-School, che aprirà loro le porte della PDC. Potranno competere o il salto di categoria è complicato?

Il salto dalla BDO alla PDC è sempre un salto nel vuoto, diciamo. Prendo d’esempio Bunting che – dopo aver vinto un Mondiale e due Winmau World Masters in BDO – in PDC ha ottenuto un buon piazzamento al suo primo Mondiale, eliminato ai quarti di finale da van Barneveld, poi solo alcuni discreti piazzamenti e null’altro. Penso, però, che Glen Durrant abbia tutte le carte in regola per far bene. Io guardo molto i numeri, e credo che lui possa guadagnarsi facilmente la Tour Card perché ha sempre un average altissimo. Ha dimostrato di essere pronto al Grand Slam of Darts – torneo che giocano entrambe le federazioni – e può ripetersi durante tutto l’anno. Certo non vincerà il Mondiale l’anno prossimo, ma dirà la sua. Gli altri potrebbero far fatica, vedo pronto solo Durrant nel breve. Servono anni per adattarsi; hanno fatto tanti anni di rodaggio giocatori come Anderson e Chisnall, impiegheranno un po’ anche loro. Per l’anno prossimo punto su Unterbuchner e Mitchell. 

Chiudiamo con i giovani. Lasciando stare magari il 13enne Bennett sponsorizzato da Cross che ha trionfato al Mondiale BDO giovanile, quali sono, secondo te, i giovani che faranno la voce grossa in questo 2019. Io credo Van de Bergh, ma anche de Zwaan.

de Zwaan a me piace veramente tanto. Ha perso primo turno del mondiale giocando con un average di 106, causa un prestazione pazzesca di Cross. Lui sicuramente, ma anche Max Hopp – che può far meglio dello scorso anno – e la truppa tedesca. Certamente in cima c’è Van den Bergh; non mi aspettavo che perdesse contro Humphries al Mondiale, ma questo è anche il bello del livello medio-alto che si trova sempre più spesso nei tornei. Farà un grande 2019.

Grazie Giordano per la disponibilità e la gentilezza.

Grazie a voi, a presto!

Simone Cappelli
Ascoli Piceno, Classe 98. Su Vita Sportiva per parlare di freccette, e non solo.

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