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Wimbledon 2023 – Chi potrà impensierire Djokovic?

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Ai nastri di partenza di Wimbledon 2023, in campo maschile, vi è un solo favorito d’obbligo per la vittoria finale: Novak Djokovic. Il 36enne fenomeno serbo si è appena regalato il 23esimo sigillo della carriera nei tornei del Grande Slam, conquistando per la terza volta il titolo sulla terra del Roland Garros, e si presenta così, alla 136esima edizione di Wimbledon come l’uomo da battere. Forte dei 7 titoli ai Championships, 4 dei quali vinti nelle ultime 4 edizioni, il record di Djokovic a Wimbledon recita ad oggi 86W-10L. La sua ultima sconfitta sull’erba londinese risale addirittura ai quarti di finale del 2017 per ritiro contro Tomas Berdych. Detto ciò, nella rapida presentazione che segue si citeranno alcuni tra i più accreditati rivali che tenteranno di farsi strada, provando ad impedire al serbo di sollevare, ancora una volta, alla sua 18a partecipazione, il trofeo più iconico del tennis mondiale.

Le “alternative” più credibili

Fresco di ritrovata vetta nel Ranking ATP, e prima testa di serie a Wimbledon, non si può prescindere dalla forza e dall’estro di Carlos Alcaraz, nell’intento di sottoporre a Djokovic i test più probanti. Naturalmente, dato il loro seed #1 e #2, la riedizione della SF di Parigi questa volta si potrebbe ammirare solo in un’ eventuale finale che, forse, costituirebbe l’epilogo più avvincente e godibile per questa edizione dei Championships. Passando a Daniil Medvedev, il russo non è mai andato oltre gli ottavi di finale a Wimbledon: in carriera vanta un solo titolo su erba, nell’ ATP250 di Mallorca 2021, e non è questa la sua superficie prediletta. Del resto, il suo gioco di ritmo, la posizione lontana in risposta, e la sua ampia apertura di dritto non sembrerebbero sposarsi al meglio con l’erba. Ma dopo la metamorfosi vissuta in primavera, che l’ha portato dal rigetto per la terra rossa degli scorsi anni alla vittoria nel 1000 di Roma, chi sarebbe ancora pronto a scommettere contro le capacità di adattamento del moscovita? Stanti i problemi fisici, non del tutto risolti, di Nick Kyrgios, finalista della passata edizione, e potenzialmente temibilissimo, la quarta piazzola nell’ipotetica griglia di partenza a Wimbledon, ci sentiamo di assegnarla, non senza qualche riserva, a Frances Tiafoe.

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Il 25enne nativo del Maryland sembra in questa stagione aver raggiunto un livello di continuità sconosciutogli in passato, e la recente conquista della “Top 10” ne è la piena riprova. Dopo il significativo successo nell’Atp250 di Stoccarda di metà giugno, ha subìto una sconfitta inattesa dal rientrante Sebastian Korda, ma a Wimbledon nel format “3 su 5” le sue grandi doti fisico-atletiche potrebbero venir fuori. Questa caratteristica, unita ad un gioco d’anticipo basato su gran servizio e ottima risposta, potrebbe mandare al tappeto avversari sulla carta più quotati, e lanciare lo statunitense anche molto in là nel torneo.

I possibili outsiders, anche di lusso, a Wimbledon 2023

Lo Slam su erba è sempre capace nei primi turni di regalare svariate sorprese. Tra giocatori che faticano ad adattarsi ai prati ed altri che arrivano dopo aver spinto a fondo nei precedenti mesi su terra, tradizionalmente non sono poche le teste di serie, anche alte, che mancano l’appuntamento con la seconda settimana dei Championships. Nel gruppo di giocatori accreditati di una testa di serie fuori dalle prime otto, anche quest’anno, sembrano diversi i ragazzi potenzialmente in grado di far strada, spingendosi fino ai quarti, e magari oltre. Le recenti prestazioni al Queen’s (sconfitto in Finale da Alcaraz), e la grande reattività e rapidità negli spostamenti fanno di De Minaur una vera e propria mina vagante, possibile prima grande insidia per il No.1 iberico in un’eventuale 4R. Il sorteggio infatti ha posto il 24enne australiano nella parte alta del tabellone, dove si rinvengono anche altri nomi in grado di scompaginare, e di molto, i piani dei big. Uno tra questi è quello di Sebastian Korda. Il giovane di passaporto statunitense sembra finalmente aver lasciato alle spalle i guai fisici che lo hanno condizionato nel 2023, dopo quel QF agli Australian Open che, ad oggi, rappresenta il suo miglior risultato negli Slam. Nell’unica precedente apparizione a Wimbledon, due anni fa, si spinse fino agli ottavi, dove cedette di misura ad un solidissimo Karen Kachanov. Questo precedente, oltre ad un gioco completo e votato all’attacco, ingrediente necessario nel tennis su erba, ne fanno un pericoloso ostacolo per chiunque punti alle fasi finali nello stesso spicchio di tabellone. Un altro che fa del talento purissimo la cifra principale del suo gioco è sicuramente Denis Shapovalov. Il biondo canadese da tempo non veniva accreditato di una testa di serie così bassa in uno Slam, a lui è toccata la #26, ma questo potrebbe anche fungere da stimolo, per un giocatore troppo spesso incostante, e incapace di registrare tutti i tasselli del suo tennis brillante. La corsa fino alle SF di Wimbledon ’21 non deve illudere; diverse cose da quel momento non hanno funzionato al meglio, ma la sua adattabilità all’erba resta palese. Il gran servizio mancino, la capacità di giocare accelerazioni vincenti da qualunque zona del campo, e la manualità nel gioco a rete sono doti che gli si riconoscono da anni. A ciò si aggiunga la prospettiva di avere Ruud e Coric come avversari di miglior classifica nel suo ottavo di tabellone, sfide non impossibili che, se vinte, riporterebbero il canadese nelle fasi finali di uno Slam in cui manca da troppo tempo.

Una parola su Sir. Andy Murray

Chi manca da moltissimo nelle fasi calde di uno Slam è sicuramente il fuoriclasse di Glasgow, ma, come noto, le vicende che ne hanno segnato gli ultimi anni di carriera hanno poco a che fare con il tennis giocato. Una sequela incredibile di infortuni ed acciacchi e le molteplici operazioni alle anche ne avevano sostanzialmente decretato la fine della carriera. Solo la sua grande tenacia e la passione sconfinata per questo sport lo fanno essere ancora in gara, a 36 anni suonati. Dopo una stagione finora positiva, Murray a Wimbledon 2023 sogna, perché no, di essere ancora competitivo e di fare la sorpresa sui campi che più ha amato, e che più gioie gli hanno regalato in carriera (due titoli, ’13 e ’16, oltre alla vittoria nel torneo Olimpico sui campi dell’All England Club nel 2012).

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La prospettiva di una sfida eventuale già al 2R con uno tra Stefanos Tsitsipas e Dominic Thiem è molto affascinante per Murray. Quest’ultimo nella stagione in corso ha sempre dimostrato di dare il meglio di sé nei primi turni e di essere in quelle partite un avversario insidioso per chiunque, non temendo neppure lunghe “battaglie”, come testimoniano le sfide vittoriose in Australia contro Matteo Berrettini e Thanasi Kokkinakis. I segnali sul suo conto sono contrastanti, ha giocato tanto su erba, è sceso di categoria, giocando e vincendo due Challenger in GBR, tutto questo per arrivare nelle migliori condizioni possibili in quello che, salvo miracoli, dovrebbe essere l’ultimo Wimbledon giocato con ambizioni dall’indomito tennista scozzese. Le incognite comunque restano, la tenuta alla lunga è stata sempre o quasi problematica per Murray nei tornei di questa stagione, e la sconfitta netta subita ad opera di Alex De Minaur al Queen’s rinforza l’ipotesi di quanti sostengono che, nonostante la sua determinazione, la seconda settimana di Wimbledon rimanga per Sir Andy oramai irraggiungibile.

Wimbledon 2023 in chiave azzurra

Le speranze italiane per questo Slam sono a ragione riposte principalmente sulle spalle di Jannik Sinner. Il giovane pusterese non ha brillato in questi ultimi due mesi, ma la classifica non lo condanna, anzi, rimane stabilmente in Top10 e il sorteggio ai Championships sembrerebbe non aver giocato brutti scherzi. La scrupolosa attenzione con la quale l’allievo di coach Vagnozzi si è avvicinato a questo appuntamento, oltre ai quarti di finale raggiunti nella scorsa edizione dello Slam londinese, rassicurano, anche al netto di alcune sconfitte inattese maturate nell’ultimo periodo, e lasciano ben sperare sulla possibilità di arrivare a giocarsi, ad armi pari, un eventuale ottavo di finale con T. Fritz.

Se la sorte non è stata malevola per Sinner, discorso diverso va fatto necessariamente per quanto concerne Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego. Entrambi appena fuori dalle 32 teste di serie, sono stati messi dal sorteggio l’uno contro l’altro, in una sfida di primo turno che sa di beffa. Questo match va inquadrato comunque in modo diverso per i due protagonisti, così come le loro prospettive di tabellone. Il giocatore romano, reduce dai molti problemi ai muscoli addominali, sul cui pieno recupero si nutrono ad oggi forti dubbi, arriva a quest’edizione di Wimbledon senza aspettative o quasi, consapevole che il suo gioco, basato su colpi di forza, potenzialmente letale su erba, necessiterebbe di una condizione fisica ottimale, che troppo spesso latita e quest’anno non si è ancora mai vista. Discorso diverso per il classe ’95 piemontese, perché, al di là di quanto detto sul 1R, la prospettiva di una sfida possibile con De Minaur già al 2R, e di un ostacolo Zverev in un ev. 3° turno, pone dinanzi a lui una “montagna” molto alta da scalare. Così è costretto a rivedere a ribasso le sue aspettative di raggiungere di nuovo, dopo il Roland Garros, la 2a settimana di uno Slam. Medesimo discorso può farsi riguardo Lorenzo Musetti, il quale, pur avendo mostrato dei passi avanti in questa stagione su erba, vede il suo percorso fino agli ottavi costellato da due potenziali insidie, prima Isner nell’ev. 2° match, ma soprattutto Hubert Hurkacz nel match seguente. Il giocatore polacco per la miglior propensione alla superficie, confermata dai risultati in carriera su erba, rappresenta un avversario ancora potenzialmente indigesto per il carrarino, sulla strada che lo condurrebbe, in un ev. ottavo di finale, alla sfida più stimolante e difficile: proprio quella al grande favorito Novak Djokovic.

Immagine in evidenza: ©AELTC/Simon Bruty – Pool/Getty Images

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Riccardo Taborro

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