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WNBA, anno 2020: continuità, ma non troppo

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Le leghe professionistiche femminili non hanno vita facile in nessuna disciplina sportiva. Questo è ancora più evidente quando si parla di WNBA, l’equivalente al femminile del massimo campionato di basket americano.

La lega ha trovato una sua stabilità solo in tempi recenti e, nonostante la passione e la dedizione delle ragazze e degli addetti ai lavori, le cestiste sono ancora particolarmente vittime di pregiudizi e luoghi comuni. Questa visione ha sempre reso difficile il cammino verso l’equiparazione al campionato maschile.

Tuttavia, tra il 2019 e il 2020, sembra essersi finalmente messo in movimento qualche meccanismo per dare alla WNBA la visibilità che merita. A gennaio 2020 è avvenuta una rinegoziazione del CBA, che ora prevede maggiori tutele per le giocatrici e un importante aumento salariale. 

Questo permetterà alle giocatrici di concentrarsi solo sulla WNBA. Fino ad oggi, invece, sono sempre state costrette a giocare due campionati per arrivare ad un salario adeguato al loro status. Durante l’estate erano impegnate con la propria squadra in WNBA, nel resto dell’anno giocavano in Europa. All’aumento di stipendio si aggiungono una serie di misure a sostegno della maternità delle atlete, che potranno finalmente ottenere un congedo di maternità retribuito. Altre misure in questo senso sono un contributo per giocatrici con figli e la possibilità di viaggiare insieme ai figli durante le trasferte. 

Un numero crescente di partite WNBA vengono trasmesse in diretta nazionale, segno di interesse a dare maggiore visibilità ad una lega in espansione.

Nel momento in cui sembrava si fosse sulla strada giusta, però, il processo di crescita è stato messo a rischio dalla pandemia di Covid-19. Dopo aver bloccato a metà tutti i campionati professionistici mondiali, essa ha messo a repentaglio l’inizio della stagione WNBA. Una stagione di stop avrebbe significato perdere tutti i benefici e la visibilità faticosamente guadagnati nel corso degli anni; per tale ragione, si è lavorato al fine di trovare una soluzione simile a quella trovata per i colleghi maschi. La stagione si svolgerà all’interno della IMG Academy in Florida e, pur prevedendo un numero ridotto di partite, prenderà il via il 25 luglio.

Non sarà un campionato come il precedente e, ad una prima occhiata, si potrebbe parlare di passi indietro. Infatti, molte giocatrici, come Liz Cambage, LaToya Sanders, Chiney Ogwumike e Jonquel Jones hanno deciso di non partecipare, preoccupate per le complicazioni legate alla salute. 

Tutte le giocatrici che rimarranno inattive hanno espresso la volontà di impiegare il tempo a loro disposizione impegnandosi attivamente nel sociale, soprattutto per quanto riguarda la questione del Black Lives Matter. Sicuramente Maya Moore ha dato l’esempio con il suo non limitarsi ad essere solo atlete sul campo, ma a sfruttare la propria popolarità per cause di giustizia e di equità sociale. Di conseguenza, molte atlete hanno deciso di far sentire la propria voce su questioni importanti e delicate, come quella del rispetto delle minoranze.

Alle atlete che certamente non vedremo in campo si aggiunge il giallo di Elena Delle Donne. La MVP della passata regular season convive da più di 10 anni con la malattia di Lyme, che causa complicazioni al sistema immunitario, e ha presentato richiesta di esenzione. Un provvedimento ufficiale le consentirebbe di percepire lo stipendio pur non scendendo in campo, tuttavia la domanda è stata respinta dallo staff medico della WNBA.

Qualche giorno fa l’allenatore delle Mystics ha annunciato che la franchigia è intenzionata a considerare valida l’esenzione della sua numero 11 e di pagarle lo stipendio, anche se non dovesse andare in Florida. Resta comunque incredibile come lo staff medico della WNBA non abbia dato ascolto al medico personale della Delle Donne e a quello delle Mystics nel prendere la propria decisione.

L’ultimo ballo di Bird e Taurasi

Lo svolgimento quasi regolare della prossima stagione ci darà la possibilità di rivedere in campo Sue Bird e Diana Taurasi. Entrambe hanno saltato la passata stagione per infortunio e, per questioni anagrafiche, non sarebbe così scontato rivederle nel 2021, dopo uno stop di due stagioni. Bird, in un’intervista con ESPN, ha ammesso che non ha mai voluto valutare la possibilità di non giocare questa stagione, proprio perché in caso contrario per lei avrebbe quasi sicuramente significato ritirarsi. 

Diana Taurasi si trova in una situazione molto simile, anche lei rientra da un infortunio che l’ha tenuta fuori dal campo per tutto il 2019. Come la collega e avversaria Bird, è pronta a giocare questa stagione, anche come preparazione per le Olimpiadi in Giappone.

le veterane della stagione 2020

Sue Bird (Storm) e Diana Taurasi (Mercury)

Uno degli aspetti per cui gioire di questo accordo trovato per salvare la stagione è proprio la possibilità di vedere questi due mostri sacri all’opera ancora una volta. Sono due delle migliori giocatrici del nuovo millennio; non sarebbe stato giusto un loro addio senza un’ultima stagione degna di tale nome.

Il rimescolamento ai vertici

Dopo la fine della stagione 2019, terminata con il titolo a Washington, tanti cambiamenti sono avvenuti all’interno dei roster delle 12 squadre. A cominciare dalle campionesse in carica: tra le componenti del gruppo del 2019, solo Ariel Atkins ed Emma Meesseman sono rimaste. Anche le loro rivali alle passate finali, le Connecticut Sun, hanno subito una defezione pesante come quella di Jonquel Jones.

Di questo “vuoto di potere” potrebbero approfittare le Seattle Storm, che possono contare sul ritorno della veterana Sue Bird e di Breanna Stewart. Entrambe hanno saltato la passata stagione per un infortunio, e il loro ritorno permette alle Storm di arrivare ai blocchi di partenza con una formazione molto simile a quella che vinse il titolo nel 2018.

Anche le Los Angeles Sparks puntano al bottino grosso. Possono contare sulla veterana Candace Parker e sulla nuova arrivata Seimone Augustus, oltre ad un nucleo interessante di giovani promesse. Le Las Vegas Aces, infine, hanno tutte le carte in regola per cercare di vendicare la bruciante eliminazione ai playoff 2019.

Dall’altra parte dei power rankings si trovano le Dallas Wing. Le texane non avranno grosse chance di vittoria, ma sarà interessante vedere come le tre pick al primo giro pescate all’ultimo draft (Satou Sabally, Bella Alarie, Tyasha Harris) si integreranno in una squadra ancora molto giovane. 

Un discorso molto simile si può fare per le New York Liberty, che da anni navigano nelle zone basse della classifica. Quest’anno hanno trasformato la pick numero 1 in Sabrina Ionescu, stella delle Oregon Ducks, e dovranno farla ambientare all’interno di un gruppo giovane e senza troppe aspettative.

il draft

Il draft 2020 è stato il più seguito degli ultimi 16 anni, pur essendosi disputato a porte chiuse, e ha generato un enorme traffico di notizie sui social. Volti noti come Lebron James e Dirk Nowitzki hanno contribuito a dare visibilità al movimento femminile, con messaggi di incoraggiamento alle nuove arrivate.

Per la prima volta intorno al draft si è generato un interesse che è andato semplicemente al di là di quello degli addetti ai lavori. C’è grande attesa intorno alla figura di Sabrina Ionescu e alle tre ragazze da Oregon State selezionate nelle prime 8 posizioni. Da questo punto di vista, le numerose assenze illustri costringeranno le nuove arrivate ad accelerare il proprio processo di maturazione. Sarà ancora più interessante seguirle e vedere come reggeranno l’impatto.

conclusioni

L’impegno condiviso dei vertici WNBA, delle giocatrici e dei proprietari delle franchigie ha permesso l’inizio della stagione 2020. Un traguardo molto importante per mantenere vivo l’interesse sullo sport al femminile, che nello stesso tempo ci regalerà un’altra stagione piena di spunti e tematiche da seguire con attenzione.

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Giulia Picciau
1988. Sport invernali, montanara mancata, appassionata di basket, calcio e moto

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