Atletica

Atletica, gli Europei indoor (e non solo) per iniziare ad uscire dalla crisi

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Appare chiaro che la nazionale italiana di atletica stia vivendo il periodo più buio del Nuovo Millennio. Non c’è bisogno di compiere particolari ricerche e statistiche, negli ultimi sei anni il Bel Paese ha collezionato a livello globale solo un argento e un bronzo, entrambi nelle prove su strada, mentre tra le gare che si disputano all’interno dello stadio l’ultimo podio risale al terzo posto di Antonietta Di Martino nel salto in alto (2011). Nemmeno gli Europei dell’anno scorso a Berlino hanno mostrato segnali incoraggianti per il movimento azzurro, creando anzi grosse spaccature nei piani alti della federazione. 16° posto nel medagliere di cui soltanto due bronzi maturati su pista, Yohanes Chiappinelli nei 3000 m siepi e Yemaneberhan Crippa sui 10000 m, due discipline in cui il dominio degli africani regna senza alcun contrasto. Gli unici risultati di rilievo provengono dalla marcia e dalla maratona (quest’ultima con tre medaglie, una per ogni metallo, metà del bottino complessivo).

Eppur qualcosa sembra muoversi. Filippo Tortu ad esempio l’anno scorso ha abbattuto il muro dei 10 secondi nei 100 m, divenendo il primo e finora unico italiano a riuscirci, salvo poi franare nella rassegna continentale con un piazzamento non soddisfacente. Il giovane velocista rispecchia più o meno la situazione a livello individuale di qualunque atleta: tanto potenziale che tuttavia non viene espresso nei momenti che contano maggiormente. Talvolta ciò è causato anche dagli infortuni: tre anni fa Gianmarco Tamberi si sarebbe dovuto presentare alle Olimpiadi con il secondo record stagionale nel salto in alto, se non fosse stato per il crac alla caviglia patito poche settimane prima della manifestazione quadriennale. Problemi fisici che hanno comportato una condizione non al top tra una cosa e l’altra si protrae per almeno un anno e mezzo, fino a tornare a saltare ai livelli che gli competono solo tra agosto e settembre dell’anno scorso. Tra una nazionale incerottata e il caos ai vertici FIDAL, tale disciplina raggiunge l’orlo del precipizio nel 2018.

Questo 2019 per l’Italia diventa dunque un vero e proprio “anno zero” e la prima vera occasione per scacciare la crisi arriverà tra circa una settimana con gli Europei indoor a Glasgow (Scozia). Una truppa di 27 atleti (14 uomini e 13 donne) guidata da Tamberi per ritrovare quella fiducia che al gruppo tricolore manca da tanto tempo. Gimbo è pronto a suonare la carica, cercherà di migliorare la misura di 2,32 m, attualmente la migliore tra tutti quelli appartenenti al vecchio continente. Dietro a lui, un gruppo di atleti pronti a migliorare i propri record personali in sala, che nei meeting precedenti hanno dimostrato di competere al pari dei propri avversari.

Dagli Europei indoor si riparte da Claudio Stecchi, che sta seguendo le orme del campione del Mondo di salto con l’asta Giuseppe Gibilisco. Il 27enne delle Fiamme Gialle ha migliorato il suo personale fino a 5,78 m, e agli Europei vuole raggiungere quei quattro centimetri in più che andrebbero ad eguagliare il record nazionale in sala fatto segnare proprio dall’atleta siracusano. Si riparte da una nuova coppia del salto triplo: agli Assoluti l’infinito Fabrizio Donato è stato battuto a sorpresa da Simone Forte nella lotta per il titolo nazionale. Il 23enne romano e il due volte campione europeo indoor hanno realizzato la terza e quarta lunghezza stagionale in Europa, ed entrambi chiaramente punteranno al podio in Scozia. Si riparte dal talento di Leonardo Fabbri: finalmente il pubblico ritrova un italiano capace di scagliare il peso con costanza oltre i 20 m (20,69 il personale fatto segnare agli Assoluti di Ancona). Si riparte da un ritrovato Marcell Jacobs nel salto in lungo, che abbandona momentaneamente la velocità per tornare al suo “vecchio amore”. Tra le donne si riparte da Tania Vincenzino ed un record personale nel lungo infranto dopo un decennio, ma anche da Sonia Malavisi nel salto con l’asta, che raggiunge 4,50 m di iniezione di fiducia. E infine come dimenticare Elena Vallortigara, quarta italiana di sempre a superare quota 2 m (2,02 il suo personale) nel salto in alto. La 27enne quest’anno vorrà dimostrare che quanto avvenuto non si è rivelato solamente un fuoco di paglia nell’estate londinese.

E attorno all’anello? Raphaela Lukudo e Ayomide Folorunso lo scorso weekend si sono nascoste nei 400 m, ma presentano tutte le carte in regola per crescere e fare bene nelle gare outdoor. Intanto guideranno una staffetta 4×400 pronta a far saltare il banco. Tralasciando la rassegna continentale al coperto e focalizzandoci sui giovani, proprio dal giro di pista provengono i migliori prospetti: il classe 2002 Lorenzo Benati è campione europeo juniores in carica, mentre Emma Silvestri dalla stessa distanza ad ostacoli ha ottenuto l’argento nella stessa competizione. Da non dimenticare lo storico titolo iridato nella categoria Under 20 maschile e il virale quartetto femminile guidato da Libania Grenot, entrambi sempre nella 4×400.

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Luca Montanari
Dimostrerò che lo sport è una lettura semplificata della realtà. Instagram: @lucamontanari_98 Twitter: @Luca_Monta_

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